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30 nov 2007ENERGIA: Accordo fra Italia e Francia per impianti nucleari di nuova generazione

Enel gigante nucleare in Europa e nano in Italia

di Alfonso Maffettone
 
NIZZA, 30 NOV, (Italia Estera) – Il Governo italiano ha fatto un altro passo verso l’energia nucleare per potenziare il ruolo dell’Enel in Europa. Durante il summit italofrancese di Nizza, il presidente e direttore generale di Edf  Pierre Gadonneix  e Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale di Enel hanno firmato, alla presenza del presidente Nicolas Sarkozy e del primo ministro Romano Prodi, un’intesa per l’accesso del gruppo italiano alla realizzazione del primo impianto nucleare di nuova generazione Epr (European Pressurized water reactor) di Flamanville che entrerà in funzione nel  2012 con una potenza pari a 1.600 MW ed un investimento complessivo di 3,6 miliardi di euro. Il documento prevede una partecipazione italiana del 12,5 per cento e l’opzione per Enel di partecipare nella stessa misura nei successivi 5 progetti Epr allo studio in Francia.
L’accordo ha sancito la pace energetica fra Italia e Francia dopo la frattura aperta con lo stop di Parigi che aveva favorito la fusione fra Gaz de France e Suez per impedire l’ingresso di Enel in Francia.”E’ stato risolto un contenzioso che avvelenava i rapporti fra i due Paesi”, ha detto Sarkozy. “Maggior sicurezza, più approvigionamenti e meno rischi di blackout”, ha detto di rimando Prodi.
Enel, infatti,  ha firmato anche un memorandum di intesa fra l’italiana Terna, proprietaria della rete ad alta tensione in Italia e la francese Rte volta ad incrementare la capacità di interconnessione di energia elettrica fra Italia e Francia di almeno il 60 per cento riducendo così i rischi di blackout.
A Nizza si è consumato un altro atto del paradosso energetico italiano. Il nostro Paese ha urgente bisogno di elettricità ma non può avviare una campagna di promozione e realizzazione di impianti nucleari di terza generazione sul territorio nazionale per ridurre la dipendenza dall’ importazione di energia.
Ad opporsi sono i gruppi dell’estrema sinistra, dei verdi e degli ambientalisti che, in rivolta contro la storia, non accettano di aggiornarsi sui grandi progressi tecnologici compiuti dal  nucleare nel campo della sicurezza e dello stoccaggio delle scorie radioattive.
 Essi si rifanno ai risultati del referendum del 1987 che fu condotto in Italia sotto lo shock e l’onda emotiva dell’incidente di Chernobyl, un reattore decrepito come era già decrepita a quell’epoca l’Unione Sovietica.
Da allora- sono trascorsi 20 anni- gli oppositori ,  alcuni dei quali fanno anche parte dell’attuale coalizione di governo, ripetono all’infinito  slogan e argomenti obsoleti trovando appoggio e man forte in un attempato cantante italiano che in tv ha sfoderato tutte le sue armi spuntate  per paventare il rischio di chissà quale apocalisse nucleare.
Ma oggi i 152 reattori presenti nell’UE  costituiscono il 30% della produzione di energia in Europa e rappresentano un’opzione praticabile per chi vuole  ridurre le emissioni di CO2 e affrontare il problema del cambiamento climatico a livello globale.
In Italia si è ancora lontani da questa sensibilità e si deve assistere al non sense dell’Enel che è diventato uno dei giganti del nucleare in Europa ma non potrà mettere al servizio del Paese il  know how ed il diritto all’uso della tecnologia Epr acquisita attraverso i tecnici del Gruppo italiano che saranno impegnati sia in fase di progettazione e realizzazione dei nuovi impianti sia nella successiva fase di esercizio dei nuovi reattori. “Oggi è una data importante per lo sviluppo della collaborazione fra i nostri due Gruppi, che contribuirà alla crescita di un mercato dell’energia più aperto e più competitivo. Per Enel  in particolare  vuole dire avere accesso alla più avanzata tecnologia nucleare oggi disponibile e creare le basi per una significativa presenza in Francia”, ha detto l’Ad di Enel Fulvio Conti  a commento dell’accordo firmato a Nizza con Edf .
Alfonso Maffettone/Italia Estera



 
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