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29 ott 2007Si concretizza il sogno ladino?

Hanno detto sì per il distacco dalla regione Veneto col 71,44% Cortina D'Ampezzo, Livinallongo e Colle Santa Lucia  - GALAN: "chi semina vento, raccoglie tempesta
VENEZIA, 29 OTT - (Italia Estera) - In 4.878 su 6.828, pari al 71,44%, degli elettori si sono recati complessivamente alle urne nei comuni di Cortina D'Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia (Belluno), per il referendum consultivo per il distacco dalla regione Veneto e il passaggio alla regione autonoma Trentino-Alto Adige. A Cortina d'Ampezzo hanno votato 3.643 su 5.191 elettori, pari al 70,18%. A Livinallongo del Col di Lana si sono recati alle urne in 965 su 1.234 aventi diritto, pari al 78,20%; a Colle Santa Lucia in 270 su 403 elettori, pari al 66,6%.
Sono stati 3.847 i sì e 989 i no - secondo i dati ufficiosi comunicati dalle sezioni alla Prefettura di Belluno - espressi dagli aventi diritto a Cortina d'Ampezzo e negli altri due comuni ampezzani, Livinallongo di Col di Lana e Colle Santa Lucia, nel referendum consultivo per il distacco dei tre comuni dal Veneto e il passaggio al Trentino Alto Adige. Il quorum previsto per la validità del referendum a quanto risulta era di 3.415.
 
A Cortina d'Ampezzo, il sindaco Andrea Franceschi (NELLA FOTO), subito dopo aver appreso i risultati del referendum consultivo con la vittoria dei sì ha detto: "Il risultato referendario di Cortina è la punta di un iceberg di un malessere forte della montagna: mi rivolgo direttamente a Napolitano e a Prodi perché da loro deve partire una vera politica di sviluppo per la montagna". "Forse - ha aggiunto - ci voleva Cortina perché questo grido di allarme giungesse a Roma". Il sindaco ha quindi voluto far chiarezza rivolgendosi a quanti non avrebbero compreso il senso di questa consultazione ritenendo che gli abitanti di Cortina godano già di un livello di reddito più che sufficiente per non recriminare sulle migliori condizioni delle regioni confinanti.
 
 ''Non si confonda - ha detto Franceschi - coloro i quali salgono a Cortina per trascorrere due o tre settimane di vacanze e magari hanno la terza, la quarta o la quinta casa con chi, invece, a Cortina ci vive. Siamo, è vero, non tra i più poveri della montagna ma siamo persone normali e gente umile". "Adesso - ha concluso - spero che queste diatribe tra i sostenitori del sì e quelli del no si concludano e si ricominci a collaborare perché di tutto abbiamo bisogno fuorché di essere divisi".
 
I Verdi altoatesini salutano il risultato del referendum affermando: "Benvenuti in Alto Adige". "Non è di grande rilevanza – si legge in una nota - se la maggioranza per lasciare il Veneto sia il frutto di considerazioni economiche, di nostalgia storica, del desiderio della gente ladina di migliorare la propria rappresentanza culturale o addirittura del sogno di una provincia ladina. Fatto sta che gli abitanti dei tre comuni si sono avvalsi di un loro diritto democratico e hanno espresso una posizione molto chiara. Sarebbe difficilmente spiegabile che tutta l'operazione si risolve in un bel nulla, solo perché qualcuno non condivide questa o quella motivazione dei votanti".
 
 "L'Alto Adige non dovrebbe interferire nelle questioni delle regioni confinanti. Ma se dei cittadini liberamente decidono di voler passare da noi, dobbiamo dare una risposta. La nostra provincia certamente non subirebbe un danno accettando l'entrata di tre comuni nuovi, anzi, probabilmente sarebbe arricchita. Possiamo rallegrarci per il bel successo che il nostro gruppo linguistico autoctono più piccolo, i ladini, si sta oggi portando a casa. Ed è giusto che la loro richiesta di un rafforzamento delle proprie radici culturali sia appoggiata". "In questo senso - concludono i Verdi - ci sentiamo di dire: Benvenuti in Alto Adige". 
 
GALAN: "chi semina vento, raccoglie tempesta
 
Il presidente del Veneto Giancarlo Galan, se il consiglio provinciale di Bolzano dovesse dare il proprio assenso al distacco di Cortina dal Veneto, è pronto a ricorrere alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, indicando che "chi semina vento, raccoglie tempesta".
"Il presidente Durnwalder ha dichiarato - rileva in una dichiarazione Galan - che, se vincerà il sì al referendum di Cortina, si attiverà affinché il parere del Consiglio provinciale di Bolzano sia favorevole, ferma restando la necessità di un assenso dell'Austria. Al presidente Durnwalder sfugge che: non sono in gioco i confini d'Italia e dell'Austria; gli attuali confini d'Italia e, in particolare, della Regione autonoma Trentino-Alto Adige sono quelli stabiliti dal Trattato di pace del 1947, il cui art. 10 n. 2 ha stabilito che 'le Potenze Alleate ed Associate hanno preso atto delle intese (il cui testo e' riportato nell'Allegato IV) prese di comune accordo fra il Governo austriaco ed il Governo italiano il 5 settembre 1946': si tratta dell'accordo De Gasperi-Gruber".
 
"Sono in gioco, invece - dice Galan -, principi di regime della forma di Stato della Repubblica italiana (in specie di solidarietà ed eguaglianza), la quale non può estendere (anzi, deve azzerare) forme di privilegio finanziario non contemplate dallo stesso accordo De Gasperi-Gruber, il quale prevede che la Provincia di Bolzano abbia competenze legislative e amministrative particolari e corrispondenti, ma non comparativamente maggiori rispetto alle altre Regioni, disponibilità finanziarie (v. n. 55 del Pacchetto)". "E' lapalissiano - prosegue - che il passaggio di Cortina alla Provincia di Bolzano estenderebbe a territori già ricchi benefici ulteriori, che in nome della solidarietà finirebbero per essere pagati dai cittadini rimasti nel Veneto e dalle altre popolazioni svantaggiate d'Italia.
 
Per queste ragioni, dichiaro fin d'ora che, in caso di assenso al distacco di Cortina dal Veneto da parte del Consiglio Provinciale di Bolzano, mi rivolgerò alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Atti già predisposti. Lo stesso discorso vale per gli impossibili passaggi dal Veneto ad altre Regioni di Lamon, Asiago e di ogni altro ente territoriale che volesse seguire queste sterili iniziative".  (Italia Estera) -
 
 
 



 
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