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21 lug 2006Israele attacca il Libano: ma perché?

ROMA, LUGLIO (NEWTON/Italia Estera) - Un tempo era una terra ricca, la Svizzera del Medio Oriente. La biblica "terra del latte e del miele" Fino ai primi anni '70 era un centro finanziario e commerciale di straordinaria dinamicità, un'oasi di pace e benessere in una delle zone piu' inquiete del pianeta.
Per metà cristiana, per metà musulmana, la popolazione sembrava riuscire a convivere senza troppi problemi.
Negli anni '60-'70, il potere si concentro' nelle mani di gruppi di estrema destra di ispirazione vagamente cristiana. La metà musulmana della popolazione fu esclusa dall'effettivo governo del Paese. Parallelamente, in seguito all'esplosione del conflitto israelo-palestinese, in Libano cominciarono ad arrivare ondate di profughi.
Un cocktail micidiale, composto di contingenti crisi economiche, lotte di potere e l'insorgere di conflitti religiosi favoriti anche dalla situazione internazionale dell'epoca, porto' alla guerra civile.
Era il 1975, e da allora il Libano non ha piu' avuto pace.
Panarabismo di sinistra e nazionalismo di destra, musulmani e cristiani, sunniti e sciiti, gli uni contro gli altri, in una guerra fratricida durata 20 anni e che ha raso al suolo un Paese un tempo ricco e sicuro.
Intervennero i siriani, su richiesta dei gruppi panarabi, intervennero gli israeliani per proteggersi dalle incursioni delle milizie dell'OLP che si erano stanziate sul territorio libanese, intervennero anche le Nazioni Unite con una disorganizzata forza multinazionale che subi' perdite gravissime e fu costretta a ritirarsi nel 1984.
E fu allora che i siriani ebbero mano libera e di fatto presero il controllo del Libano, costruirono reti di intelligence, installarono sezioni dei servizi segreti che sopravvivono ancor oggi.
Nel 1992, i siriani annunciarono un primo ritiro delle truppe, dopo due decenni si svolsero nuove elezioni parlamentari, un trionfo di brogli che favori' l'ascesa del fondamentalismo islamista degli hezbollah sciiti.
La guerra era in apparenza finita, con l'instaurazione di una pseudo-democrazia sotto il controllo siriano, e con la metà cristiana del Paese ridotta a subire la stessa sorte che era toccata, negli anni '70, alla metà musulmana del Paese.
Ma negli anni '90, al confine tra Libano e Israele le schermaglie tra hezbollah e soldati israeliani continuavano ad essere cronaca di tutti i giorni. L'esercito iraeliano si era ormai insediato stabilmente in una striscia di terra all'interno del Libano, costituendo una sorta di avanguardia difensiva, di zona di sicurezza per prevenire le incursioni dei fondamentalisti hezbollah.
Israele reagiva agli attacchi contro i suoi soldati sul confine, con sporadici bombardamenti dei villaggi libanesi. Tra il '93 ed il '96 Israele bombardo' con le sue forze aeree oltre 100 villaggi del Libano meridionale e la capitale Beirut, fino a meritarsi una serie di risoluzioni da parte delle Nazioni Unite che rimasero inattuate.
Nel 2000, nonostante le schermaglie sui confini ed il sostanziale controllo della Siria sulla politica libanese, il Primo Ministro israeliano Barak ordino' il ritiro delle truppe israeliane dal Sud del Libano. Il ritiro israeliano fu accompagnato dalla repentina avanzata degli hezbollah, affiancati sovente dalla popolazione civile, ormai esasperata dalla presenza militare israeliana.
Seguirono due anni di relativa tranquillità, ma ancora una volta la crisi israelo-palestinese si intreccio' coi destini del Libano. Gli hezbollah tornarono ad ammassare truppe ai confini con Israele come arma di pressione su Israele in relazione alla questione palestinese.
Sempre nel 2002, un nuovo focolaio di tensioni tra Libano e Israele si apri' lungo il fiume Wazzani, importante affluente dell'Hasbani, essenziale fonte idrica per Israele. Il Libano aveva infatti iniziato a pompare acqua dal fiume per soddisfare le esigenze domestiche ed agricole dei villaggi del sud del Libano, che faticosamente tentavano di rinascere dopo il ritiro israeliano.
La questione dei diritti all'uso dell'acqua del Wazzani è ancor oggi insoluta.
Siamo ormai arrivati all'epoca attuale coi piu' recenti drammatici fatti che hanno provocato un autentico tsunami nella politica libanese. Nel 2005 è ucciso il premier Hariri, Primo Ministro che stava lentamente cercando di sganciarsi dalla Siria: la sua morte resterà per sempre un mistero. Le responsabilità della sua uccisione sono state addebitate frettolosamente alla Siria dalla parte antisiriana del Paese che ne ha cosi' approfittato per ottenere il totale ritiro delle truppe siriane.
Dopo l'uccisione di Hariri, in Libano si è insediato un nuovo governo, osteggiato dagli hezbollah che lo accusano di voler trasformare il Libano in una sorta di protettorato americano.
Attualmente il Libano è governato da una maggioranza antisiriana composta essenzialmente dai sunniti del figlio di Hariri e dai drusi di Jumblatt, che stanno cercando di ricostruire il Paese sotto la spinta emotiva dell'assassinio di Hariri padre. Il principale leader della destra cristiana è Aoun, filo-occidentale e anti-siriano.
I partiti antisiriani sono impegnati nell'ardua ricerca di un accordo sulle regole della futura democrazia libanese.
Dall'altra parte gli hezbollah, sciiti, filosiriani, in armi ormai da decenni, usciti duramente sconfitti dalle elezioni dell'anno scorso, continuano a solcare i confini con Israele con le loro minacciose milizie senza che il nuovo governo sia ancora riuscito ad intervenire.
Due giorni fa gli hezbollah hanno ucciso otto soldati israeliani e ne hanno rapiti altri due.
La reazione israeliana ha preso di mira tutto il Libano, con bombardamenti su Beirut e numerosi altri villaggi.
Sorge il sospetto che dietro alla scelta di Olmert di bombardare il Libano si celino giochi politici piu' sottili. Il Libano del futuro oscilla tra la piena indipendenza, il ritorno nella sfera d'influenza di Damasco, desiderato dagli hezbollah o l'ingresso nella sfera d'influenza statunitense.
La Svizzera del Medio Oriente non c'è piu' e tutti cercano di tirare il Libano dalla propria parte.
Gli odierni venti di guerra, dove lo porteranno?
NEWTON/Italia Estera



 
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