Servizio di Roberto Chiodi
NEW YORK - 23 NOV.(Italia Estera) - Sono stati ben ventisette fin dal mese di marzo di quest’anno gli attacchi di pirati contro le navi da crociera. E forse occorre ripetere per gli eventuali increduli che si e’ trattato di pirati veri e propri sullo stile di quelli immortalati nelle pagine del grande Salgari. E’ difficile credere che un problema del genere esista ancora nell’anno 2005 e nell’era dei voli spaziali ma le cronache dimostrano proprio che si tratta di una incontrovertibile realta’. Ultima ad essere attaccata in ordine di tempo una bella nave da crociera che transitava a largo della costa della Somalia. In quel caso, il “vascello pirata” ha tentato d’intimorire l’equipaggio mediante il lancio di una granata che fortunatamente ha causato solo con le sue schegge lievi ferite ad uno dei membri dell’equipaggio. Il fenomeno, naturalmente, e’ di proporzioni troppo esigue perche’ si possa parlare di un grave problema che riesca a preoccupare seriamente tanto il governo degli Stati Uniti che il grande numero di crocieristi americani che ogni anno si godono vacanze indimenticabili su navi comodissime e sicurissime alla maniera di quella immortalata nel serial televisivo di successo “love boat”. Le destinazioni preferite sono poi quelle tradizionali dell’Alaska, dei Caraibi e del Mediterraneo dove, per male che possa andare, si rischia soltanto di ballare un po’ per il moto ondoso e di soffrire un po’ di mal di mare e, quindi, e’ ampiamente ingiustificato un allarmismo basato su possibili attacchi di pirati a parte che non si scelgano destinazioni piu’ esposte a rischi del genere.
La costa somala, lo Stretto delle Molucche, la Malesia e la folkloristica ed esotica Indonesia di salgariana memoria sono , invece, le localita’ con precedenti d’attacchi pirateschi e che potenzialmente potrebbero essere rischiose per i turisti americani. Per la costa antistante il Corno d’Africa , dopo alcuni tentativi d’attacco dei pirati, si e’ arrivati addirittura a chiedere che fosse classificata come zona di guerra. Non si e’ ancora dissipata nella mente di molti Americani, infatti, il ricordo dell’incubo vissuto da alcuni militari della sfortunata missione multinazionale di pace conclusasi tragicamente con la perdita di alcuni marines abbattuti col loro elicottero e portata da un noto film sul grande schermo. In ogni caso gli operatori dell’industria crocieristica internazionale non si dimostrano per nulla impensieriti o preoccupati da questi sporadici episodi di straordinaria follia.
Secondo la loro opinione in un’epoca in cui la minaccia terroristica rimane sempre presente, le modernissime navi da crociera sono molto piu’ sicure e molto meno vulnerabili di qualsiasi albergo a cinque stelle che si possa trovare sulla terra ferma. Le navi da diporto, a detta degli esperti, sono troppo difficili da scalare per un improbabile “arrembaggio” e questi romantici emuli del terribile Sandokan il piu’ delle volte sono stati ridicolizzati dai potenti motori delle nuovi navi da crociera che hanno dato loro la polvere, pardon la schiuma, lasciandoseli alle spalle in alto mare con un palmo di naso.
Roberto Chiodi