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00 0000ALCOLISMO “Ragazze spiritose”, Storie di donne alcoliste , Statistiche

“Ragazze spiritose”

              di

Maria Laura Platania

 

 

 

“Ragazze spiritose”: donne e alcol, un problema, il bisogno di una soluzione, la necessità di un sondaggio accurato.

L’hanno recepito un gruppo di ragazze, allieve dell’indirizzo biologico, storico a Macerata capoluogo di provincia delle Marche, e non nuovo a iniziative di questo genere,  dell’Itas “Matteo Ricci”.

Si sono date un tempo, un anno, una guida, la dott. Paola Morlacchi, psicologa delle Unità Operative per le Dipendenze Patologiche (ex Sert), uno scopo, capire e aiutare  a capire.

La strategia: un questionario rivolto a una popolazione di 570 studenti di cui 516 femmine e 54 maschi, il 18,1% della popolazione studentesca ha un’età compresa tra i 19 e 20 anni, il 43,8% tra i 17 e i 18 e il 38,1% tra i 14 e i 16.

Il 62,1% proviene da paesi e piccoli centri per lo più della provincia di Macerata, mentre il 37,9% da città (Macerata, Civitanova, Tolentino).

Il consumo giovanile femminile differisce da quello adulto, in particolare per quanto riguarda i superalcolici e la birra, che vengono consumati in discoteca rispettivamente per il 45.9% e il 17.9%, e le bevande a media gradazione, consumate al bar nel 52.7% dei casi e al ristorante o in pizzeria nel 29.1%. Le più giovani consumano birra anche al bar, in pizzeria, con gli amici, alle feste, ma anche in gita, in occasioni particolari e per strada.

Le ragazze che bevono sostengono, contro chi non beve, che l’alcol faciliti l’integrazione nel gruppo di amici,  aiuti ad essere al pari coi maschi,   a superare momenti di tristezza, che le ragazze che bevono lo fanno per il piacere di farlo, che non bisogna cercare aiuto, che i danni sono ridicoli. Sono tutte consapevoli, però, che in gravidanza esistono rischi per il bambino e che l’ebbrezza può indurre a comportamenti rischiosi.

Una  fotografia interessante,  significativa  e specchio di una situazione italiana che probabilmente si propone ancora più allarmante, quella emersa e che il Dott. Renzo Lupidi,  neurologo e specialista in psichiatria - autore dell’opuscolo per la prevenzione all’abuso alcolico promosso dall’Amministrazione Provinciale, su progetto della dott.ssa Beatrice SALTARI e dell’assessore alle Politiche Sociali Dott. Mauro RICCIONI – ha utilizzato per il suo lavoro.  Un piano quinquennale e una task force  quella organizzata dalla Provincia di Macerata per fronteggiare l’emergenza alcol.

Osservazioni che partono da dati concreti e considerazioni necessarie.

Un disagio di natura personale, sociale, familiare è quello che fa scivolare l'adolescente sulla china delle facili eccitazioni. Voglia di sognare, di cavalcare  l'ippogrifo che  si scontra con una realtà dura, inafferabile e l'adolescente si sente tagliato 'fuori' da tutto e da tutti. Per le ragazze il disagio raddoppia. Hanno perso  o non si identificano più nei valori di tradizione, ma non hanno trovato altra alternativa che l’emulazione di un  universo maschile a rovescio e denaro.

Non é difficile per un gruppo di  sedicenni trovarsi in tasca l'equivalente di un paio di bottiglie di whiskey  da comprare al supermercato sotto casa. Denaro che uccide la fantasia, il  desiderio, la capacità di desiderare.

E se il sondaggio promosso in ambito scolastico – valutata la necessaria percentuale di errore – non è così sconfortante, una prima conclusione è bene trarla. Alla scuola italiana oggi, forse persino prima del gruppo famiglia corre l’obbligo dell’ informazione, educazione, integrazione. Alla scuola e alla sua modulata apertura sul territorio spetta il compito di una formazione che è l’unica forma di prevenzione da qualsiasi dipendenza.

 2. Testimonianze

  Storie di donne alcoliste

  Storie di donne alcoliste

“Ho sofferto tanto, specialmente negli ultimi tre anni, avere una figlia giovane "alcolista" e capire che anche lei soffriva, ed io da madre non comprendevo: mi mettevo a gridare, aggredendola perché non si comportava come le altre figlie. Non mi piacevano le cose che faceva... Quando un giorno, ho deciso, e sono andata a raccontare tutto ad un'assistente sociale… Da allora ho trovato i miei amici, come fossero la mia famiglia. Ora ho ritrovato la mia salute, la mia pace, la serenità e soprattutto lei: mia figlia che ha smesso di bere.

“Ho sofferto tanto, specialmente negli ultimi tre anni, avere una figlia giovane "alcolista" e capire che anche lei soffriva, ed io da madre non comprendevo: mi mettevo a gridare, aggredendola perché non si comportava come le altre figlie. Non mi piacevano le cose che faceva... Quando un giorno, ho deciso, e sono andata a raccontare tutto ad un'assistente sociale… Da allora ho trovato i miei amici, come fossero la mia famiglia. Ora ho ritrovato la mia salute, la mia pace, la serenità e soprattutto lei: mia figlia che ha smesso di bere.

“Ho sofferto tanto, specialmente negli ultimi tre anni, avere una figlia giovane "alcolista" e capire che anche lei soffriva, ed io da madre non comprendevo: mi mettevo a gridare, aggredendola perché non si comportava come le altre figlie. Non mi piacevano le cose che faceva... Quando un giorno, ho deciso, e sono andata a raccontare tutto ad un'assistente sociale… Da allora ho trovato i miei amici, come fossero la mia famiglia. Ora ho ritrovato la mia salute, la mia pace, la serenità e soprattutto lei: mia figlia che ha smesso di bere.

 

 

 

Margherita, 45 anni

"Mi chiamo Margherita e sono un’alcolista. Anche se non bevo più da alcuni anni voglio sempre definirmi così perché la mia malattia la posso combattere solo con la sobrietà, basterebbe una semplice ricaduta, un solo bicchiere di alcol per ripiombare nell’alcolismo. Ho cominciato a bere a 18 anni. Adesso che ne ho 45 posso dire che il mio approccio con l’alcol è stato da subito anormale, bevevo per nascondere la mia insicurezza. Il bicchiere in una mano e la sigaretta nell’altra per sentirmi più donna, più sciolta. Di famiglia benestante ho avuto un’infanzia felice, un’adolescenza trascorsa tra l’affetto dei fratelli e genitori Sono diventata un’alcolista solitaria, iniziavo a bere di sera prima di cena, di nascosto per poi ritrovarmi in un letto ubriaca.

Sabina

Sabina

 2. Testimonianze

  Storie di donne alcoliste

  Storie di donne alcoliste

“Ho sofferto tanto, specialmente negli ultimi tre anni, avere una figlia giovane "alcolista" e capire che anche lei soffriva, ed io da madre non comprendevo: mi mettevo a gridare, aggredendola perché non si comportava come le altre figlie. Non mi piacevano le cose che faceva... Quando un giorno, ho deciso, e sono andata a raccontare tutto ad un'assistente sociale… Da allora ho trovato i miei amici, come fossero la mia famiglia. Ora ho ritrovato la mia salute, la mia pace, la serenità e soprattutto lei: mia figlia che ha smesso di bere.

“Ho sofferto tanto, specialmente negli ultimi tre anni, avere una figlia giovane "alcolista" e capire che anche lei soffriva, ed io da madre non comprendevo: mi mettevo a gridare, aggredendola perché non si comportava come le altre figlie. Non mi piacevano le cose che faceva... Quando un giorno, ho deciso, e sono andata a raccontare tutto ad un'assistente sociale… Da allora ho trovato i miei amici, come fossero la mia famiglia. Ora ho ritrovato la mia salute, la mia pace, la serenità e soprattutto lei: mia figlia che ha smesso di bere.

“Ho sofferto tanto, specialmente negli ultimi tre anni, avere una figlia giovane "alcolista" e capire che anche lei soffriva, ed io da madre non comprendevo: mi mettevo a gridare, aggredendola perché non si comportava come le altre figlie. Non mi piacevano le cose che faceva... Quando un giorno, ho deciso, e sono andata a raccontare tutto ad un'assistente sociale… Da allora ho trovato i miei amici, come fossero la mia famiglia. Ora ho ritrovato la mia salute, la mia pace, la serenità e soprattutto lei: mia figlia che ha smesso di bere.

 

 

 

Margherita, 45 anni

"Mi chiamo Margherita e sono un’alcolista. Anche se non bevo più da alcuni anni voglio sempre definirmi così perché la mia malattia la posso combattere solo con la sobrietà, basterebbe una semplice ricaduta, un solo bicchiere di alcol per ripiombare nell’alcolismo. Ho cominciato a bere a 18 anni. Adesso che ne ho 45 posso dire che il mio approccio con l’alcol è stato da subito anormale, bevevo per nascondere la mia insicurezza. Il bicchiere in una mano e la sigaretta nell’altra per sentirmi più donna, più sciolta. Di famiglia benestante ho avuto un’infanzia felice, un’adolescenza trascorsa tra l’affetto dei fratelli e genitori Sono diventata un’alcolista solitaria, iniziavo a bere di sera prima di cena, di nascosto per poi ritrovarmi in un letto ubriaca.

Sabina

Sabina

"Mi chiamo Sabina e sono un’alcolista...quanto vorrei che questa testimonianza penetrasse in tutti i conventi di religiose e religiosi . Sin da piccola mi è mancato l’affetto dei miei genitori. Ero l’ultima di quattro figli. Mio padre morì a 35 anni di alcolismo quando ne avevo due. Fui allontanata da mia madre e messa in collegio. Ricordo di non aver mai avuto amici, mi sentivo sempre sola ed ero molto triste...A sedici anni volevo farmi suora, ma non monaca. Mi diplomai come infermiera professionale, indossato l’abito religioso fui trasferita in un ospedale in Sicilia. Ero felicissima di curare gli ammalati, ma dopo poco tempo cominciò per me una vita d’inferno. Non ho mai cercato la causa del mio alcolismo, però ho iniziato a bere da suora. Bastarono pochi bicchierini di fernet, consigliati da una paziente per il mal di stomaco, per dare il via a un lungo calvario. Bevevo perché mi sentivo inferiore alle mie consorelle, perché ero timida, perché dovevo cantare in chiesa...".

Statistiche 

MOTIVAZIONE AUMENTO N° RAGAZZE CHE BEVONO

%

piacere nel bere

52,1

integrazione nel gruppo amici

51,9

superare momenti di tristezza

37,7

dimostrare di essere alla pari dei ragazzi

35,8

affrontare problemi familiari

27,9

superare la timidezza con i ragazzi

23

 

 

 

LUOGO DI CONSUMO

%

casa

70

16,1

discoteca

80

18,4

bar/pub

285

65

non risponde

135

-

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