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03 ago 2007Il nuovo disegno di legge sull'editoria

Consta di 32 articoli. Il Consiglio dei ministri lo ha approvato nella seduta di questa mattina in via preliminare . Ora passa all'esame della Conferenza Stato-regioni.

ROMA, 3 AGO.  (Italia Estera) - Il Consiglio dei ministri ha approvato nella seduta di questa mattina  in via  preliminare il disegno di legge sull'editoria. Il provvedimento, in 32 articoli, tratteggia la nuova disciplina dell'editoria e delega al Governo a emanare un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale. Ora passa all'esame della Conferenza Stato-regioni.
''E' un ddl che ha l'ambizione di essere di sistema'', ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Levi. ''Il ddl - ha proseguito Levi - affronta nello specifico la situazione per un riordino e ha l'ambizione di dare organizzazione ad una materia che in 60 anni ha avuto solo interventi occasionali. Si vuole dare per la prima volta un quadro organizzativo''.
Ricardo Levi ha spiegato che “il testo parte dal ddl Bonaiuti, che nella scorsa legislatura non era arrivato all'approvazione finale del Parlamento, ma aveva goduto di consenso trasversale, nella tradizione di un appoggio che oggi diremmo bipartisan sui temi dell'editoria”.
Con il ddl approvato oggi in via preliminare dal Consiglio dei ministri sull'editoria, ''non sara' piu' necessaria l'iscrizione al Tribunale, ma occorrera' iscriversi al Registro degli operatori della comunicazione (Roc), da parte dei ''soggetti che svolgono attivita' editoriale, per la diretta realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonche' la relativa raccolta pubblicitaria. L'esercizio dell'attivita' editoriale puo' essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalita' non lucrative''. Sull'attivita' editoriale vigilera' quindi l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, mentre gli aspetti concorrenziali saranno di competenza dell'Autorita' antitrust.
La responsabilita' dei siti internet che fanno informazione sara' infine comparata a quella delle altre testate giornalistiche e ''si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione di informazioni''.
Concessi contributi diretti all'editoria quotidiana e periodica in favore di cooperative giornalistiche, imprese editrici di quotidiani e periodici, anche su internet, riconosciuti da forze politiche che abbiamo almeno un gruppo parlamentare o almeno due europarlamentari, a imprese editrici la cui maggioranza delle azioni sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali senza fini di lucro, imprese editrici di giornali quotidiani realizzati in lingua francese, tedesca, ladina e slovena ed editi in Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, imprese editrici che editino da almeno 5 anni quotidiani pubblicati e diffusi all'estero.
Novità anche sul fronte della pubblicità, con l'abolizione della sovracommissione. “Nessun pagamento - spiega Ricardo Levi - per la pubblicità potrà arrivare da parte degli editori ai pubblicitari”. L'articolo 11 del provvedimento recita che “gli esercenti attività di intermediazione
sulla pubblicità non possono ricevere alcuna remunerazione o vantaggio da parte di soggetti diversi dai committenti”.

Previsto un fondo per l'editoria periodica, agevolazioni per la spedizione di quotidiani, periodici e Libri, estensione del credito di imposta per investimenti finalizzati all'innovazione. Nel provvedimento è previsto anche un fondo di 5 milioni di euro l'anno per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti, l'armonizzazione dei regimi previdenziali, l'osservatorio per l'occupazione nell'editoria, la distribuzione di quotidiani nelle scuole.
Da un primo sommario esame dei 32 articoli del DDL, Non cambia nulla per la stampa italiana  all'estero  e sono previsti interventi  - come dicevamo sopra - per le imprese editrici che editino da almeno 5 anni quotidiani pubblicati e diffusi all'estero.
USPI, INTERVENIRE SU PUNTI CRITICI 
Ci sono alcune criticità in un contesto pur positivo. L'Avvocato Francesco Saverio Vetere, Segretario Generale dell'Uspi (Unione stampa periodica italiana), associazione che rappresenta 2.300 editori che producono 3.500 testate, giudica così il provvedimento di riforma dell'editoria presentato questa mattina in  consiglio dei ministri venerdì. Per l'Uspi le criticità riguardano "le modifiche al sistema delle agevolazioni postali che introducono, per le imprese commerciali un credito d'imposta a copertura del 60% dei costi di spedizione, al posto dell'abrogato rimborso a Poste Italiane. Il nuovo sistema solleva una serie di perplessità relative alla sua applicabilità in concreto, molto complessa e macchinosa. Problemi anche sulla copertura finanziaria del nuovo sistema. Lo stanziamento di 160 milioni di euro sarebbe largamente insufficiente. Il rischio concreto è quello di penalizzare gravemente in particolare i piccoli e medi editori, in contrasto con lo scopo dichiarato dal Governo di tutelare e promuovere il pluralismo".
Critiche anche per "l'eccessivo ricorso alla delega a futuri decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, che lascia ampi margini di incertezza sulle modalità di applicazione del nuovo sistema di rimborso". Inoltre "l'eccessiva discrezionalità preoccupa non poco gli editori. Sul punto della delega al Governo per l'emanazione del testo unico delle leggi sull'editoria, l'Uspi rileva che anche in questo caso la legge attribuisce al Governo una possibilità illimitata di intervenire sul settore senza quasi alcun controllo da parte del Parlamento". Comunque, conclude l'Uspi "si tratta di una bozza provvisoria e quindi esiste la concreta possibilità di intervenire su queste criticità prima del varo del disegno di legge" (Italia Estera) -




 
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