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27 lug 2007Prodi, l'incontro con i 4 ministri 'dissidenti': ''E' andata bene''


Welfare, L'invito a pranzo del premier a Palazzo Chigi:  Damiano: ''Riunione molto utile senza problemi specifici''. Ferrero: ''Ci aspettiamo modifiche al protocollo''. Mussi: ''Possibili in Parlamento''. Pecoraro Scanio: ''Abbiamo chiesto maggiore attenzione al settore del precariato e della competitività''. Martedì il voto alla Camera sul Dpef

ROMA, 27 LUG. (Italia Estera) - Oggi il premier Romano Prodi ha invitato a pranzo a Palazzo Chigi i ministri della sinistra radicale, Alfonso Pecoraro Scanio, Alessandro Bianchi, Fabio Mussi e Paolo Ferrero. "E' andata bene''. Così il premier Romano Prodi ha commentato soddisfatto l'esito del pranzo su welfare. 
Per il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, si è trattato di ''un incontro molto utile''. ''Non ci sono problemi specifici" ha detto Damiano che relazionerà nel prossimo Consiglio dei ministri del 3 agosto lo stato delle firme del protocollo su previdenza, lavoro e competitività.

Critico invece il ministro dell'Università, Fabio Mussi. "Penso che lo sgravio fiscale e contributivo sugli straordinari porti essenzialmente ad aumentare l'orario di lavoro e non l'occupazione - afferma - quindi sono critico su questo provvedimento''. "Ora naturalmente il ministro del Lavoro e il presidente del Consiglio non possono mettere unilateralmente mano al protocollo, ma ci sono due passaggi decisivi - spiega Mussi - uno è la traduzione da parte del governo del protocollo in legge e lì si può venire incontro a queste critiche. Il secondo è il passaggio parlamentare. Si è riconosciuto naturalmente che il Parlamento è sovrano e si possono introdurre delle modifiche in quella occasione". Il titolare dell'Università ha voluto anche sottolineare che "Prodi è stato assolutamente dialogante e la sinistra radicale rimane una parte importante della coalizione che sostiene il governo ed è fedele al centrosinistra".

Sul protocollo per il welfare "ci aspettiamo una disponibilità a dialogare sulle modifiche che vadano nella direzione del programma" ha affermato al termine della riunione il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero. Quanto alla disponibilità da parte di Prodi di accogliere le richieste avanzate dalla sinistra radicale, Ferrero spiega: "Il premier non ci ha detto no" ma "tra settembre e ottobre misureremo le volontà del governo". Il ministro evidenzia inoltre che è stato posto ''un problema politico: non è possibile che un terzo della coalizione non conti quando c'è da affrontare questioni strategiche" osserva. Poi, sulla possibilità che la sinistra radicale venga emarginata da 'alleanze di nuovo conio' come previsto dal manifesto di Rutelli, ha commentato: "Se qualcuno ha in testa questo disegno, ha in testa qualcosa di irrealizzabile". Questa coalizione, ha concluso, "è l'unica possibile ed è destinata a durare".

''Ci vuole una scossa per andare avanti con determinazione e questa ci sarà'' ha dichiarato Pecoraro Scanio. ''Abbiamo incontrato il presidente del Consiglio per chiedere maggiore attenzione al settore del precariato e della competitività - spiega Pecoraro - sulle pensioni si tratta di un compromesso avanzato, ma sul precariato c'è troppa legge 30. Vogliamo segnali seri e veri che vadano verso il lavoro a tempo indeterminato. La competitività, poi, non si fa solo con i tagli al costo del lavoro ma soprattutto con la ricerca e lo sviluppo. Ci sono alcuni provvedimenti da modificare per rilanciare per i giovani e l'innovazione''. Le misure su welfare e mercato del lavoro, secondo Pecoraro Scanio, si possono migliorare: ''C'è la volontà di migliorare i provvedimenti in Parlamento, che è pienamente sovrano''. Le misure sul welfare, ha aggiunto il ministro, dovranno essere ''oggetto di maggiore collaborazione per stringere ancora di più la coalizione''.

Intanto L'aula del Senato ieri ha approvato la risoluzione dell'Unione sul Dpef dando, di fatto, il via libera al documento di programmazione economico-finanziaria. La risoluzione è passata con 159 voti a favore, 147 contrari e 1 astenuto. Il Documento, questa volta, non è stato esaminato in contemporanea con la Camera dei Deputati che quest'anno è rimasta indietro per terminare l'esame del decreto legge sulla destinazione dell'extragettito. Il via libera di Montecitorio, comunque, arriverà la prossima settimana con l'approvazione di una risoluzione della maggioranza che, nei contenuti, dovrebbe essere sostanzialmente simile a quella presentata a Palazzo Madama. Infatti la Conferenza dei capigruppo oggi ha deciso che la Camera inizierà la discussione sul Dpef lunedì prossimo, il voto è previsto il giorno dopo

Nel dettaglio il documento votato al Senato prevede di destinare le maggiori entrate fiscali al calo delle tasse soprattutto alle famiglie numerose, ai precari, agli anziani e alle imprese minori. Fissare al 20% l'aliquota unica sulle rendite finanziarie, ridurre il carico fiscale sulla casa iniziando ad alleggerire l'Ici. Il limite massimo del saldo netto da finanziare ''non dovrà essere superiore per il 2008 a 24 miliardi'', si legge ancora nella risoluzione, dove viene anche stabilito che il saldo netto da finanziare è fissato in 21,5 mld per il 2009 e 18 mld per il 2010.

Sui tagli ai costi si propongono misure ''incisive'' per ridurre quelli della politica, a partire da una ''riduzione degli incarichi di governo. Una ipotesi, questa, che permetterebbe di risparmiare a regime 2 mld di euro che dovrebbero essere destinati a coprire una serie di spese sociali.

Sul tema della salvaguardia ambientale arriva poi la proposta di destinare una quota pari al 40% della spesa ''a favore di interventi per la completa attuazione del Protocollo di Kyoto''. Non solo. L'unione chiede al governo di impegnarsi affinché gli interventi applicativi del protocollo vengano inseriti in una ''sezione specifica del Dpef'', magari come Allegato, ''in cui siano annualmente analizzate le politiche ambientali di contrasto ai cambiamenti climatici''.

Infrastrutture infine. Fuori il Ponte sulle Stretto di Messina e la Torino-Lione dalla Legge obiettivo. La maggioranza chiede, poi, al governo di impegnarsi in una riforma complessiva della Legge obiettivo ''attraverso un disegno di legge di iniziativa governativa da presentare nei prossimi tre mesi, per il rafforzamento della valutazione dell'impatto ambientale, per il ripristino della Conferenza dei Servizi per coinvolgere le istituzioni locali e inserendo strumenti di controllo pubblico sul contraente generale''.

Il documento poi si conclude con l'ipotesi di ''presentare, ove necessario, una Nota di aggiornamento del Documento di programmazione economico finanziaria nel mese di settembre, con le indicazioni al quadro degli elementi di ordine quantitativo''.

Sul voto a Palazzo Madama dalla maggioranza era arrivato il no di Franco Turigliatto di Sinistra critica. Intervenendo in dichiarazione di voto il senatore dice: "Alla genericità del dibattito sul Dpef corrispondono in questi stessi giorni concrete misure che rimettono in discussione storiche conquiste sul welfare, le pensioni e il mercato del lavoro: si tratta di un programma liberista e persino da grande potenza militare che respingo e non voto". (Italia Estera) -




 
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