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18 lug 2007BICENTENARIO DI GARIBALDI: La pronipote ricorda l’Eroe dei due Mondi a Forio d’Ischia

Serata risorgimentale sulla terrazza di Villa Cagnazzi a Forio d’Ischia. La padrona di casa Cristina Franzino Cagnazzi, presidente UTESPED e FIDAPA, ha organizzato nella sua splendida dimora estiva un incontro di riflessione sul bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi.

di Alfonso Maffettone

FORIO D’ISCHIA (NAPOLI) 17 LUG. (Italia Estera) - Lontano dalle risse parlamentari leghiste e dalle contestazioni di piazza dei neoborbonici napoletani, un uditorio selezionato e colto formato da giornalisti, avvocati, magistrati e docenti universitari ha ricordato l’Eroe dei due Mondi nell’incanto di Forio d’ Ischia, l’isola che fu tappa del condottiero italiano per la cura della ferita in Aspromonte.
Ospite d’onore Anita Garibaldi , pronipote del Generale, la quale, con garbo e con lealtà storica, ha tracciato un’ immagine umana, marinara e militare del bisnonno, senza trascurarne gli aspetti controversi e le connotazioni caratteriali.

Il sindaco di Forio, Franco Regine ha dato un contributo inedito a questa ricostruzione rivelando un aneddoto della sua famiglia. Regine, ha detto, di essere discendente di un brigante buono del Regno delle Due Sicilie, Giosafatte Tallarico, il quale ebbe l’incarico dai borbonici di uccidere Giuseppe Garibaldi nel corso del soggiorno napoletano. Tallarico andò alla ricerca del Generale e lo sorprese che dormiva sul pavimento. A quel punto rinunciò all’attentato. "Non potevo ammazzarlo. Dormiva come noi su un giaciglio", racconterà poi ai suoi uomini, come ha riferito Regine.

"Garibaldi questo era : un uomo semplice non aduso ai fasti della nobiltà dell’epoca, pronto ad agire ed a battersi sempre per la libertà, l’ ideale che trasmise ai suoi discendenti . Lo ha detto la pronipote Anita Garibaldi, memoria storica della famiglia per avere appreso episodi e fatti dalla nonna Costanza moglie di Ricciotto, il “ piccolo di casa Garibaldi”. Costanza intervistò, come si fa oggi, l’anziano suocero e riportò quanto apprese in documenti trasmessi anni dopo alla nipote che li ha utilizzati per scrivere un interessante e bellissimo libro dal titolo "Nate dal mare". Un omaggio alle donne Garibaldi, Anita, Costanza e Speranza, a loro volta eroine e forse anche vittime delle battaglie per la libertà condotte dal capostipite e dai suoi eredi.  "A volte questo destino li porta verso il cielo, a volte li precipita negli abissi degli oceani e dell’ingratitudine" si legge sul retro della copertina del libro di Anita Garibaldi.

L’ ingratitudine nei confronti di Giuseppe Garibaldi e’ stata e continua ad essere forte in Italia ma non all’estero. Ancora oggi si levano violenti accuse contro di lui: avventuriero, mercenario, voltagabbana, pirata, ladro.

L’insigne storico Alfonso Scirocco fa giustizia di questi giudizi errati e acrimoniosi : "la grandezza di Garibaldi – scrive Scirocco - sta nel mito che non si forma dopo la morte nella venerazione dei posteri : diventa parte della personalità dell’eroe attraverso la straordinaria impressione che destano nel mondo le sue eccezionali imprese, quelle americane e quelle europee, attraverso il fascino che esercita sugli uomini e sulle masse, sugli intellettuali e sui diseredati, attraverso le forze morali e sentimentali che mette in moto con il suo incredibile disinteresse, le speranze di indipendenza nazionale e di redenzione sociale che suscita".

Un illustre storico polacco Jerzy W. Boreisza definisce Garibaldi "simbolo della rivoluzione popolare, modello di condottiero del Popolo".

Anita Garibadi, nell’ incantevole serata di Forio d’Ischia, ha molto insistito sull’umanitarismo, sul cosmopolitismo e sull’imparzialità di Garibaldi che si schierò, dopo l’unità d’Italia, anche dalla parte dei briganti meridionali che erano riconosciuti come combattenti per la libertà dall’oppressione dello stato sabaudo divenuto stato italiano.
In questo modo la Garibaldi ha anche risposto ad una osservazione sulla sintesi fra vecchie e nuove forze politiche contrapposte dell’Italia sia di ieri che oggi, osservazione posta da Giulio Rolando, direttore della rivista politica e culturale "Il Cerchio".

Alfonso Maffettone/Italia Estera




 
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