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07 lug 2007PADRE BOSSI: E' "assolutamente prematuro" parlare di rilascio

ROMA, 7 LUG. (Italia Estera) -   E' "assolutamente prematuro" parlare di rilascio per padre Giancarlo Bossi (nella foto): per il momento ci sono solamente delle fotografie che costituiscono un "piccolo segnale", ma ancora "non ci sono contatti né una matrice di questo sequestro". Così il responsabile dell'Unità di crisi Elisabetta Belloni, al Tg1. Riferendosi alle tre foto pervenute via cellulare ad un confratello del religioso rapito, Belloni ha detto: "E' un piccolo segnale che auspichiamo venga confermato nelle prossime ore, soprattutto in merito alla data di realizzazione delle fotografie". "C'é ancora molto cammino da fare, con determinazione e con la consueta cautela che è necessaria in questi momenti", ha aggiunto il responsabile dell'Unità Crisi.

ASPETTIAMO PROVE CONCRETE SUL MISSIONARIO. Così i confratelli di Padre Giancarlo Bossi che in questo momento ''non hanno alcuna certezza sull'identita' dei suoi rapitori'', cosi' come del suo stato di buona salute. ''Non e' possibile stabilire se si tratti di estremisti islamici o miliziani separatisti'', spiega uno di loro, padre Luciano Benedetti, citato da AsiaNews, l'agenzia di informazione del Pontificio Istituto Missioni Estere.

 
Dopo le voci circolate ieri sulla stampa locale, secondo cui ad aver sequestrato il religioso italiano lo scorso dieci giugno sarebbe stato il gruppo di Abu Sayyaf, o la versione dei giorni precedenti, per cui l'organizzazione responsabile e' invece una frangia dissidente del Fronte nazionale di liberazione Moro, arriva un altro invito alla cautela. Benedetti, che ha seguito la vicenda sin dall'inizio, lo scorso dieci giugno, giudica ''un segno positivo'' l'arrivo ieri delle tre fotografie del religioso, ma non vuole aggiungere altro in attesa dell'apertura di un contatto sicuro e affidabile con i sequestratori''. ''Bisogna aspettare che si facciano vivi e diano prove concrete sulla salute di padre Bossi'', ha dichiarato.
 
Margherita Boniver, l'ex sottosegretario agli Esteri (nella foto)inviata dal Governo italiano nelle Filippine per facilitare la liberazione di padre Bossi il missionario del Pime rapito il 10 giugno scorso,  ha dichiarato: Sulla base della sola osservazione delle fotografie del missionario Giancarlo Bossi - ricevute via cellulare da padre Angel Calvo nelle Filippine - i confratelli del religioso rapito e gli esperti sono portati a "presupporre che le foto sono state scattate a fine giugno". La Boniver sta per lasciare Zamboanga City e fare rientro a Roma, dove lunedì terrà una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione. L’ex sottosegretario ha anche detto: "Non c'é una data certa dello scatto", ma ha sottolineato: "Vogliamo leggere questi segnali in chiave positiva", però - ha aggiunto - " se non ci saranno altre prove, ma soprattutto se non si paleserà da parte dei rapitori di padre Bossi la volontà di aprire delle trattative, rimane soltanto lo shock emotivo" perché "di concreto non c'é ancora nulla".  Torno in Italia - ha detto Boniver - con speranza, ma anche con un filo di ottimismo dovuto alle circostanze che mi hanno descritto qui, nelle Filippine, dove diversi sono stati i precedenti casi di sequestri di religiosi, come ad esempio sei anni fa quello di padre Giuseppe Pierantoni, per il quale si dovette attendere molto più tempo che per padre Bossi per avere un primo segnale da parte dei rapitori". "Affidiamoci a questa speranza".
 
Oggi a Zamboanga City (nella parte meridionale dell'isola di Mindanao, a 200 chilometri dalla parrocchia dove è avvenuto il sequestro di padre Bossi) Boniver ha partecipato ad un incontro dal forte contenuto emotivo organizzato da padre Dambra, "un missionario che vive da secoli nelle Filippine" e che ha messo in piedi con tenacia un Consiglio di leader islamici e cristiani. Dall'inedita Assemblea è nata una dichiarazione comune - "nel nome di Dio e di Allah" - in cui "si auspica la liberazione al più presto del missionario italiano e si ricorda che sia nella Bibbia, sia nel Corano, la violenza è proibita".
"Da queste parti - ha sottolineato Boniver che si é intrattenuta a lungo anche con il sindaco di Zamboanga City - una congregazione di fedeli misti è una verà rarità che ci fa capire la cifra della convivenza tra cattolici e la piccola parte di musulmani presenti sull'isola".
  
Per Romano Prodi, che s' è tenuto in stretto contatto con chi sta lavorando alla liberazione di Padre Bossi, il lavoro svolto dalle autorità italiane è positivo. Anche se, ammette, non c'é ancora nulla di decisivo.
 
Francesco Cossiga, il presidente emerito della Repubblica é di parere nettamente contrario. Secondo lui nei confronti del sequestro Bossi il governo "se ne frega". "Hanno sbagliato Silvio Berlusconi, Gianni Letta e Niccolò Pollari quando hanno sperato di farsi, se non degli alleati, dei neutrali nelle sinistre, quando, forzando di molto le competenze del Sismi, pagando somme favolose in dollari ed esponendo alla morte un agente valoroso come Calipari hanno liberato le due Simone e la Sgrena che subito dopo hanno sputato sul governo ed elogiato la resistenza irachena. Forse meglio avrebbero fatto a comportarsi come il governo Prodi fa, 'per rispetto alla laicita' dello Stato’.(Italia Estera) -
 



 
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