L’editoriale di Marco Basti su Tribuna Italiana
BUENOS AIRES, 4 LUG - Tribuna Italiana/Italia Estera - Due buone notizie nell’edizione odierna della TRIBUNA ITALIANA, per la nostra comunità, in questa stessa pagina del tuo giornale.
La prima riguarda lo stop all’indicazione data dal Ministero dell’Interno ai Comuni, di depennare dall’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e dalle liste elettorali i nomi dei cittadini che non avessero risposto entro il 1º luglio, alle lettere chiedendo di completare con i certificati mancanti, le loro iscrizioni all’Anagrafe, necessaria per il riconoscimento della cittadinanza. La seconda riguarda l’annuncio del Consolato generale d’Italia a Buenos Aires, sulla nuova convenzione firmata con l’Ospedale Italiano di Buenos Aires, per assicurare l’assistenza sanitaria ai connazionali che vivono in condizioni di particolare disagio economico, residenti nelle Circoscrizioni consolari di Buenos Aires, Lomas de Zamora e Morón.
Il sollievo per queste due buone notizie, non può però far dimenticare che in questi casi, come in tanti altri, si è arrivati in extremis a risolvere delle situazioni che rischiavano di creare gravi problemi per non pochi connazionali.
Nel caso dell’AIRE, dell’anagrafe consolare e dell’Elenco Elettorale, si tratta di una confusione che nonostante le successive operazioni di bonifica, di allineamento, di mailing, non sembra sia stata superata. Infatti, ci sono molti cittadini italiani che risultano completamente in regola per le anagrafi consolari, ma che non sono registrati nei propri comuni. Ci sono anche, ma in numero minore, situazioni inverse. Ed è noto che l’Elenco Elettorale, è stilato dal Ministero dell’Interno in base ai dati delle anagrafi comunali e non in base a quelli che riportano i consolati. Dati in base ai quali, tra l’altro, viene deciso il numero di rappresentanti al Parlamento italiano per cui, se calasse sostanzialmente il numero di residenti in una delle ripartizioni in cui è divisa la Circoscrizione estera, potrebbe darsi che un deputato fosse tolto ad una di esse e assegnato a un’altra.
Ovviamente lo Stato, rappresentato dal Ministero dell’Interno, ha l’obbligo di sapere con precisione chi sono i suoi cittadini, dove risiedono e se sono vivi o morti. E se non ha notizie di qualche migliaio tra essi, è giusto che si tuteli, cancellandoli preventivamente. Ma lo Stato è rappresentato anche dal Ministero degli Esteri, che invece conosce e registra la situazione di molti tra quelle migliaia di cittadini che il Ministero dell'Interno vuole cancellare dall’AIRE.
Questa volta si è trovato il rimedio dando disposizioni perché non siano cancellati i nomi di quelli sui quali non si conoscono alcuni dati. Ma non è la soluzione migliore. E’ una soluzione trovata dopo le proteste (tra le altre quelle del sen. Pallaro) per evitare un danno maggiore ai connazionali all’estero. Ma non è una soluzione definitiva, che è quel che ci vuole per un settore così importante e delicato della Pubblica Amministrazione.
Fino a quando si continuerà a operare sull’emergenza invece di approntare una soluzione definitiva?
Anche sulla questione dell’assistenza sanitaria, ai connazionali bisognosi residenti a Buenos Aires, Lomas de Zamora e Morón, la soluzione è arrivata “in zona Cesarini”. Infatti, la convenzione con l’Ospedale Italiano di Buenos Aires scadeva a fine giugno e non era stata rinnovata perché si prevedeva l’avvio di un nuovo sistema, come è già operativo in Venezuela, per consentire un’assicurazione più completa e permanente. Il piano non è ancora pronto, ma intanto i connazionali anziani, che stanno seguendo qualche trattamento delicato, di quelli che non possono essere sospesi, o che devono sottoporsi a cure delicate, hanno vissuto giornate di incertezza, se non vogliamo dire di angoscia, per una situazione che certamente avrebbe potuto essere risolta prima. perché già da tempo sembra chiaro che il nuovo piano incontra difficoltà organizzative.
Due problemi risolti all’ultimo momento con delle soluzioni che in sostanza significano un rinvio.
Due buche coperte alla meno peggio, come avviene spesso con le riparazioni dei pavimenti delle nostre strade. Ma passa poco tempo e le buche si ripresentano, magari più grandi. E allora coprirle costa di più, o magari bisogna rifare tutta la strada.
Per quanto riguarda i nostri problemi, le soluzioni in extremis, le risposte parziali, solo servono a far perdere tempo. Ma parlano anche della mancanza di una politica nei nostri confronti.
E’ una di quelle realtà che si ripresentano nonostante gli annunci, le misure di emergenza, i cambi di governo, ecc. Come avviene con certe buche.
MARCO BASTI