Il commissario europeo: "Non è in linea con gli orientamenti dell'Eurogruppo di aprile". E sulle pensioni: "La riforma solo se non pesa sul bilancio". Prodi: ''Tasse già in diminuzione''. Sullo 'scalone' previdenziale: ''Sorpreso da rottura dei Sindacati''. Poi la speranza di un accordo in tempi brevi: ''Cerchiamo una formula non rigida in cui venga premiato chi rimane di più al lavoro''
BRUXELLES, 29 GIU. Il commissario agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia ha espresso "profonda preoccupazione per il limitato consolidamento pianificato per il 2008 e gli anni successivi", il quale "non è in linea con gli orientamenti dell'Eurogruppo del 20 aprile scorso". E' quanto si legge in un comunicato della Commissione europea diffuso a Bruxelles, a commento del varo da parte del Consiglio dei Ministri del Dpef
"Questo -prosegue il comunicato di Bruxelles- rallenterà la riduzione del livello di debito pubblico, ancora significativamente superiore al 100% del Pil". La nota sottolinea che "i pagamenti degli interessi su questo debito, che ammontano a oltre 68 mld di euro nel 2006, assorbono circa il 5% del Pil italiano, una cifra due volte superiore all'investimento pubblico, che assorbe risorse utilizzabili altrimenti in modo più produttivo". Inoltre, prosegue la nota di Almunia, "un ritmo lento della riduzione del debito è anche molto negativo per le generazioni future, che affronteranno una pressione crescente sul bilancio a causa dell'invecchiamento della popolazione".
Almunia, tuttavia "prende nota che il governo italiano si attiene agli impegni di assicurare che il deficit resti ampiamente al di sotto del 3% del Pil nel 2007, dal 4,4% nel 2006. Complessivamente questo indica un significativo miglioramento nel bilancio strutturale negli ultimi due anni, che ha luogo in un contesto di piu' crescita dinamica che riflette anche le misure adottate".
Quanto alle pensioni, Almunia avverte che sarà possibile riformare il sistema previdenziale italiano solo se questo non comporterà costi aggiuntivi per il bilancio. "Il commissario -si legge nel comunicato- prende nota di un'incertezza persistente per quanto riguarda i mutamenti del sistema delle pensioni. Egli sottolinea il principio che ogni cambiamento all'attuale legislazione debba essere neutro dal punto di vista di bilancio a medio e lungo periodo e non deve peggiorare la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche".
SGOBIO: BASTA CON I DIKTAT DELLA COMMISSIONE UE
Pino Sgobio, capogruppo del Pdci alla Camera, afferma: "L'Italia dà sufficiente prova di serietà e rigore sul fronte del risanamento del debito pubblico e ciò che il governo destina al sociale è il frutto proprio della lotta all'evasione e all'elusione fiscale sin qui condotta con successo. Risultano perciò quantomeno inaccettabili i continui diktat che continuano ad arrivare dalla commissione europea, non ultimo quello di Joseph Almunia, sulla riforma delle pensioni. Quello che si deve fare, come da programma, è abolire lo scalone e lavorare per una politica di lungo respiro per lavoratori e pensionati".
CAPEZZONE: ENNESIMA PROVA NEGATIVA DEL GOVERNO
L'esponete della Rosa nel pugno Daniele Capezzone afferma: "ieri dicevo che ero allibito per l'entusiasmo di Prodi sul Dpef. Era evidente che le cose non andavano: con l'unica cosa certa rappresentata dagli aumenti di spesa, senza alcuna certezza sui tagli. Ed era evidente che tutte le persone ragionevoli avrebbero dovuto preoccuparsi. Giunge ora questo ennesimo schiaffo (ma, credo, assai giustificato) da parte di Almunia. Sarebbe il caso di non far finta di nulla, dopo questa ennesima prova negativa da parte del Governo". (Italia Estera) -