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05 mag 2007Arte, La Primavera del Botticelli non andrà in Giappone – Inaugurato a Prato il restauro degli affreschi del Lippi

Il ministro dei Beni culturali: “La Primavera è  un capolavoro di particolare delicatezza, è un'opera che non si può spostare quindi resta agli Uffizi''
 
Servizio di Luciano Lombardini
PRATO, 5 MAG  In occasione dell'inaugurazione del restauro del ciclo pittorico di Filippo Lippi nel Duomo  'Storie dei Santi Stefano e Giovanni Battista' (1452-65),  Francesco Rutelli ha annunciato che 'La Primavera' del Botticelli (NELLA FOTO), uno dei capolavori del Rinascimento, non andrà in Giappone. "La 'Primavera' sta bene agli Uffizi. Comunque l'ultima parola spetta ai tecnici" ha aggiunto il ministro dei Beni culturali e vicepresidente del Consiglio rispondendo ad una domanda dei giornalisti nel corso della conferenza stampa  seguita all’inaugurazione,  di quest'altro capolavoro, il ciclo pittorico del Lippi nella Cattedrale di Prato, che dopo sei anni di restauro, torna ad essere di nuovo interamente visibile al pubblico.
 
Il ministro Rutelli, a proposito della tavola del Botticelli, ha precisato: "E' un'operazione che mi sento di escludere perché si tratta di un capolavoro di particolare delicatezza, di un'opera che non si puo' spostare".
 
La richiesta di poter ottenere 'La Primavera', custodita alla galleria degli Uffizi di Firenze, è stata avanzata dalla città di Kyoto, dopo che la capitale giapponese, Tokyo, ha ottenuto l'eccezionale prestito della 'Annunciazione' di Leonardo da Vinci, anch'essa conservata nella celeberrima galleria fiorentina.
 
Rutelli ha spiegato  che "l'invio dell''Annunciazione' in Giappone è stato fatto con tutti i crismi del caso, è stato studiato scientificamente ed è diventato esso stesso un laboratorio per eventuali futuri invii di altri capolavori italiani all'esterno. Ma l'invio del capolavoro di Leonardo - ha chiarito il ministro - è avvenuto in circostanze eccezionali ed ha un valore ed un significato enorme, con una grande ricaduta positiva in una nazione amica dell'Italia, il Giappone, che sicuramente contraccambierà l'affetto ricevuto verso l'Italia". Rutelli ha comunque precisato che la valutazione sui prestiti delle opere d'arte, da inviare all'estero, spetta "agli organismi competenti”.
 
Il vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli e ministro dei Beni Culturali, come dicevamo, é intervenuto all'inaugrazione del restauro del ciclo pittorico con 'Storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista' di Filippo Lippi (NELLA FOTO), interamente finanziato dal ministero dei Beni culturali , nella Cattedrale di Prato uno dei grandi capolavori del Rinascimento, opera fondamentale per artisti come Michelangelo, Botticelli e Ghirlandaio.
 
Così a 600 anni dalla nascita del pittore, il grandioso ciclo, una delle più alte espressioni della produzione del Lippi per qualità e complessità della pittura, è di nuovo visibile al pubblico. Il restauro che è costato 950.000,00 con un contributo della Provincia di Prato e della Diocesi per la realizzazione del cantiere e della promozione (300.000,00 euro), è stato curato dalle due Soprintendenze per i Beni Architettonici e per il Patrimonio Storico Artistico per le province di Firenze, Pistoia e Prato. I lavori, preceduti da una campagna diagnostica coordinata dalla Soprintendenza e dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sono stati eseguiti dai restauratori della CBC di Roma.
 
Per non precludere al pubblico la visibilità dell'opera durante questi anni del restauro, fu progettato a suo tempo un innovativo cantiere che ha permesso a migliaia di visitatori l'accesso sui ponteggi.
 
Il restauro del ciclo del Lippi a Prato, al pari della Cappella Scrovegni di Giotto a Padova e della Cappella Maggiore di Piero della Francesca ad Arezzo, è uno dei più importanti e complessi interventi conservativi condotti negli ultimi venti anni in Italia.
 
Il restauro, iniziato nel 2001, oltre ad aver risolto i gravi fenomeni di degrado, ha restituito all'opera, nonostante le perdite verificatesi nel corso del tempo, i valori pittorici originari, la trasparenza e la brillantezza dei colori, la forza dei volumi e degli spazi.
 
La Salomè danza di nuovo in tutta la sua leggerezza e la complessa umanità rappresentata nelle Storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista pulsa di nuova vita. Prima del restauro, gli affreschi apparivano offuscati da uno spesso strato di nerofumo, dovuto principalmente al funo delle candele ed in parte anche allo smog. Le scene erano interessate da lesioni, sollevamenti e distacchi di intonaci e colore: tutta la superficie pittorica si presentava particolarmente fragile.
 
Luciano Lombardini/Italia Estera
 



 
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