A Torino la manifestazione nazionale dei sindacati: un minuto di silenzio in ricordo nelle 'morti bianche'. Napolitano al Quirinale ha voluto con se i parenti delle vittime del lavoro
ROMA, 1 MAG (Italia Estera) - E’ un primo maggio dedicato alle vittime degli incidenti sul lavoro. Oltre 1.300 persone morte ogni anno in Italia e decine di migliaia ferite. Nel suo intervento al Quirinale questa mattina il Capo dello Stato ha detto: "La sicurezza nei luoghi di lavoro deve costituire oggetto di costante impegno nel presente e nel futuro". il segretario della Cgil Guglielmo Epifani ha definito le vittime degli incidenti sul lavoro "inaccettabile" e un "problema che riguarda tutto il Paese".
A Torino, dove Cgil Cisl e Uil hanno deciso di tenere, dopo 13 anni, la loro manifestazione nazionale che ha come slogan 'L'Italia riparte dal lavoro' è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare le troppe 'morti bianche' . Il minuto di silenzio é stato osservato oggi in tutte le piazze dove si tsi sono svolte manifestazioni sindacali. Un impegno sottoscritto anche dal Governo.
Napolitano, che in occasione della Festa del 1° maggio ha voluto al Quirinale accanto a se i parenti delle vittime, ha detto che "Il diritto al lavoro e la tutela del lavoro hanno rappresentato e rappresentano i due pilastri del nostro impianto costituzionale : ed essi vanno mantenuti in egual misura al centro dell'impegno della Repubblica, e delle sue istituzioni. Sia per l'uno che per l'altro aspetto siamo ancora lontani da traguardi conclusivi e da conquiste consolidate. E la giornata del 1° maggio costituisce la migliore occasione per mettere in luce i risultati conseguiti e le questioni aperte". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica nel corso della cerimonia svoltasi al Quirinale
"E giungo - ha detto fra l'altro il Capo dello Stato - al capitolo più sensibile della mia e nostra riflessione: il capitolo della sicurezza nei luoghi di lavoro che abbiamo voluto porre al centro di questa celebrazione del 1° maggio. E' un problema non nuovo ma più che mai scottante, che deve costituire oggetto di costante impegno nel presente e nel futuro. Non esistono soluzioni radicali e facili: ma dobbiamo sentire in tutto il suo peso umano e sociale il fatto che il numero totale degli infortuni resta non molto al di sotto del milione all'anno e quello degli infortuni mortali resta di oltre mille all'anno, in media - tragicamente - tre al giorno".
Ieri dal Quirinale, intanto, è arrivato un messaggio ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil in occasione del sessantesimo anniversario della strage di Portella della Ginestra del 1 maggio 1947. "Occorre continuare la ricerca della verità - scrive il presidente Giorgio Napolitano - su tutte le circostanze e le responsabilità di quell'inaudito massacro: non solo per dovere verso le vittime innocenti, ma anche per quel che Portella della Ginestra rappresentò come primo segno di una volontà eversiva della nuova legalità democratica repubblicana".
Un pò di storia
Il primo maggio del 1947, esattamente 60 anni fa, é strage tra i lavoratori siciliani riuniti a Portella della Ginestra per festeggiare il primo maggio: Undici morti e trenta feriti. Le pallottole della banda Giuliano lasciano a terra uomini, donne e bambini, spegnendo nel sangue gli entusiasmi dei lavoratori siciliani. Che brindano al successo del 'Blocco del Popolo' nelle elezioni per l'Assemblea Regionale, dove lo schieramento della sinistra raggiunge il 29,13% dei voti. E che finalmente vedono concretizzarsi la speranza della fine del latifondismo agrario, con le sempre più frequenti occupazioni delle terra da parte dei braccianti agricoli. Salvatore Giuliano e i suoi uomini usano i mitra per dimostrare che in Sicilia non sarà facile: che anche se il ventennio è finito questo non vuol dire che per il lavoratori il cammino verso il riscatto sociale, verso l'uguaglianza, verso la libertà sarà finalmente senza ostacoli. I padroni dell'isola, poteri forti e Mafia, ora si sono alleati con gli americani, aiutandoli nello sbarco del '43 e ricevendone in cambio nuova legittimazione. Cosa Nostra, ex fascisti, servizi segreti stranieri, sono in combutta per far fronte unico contro il rischio comunista in Italia. E non sono disposti a fare sconti a nessuno.
Nella storia di Portella della Ginestra, all'alba della Repubblica, sono già presenti tutti gli 'attori' che accompagneranno la storia della 'Prima Repubblica', facendo presagire -ma questo si capirà dopo- che la 'strategia della tensione' è la strada che sarà usata per evitare svolte a sinistra, che nessuno può pensare realizzabili per un Paese come l'Italia.
Sulle prime per l'agguato di Portella della Ginestra vengono arrestati capimafia come Giuseppe Troia, Salvatore Romano, Elia Marino, Pietro Gricoli. Ma il 22 giugno, dopo meno di due mesi dalla strage, la versione ufficiale dei fatti cambia: viene accusato il bandito Salvatore Giuliano, considerato unico responsabile, i mafiosi vengono rilasciati. Giuliano è il leader del separatismo siciliano, al centro dell'azione del Mis (Movimento per l'Indipendenza della Sicilia), organismo molto attivo nell'isola del primo dopoguerra.
Non fu mai fatta luce sui reali mandanti della strage, anche se il rapporto dei carabinieri faceva chiaramente riferimento ad "elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali". Tra le ipotesi che si faranno strada anche quelle di vedere in campo a Portella interessi fascisti legati alla X MAS di Junio Valerio Borghese, ai servizi segreti USA e ai latifondisti siciliani. Non fu mai possibile dimostrare questo inquietante scenario perché Giuliano fu ucciso dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta nel 1950 a Castelvetrano. E lo stesso Pisciotta, nel 1954, fu avvelenato in carcere, alla vigilia di rivelazioni sulla strage da lui stesso annunciate. Gettare bombe, sparare sulla folla e colpire i simboli: saranno questi i contraccolpi che il Paese subirà, con impressionante regolarità, nei momenti di svolta politica. Un filo rosso che storici e processi hanno svelato fosse dovuto a un patto scellerato tra servizi deviati, apparati paralleli, neo-fascisti e intelligence straniere. Senza soluzione di continuità, proprio a partire dalla strage di Portella della Ginestra, fino agli anni '80.
(Italia Estera) -