di Alfonso Maffettone
ROMA, 17 APR, (Italia Estera) - Pasquale Pistorio è stato nominato presidente di Telecom Italia in sostituzione del dimissionario prof. Guido Rossi. La nomina , scontatissima, è avvenuta stasera all’unanimità ad opera del nuovo consiglio di amministrazione nominato ieri al termine di una lunga e infuocata assemblea dei soci con esilaranti show di Beppe Grillo e dei piccoli azionisti.
Vicepresidente della Confindustria ed ex numero uno della grande azienda italofrancese di componenti elettronici STM, Pistorio assume la presidenza quando l’azionista di riferimento Marco Tronchetti Provera ha messo in vendita il colosso delle telecomunicazioni italiane per risolvere il problema delle sue passività. Nativo di Agira, in provincia di Enna, Pistorio, 71 anni, ingegnere elettronico ed ex venditore della Motorola deve dimostrare di avere doti di equilibrio e di abile traghettatore. “Siamo pronti a proseguire il lavoro’’ ha commentato a caldo il neo presidente sostenendo che “ Telecom Italia e’ una grande azienda economicamente sana e molto forte tecnologicamente”.
Sulle sfide future di Tlc , Pistorio, che viene indicato vicino al Presidente del Consiglio Romano Prodi, non si è sbilanciato ne’ d’altra parte poteva farlo in una situazione che di giorno in giorno diventa sempre più confusa. . “ Il consiglio di amministrazione e gli organi operativi hanno il dovere di creare il valore per gli azionisti’’, si è limitato a dire , una dichiarazione quasi rituale per un nuovo presidente.
Il momento e’ delicatissimo. In Italia appena scatta il meccanismo del libero mercato il clima si arroventa e la politica, che dovrebbe restare estranea, ne entra a far parte.
Il presidente Prodi ed i politici della maggioranza di sinistra ritengono che Telecom sia un’ industria di interesse strategico e sociale e si sono dichiarati, apertamente o velatamente, contrari alla sua cessione a gruppi stranieri. Inoltre esponenti del governo hanno indicato la necessità del ricorso ad un provvedimento legislativo di urgenza per societarizzare la rete di accesso di Tlc e sottrarla alla gestione di un operatore non italiano.
Cosi ieri sera l’ americana At&t ha ritirato a sorpresa la sua offerta per l’acquisto del 33% di Olimpia, l’holding che controlla il 18% del gruppo Tlc e di proprietà di Tronchetti Provera quale presidente di Pirelli. Motivo della decisione l’ “incertezza sulle regole”. L’altra protagonista della cordata la messicana America Movil ha fatto sapere di restare in gara per l’altro 33%.
La mossa di At&t ha avuto l’effetto di accendere ulteriormente il dibattito politico in Italia. In una trasmissione televisiva, il ministro delle infrastrutture Antonio di Pietro, nel suo linguaggio colorito, ha difeso con toni da crociata l’italianità di Telecom suscitando le ire di esponenti dell’ opposizione che sostengono il libero mercato. L’offerta italiana, comunque, e’ rappresentata dai gruppi bancari di Intesa San Paolo e Mediobanca che hanno lanciato una cordata per l’acquisto di Telecom. Ma dalle colonne dell’Unità, l’autorevole giornale di sinistra, sono balzati fuori i nomi anche di Roberto Colannino che è stato presidente e amministratore delegato prima che Tlc passasse a Pirelli e di Silvio Berlusconi, capo dell’opposizione e presidente di Mediaste. Nessuno dei due, però, ha confermato il proprio interesse per Tlc. Naturalmente la chiamata in campo di Berlusconi ha gettato altra benzina sul fuoco dell’ annosa questione del conflitto di interesse.
Marco Tronchetti Provera, al quale andava bene il prezzo di 2,82 euro per azione offerto dagli americani, ha ribadito che la quota Olimpia non sarà mai svenduta. “ Pirelli non ha fretta. Come ho già detto venderà solo al giusto prezzo. Operatori del settore delle telecomunicazioni hanno attribuito alla quota Telecom Italia, detenuta da Olimpia , un valore preciso: farli scappare uno alla volta per giocare al ribasso non funziona’’, ha affermato polemicamente Tronchetti .
L’imprenditore italiano ha ricordato a questo punto le trattative andate a monte con l’editore australiano Murdoch e con la società spagnola Telefonica.
Il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha spezzato un lancia in favore del presidente della società della Bicocca ed ha ammonito sul rischio della fuga degli investitori stranieri dall’Italia. “Il cambiamento delle regole o meglio le regole poco chiare, ancora più cambiate in corsa portano inesorabilmente alla perdita di credibilità ed un ulteriore allontanamento o riduzione della possibilità di investimenti stranieri in Italia, investimenti che non sono stati mai così bassi in Italia come adesso ’’, ha detto Montezemolo .
Infine l’Ambasciatore Usa in Italia Ronald Spogli ha rilevato l’invadenza del governo italiano negli affari economici. “Il caso dell’offerta At&t ha dimostrato una grandissima differenza fra Italia e Usa per quanto riguarda il concetto dell’importanza della presenza del governo negli affari dell’economia. In Italia c’è una lunga tradizione di una presenza molto più forte del governo negli affari dell’economia. Negli anni a venire sarà molto importante determinare se questo è il sistema che gli italiani vogliono per il futuro’’, ha detto il rappresentante degli Usa a Roma.
Alfonso Maffettone/Italia Estera