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16 feb 2007AFGHANISTAN: Tavola rotonda alla Farnesina con il presidente Karzai su “ democrazia, giustizia e sviluppo: il ruolo delle donne

ROMA, 16 FEB (Italia Estera) - "Siamo molto grati all'Italia e al popolo italiano per il loro fermo sostegno, non solo oggi, alla ricostruzione dell'Afghanistan". Lo ha detto il presidente afghano Hamid Karzai oggi alla Farnesina nella sala delle Conferenze internazionali per partecipare ad una tavola rotonda con il ministro degli Esteri Massimo D'Alema su "Afghanistan - democrazia, giustizia e sviluppo: il ruolo delle donne" . "Intendiamo camminare tutti uniti con il contributo delle donne e sperare in un futuro migliore", ha aggiunto Karzai, (che ha poi fatto visita anche a Napolitano e Prodi)  sottolineando l'importanza del ruolo delle donne e i progressi che sono stati compiuti nel suo paese sul fronte dei diritti delle donne.
Il vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema, nel suo intervento alla tavola rotonda della Farnesina, ha sottolineato che la presenza di tante donne "che sono esponenti di spicco della società afghana, costituiscono la prova più evidente del progresso che si è verificato nel Paese, che tanti anni di occupazione straniera e di dominio talebano avevano ridotto alla disperazione ed alla distruzione quasi totale".
D'Alema ha affermato che in Afghanistan "si sta procedendo verso il progresso delle istituzioni democratiche. Anche se la strada del pieno completamento della ricostruzione del Paese è ancora lunga e disseminata di ostacoli. Occorre esserne ben consapevoli - ha sottolineato il capo della diplomazia italiana - ma non per questo può essere trascurata l'importanza, in molti casi straordinaria, dei risultati conseguiti in questi anni". "Oggi - ha proseguito - abbiamo un Afghanistan democratico, con una Costituzione, un Presidente ed un Parlamento liberamente eletti. Colgo l'occasione - ha concluso D'Alema - per salutare la vice presidente della Wolesi Jirga (la Camera bassa del parlamento), Fawzia Kofi che è oggi fra noi".
Del nuovo Afghanistan, Karzai ha fornito i dati: il 27% dei parlamentari sono donne; le studentesse sono il 30-35% della popolazione universitaria; milioni i bambini che vanno a scuola e molte le donne imprenditrici. Ma, ha osservato, "permangono esempi di violazione dei diritti".
 
Il ministro per il Commercio internazionale e le politiche europee, Emma Bonino, a proposito dell'intervento italiano in Afghanistan, è convinta che "La condizione del nostro impegno è quella di una persistenza, addirittura di una cocciutaggine, ma anche di una flessibilità per capire che cosa non ha funzionato".     "Con l'Afghanistan - ha sottolineato Bonino - dobbiamo essere il più innovativi possibili". Il ministro ha parlato anche di uno dei più gravi problemi del paese che è la coltivazione e il traffico di droga: "Vogliamo affrontare la questione dell'oppio - ha dichiarato - in modo più pragmatico. Non credo che quella delle colture alternative sia l'unica soluzione possibile. Consiglio di percorrere la strada che abbiamo già sperimentato in Turchia con l'acquisto di quote legali di oppio per farne morfina. Secondo me - ha concluso - una strada che andrebbe valutata e provata anche se so che la diplomazia è contraria".
 
Quello in Afghanistan "sarà un impegno di lungo periodo", ha riconfermato il sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti, spiegando che l'azione dell'Italia "non è un impegno improvvisato ma un impegno strutturale che, auspichiamo, assumerà sempre di più le caratteristiche di un impegno civile". Tre, i pilastri sui quali costruire il futuro: "Sicurezza, sviluppo, democrazia", secondo Vernetti che - insieme all' ex sottosegretario Margherita Boniver - esclude una exit strategy. Il presidente della Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri é convinto "che il parlamento italiano rinnoverà il sostegno alla missione in Afghanistan in modo unitario". Per lui "non si può rinunciare alla forza militare" ma non va abbandonata l' idea di una conferenza internazionale per la pacificazione del Paese. E per il vice ministro degli Esteri Patrizia Sentinelli, "La cooperazione civile non può essere messa insieme all'intervento militare"  (Italia Estera) -



 
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