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27 dic 2006Papa, Nel messaggio natalizio Urbi et Orbi:"Dal fondo di questa umanità gaudente e disperata si leva un` invocazione straziante di aiuto"

CITTA` DEL VATICANO, 27 DIC (Italia Estera) -  Il Papa si è rivolto al mondo dalla loggia centrale della basilica vaticana e nel messaggio natalizio Urbi et Orbi si è posto una domanda: se "ha ancora valore e significato un ‘Salvatore’ per l’uomo del terzo millennio" e si è dato una risposta: "Dal fondo di questa umanità gaudente e disperata si leva un’ invocazione straziante di aiuto".
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Poi il Papa, tra le piaghe che affliggono l`umanità postmoderna,  ha elencato la fame e la povertà, pur in tempi "di consumismo sfrenato", l`odio "razziale e religioso", la violenza, il terrorismo, e anche la scelta della morte "credendo di inneggiare alla vita" ed ha detto che l’uomo del ventunesimo secolo, dopo aver raggiunto la Luna e Marte, dopo aver decifrato "i codici meravigliosi del genoma umano", dopo aver reso la terra "un piccolo villaggio globale" grazie all`"oceano virtuale di internet" e alle "più avanzate tecnologie multimediali", oggi "si presenta come sicuro ed autosufficiente artefice del proprio destino, fabbricatore entusiasta di indiscussi successi".
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Benedetto XVI ha messo in guardia tutti: "Sembra, ma così non è. Si muore ancora di fame e di sete, di malattia e di povertà in questo tempo di abbondanza e di consumismo sfrenato. C`é ancora chi è schiavo, sfruttato e offeso nella sua dignità; chi è vittima dell`odio razziale e religioso, ed è impedito da intolleranze e discriminazioni, da ingerenze politiche e coercizioni fisiche o morali, nella libera professione della propria fede". E ancora: "c`é chi vede il proprio corpo e quello dei propri cari, specialmente bambini, martoriato dall`uso delle armi, dal terrorismo e da ogni genere di violenza in un`epoca in cui tutti invocano e proclamano il progresso, la solidarietà e la pace per tutti".
"E che dire - ha proseguito il Papa - di chi, privo di speranza, è costretto a lasciare la propria casa e la propria patria per cercare altrove condizioni di vita degne dell`uomo? Che fare per aiutare chi è ingannato da facili profeti di felicità, chi è fragile nelle relazioni e incapace di assumere stabili responsabilità per il proprio presente e per il proprio futuro, si trova a camminare nel tunnel della solitudine e finisce spesso schiavo dell`alcool o della droga?".
E riferendosi alle recenti polemiche sull`eutanasia  si è domandato: Che pensare  di chi sceglie la morte credendo di inneggiare alla vita?".
Per Papa Ratzinger  "malgrado le tante forme di progresso, l`essere umano è rimasto quello di sempre: una libertà tesa tra bene e male, tra vita e morte. E` proprio lì, nel suo intimo, in quello che la Bibbia chiama il ‘cuore’, che egli ha sempre necessità di essere `salvato`". "E nell`attuale epoca post moderna - ha aggiunto - ha forse ancora più bisogno di un Salvatore, perché più complessa è diventata la società in cui vive e più insidiose si sono fatte le minacce per la sua integrità personale e morale".
Poi l`appello del Papa, che non esita a chiedere una pace "giusta e duratura" per il Medio Oriente, grazie alla "ripresa del dialogo tra Israeliani e Palestinesi". "Metto nelle mani del divino Bambino di Betlemme - ha affermato il Pontefice - i segnali di ripresa del dialogo tra Israeliani e Palestinesi, di cui siamo stati testimoni in questi giorni, e la speranza di ulteriori confortanti sviluppi".  Il Papa che parlava alla città ed al mondo dalla loggia centrale della Basilica vaticana ha proseguito dicendo: "Con viva apprensione penso, in questo giorno di festa, alla regione del Medio Oriente, segnata da innumerevoli e gravi crisi e conflitti, ed auspico che si apra a prospettive di pace giusta e duratura, nel rispetto degli inalienabili diritti dei popoli che la compongono". E nel messaggio inviato in occasione del natale ai cattolici che vivono nelle regioni del Medio Oriente il Papa afferma: "Spero vivamente che la Provvidenza faccia sì che le circostanze permettano un mio pellegrinaggio nella Terra resa santa dagli avvenimenti della Storia della Salvezza". "In attesa che si avveri  questo desiderio - aggiunge Benedetto XVI -, vi incoraggio a proseguire sulla via della fiducia, compiendo gesti di amicizia e di buona volontà".
 Il papa ha anche auspicato "un Libano democratico", che, dopo tante vittime, distruzioni e incertezze, sopravviva e progredisca, aperto agli altri, in dialogo con le culture e le religioni".  La fine dei "conflitti fratricidi" nello Sri Lanka, in Darfur e "dovunque in Africa", consolidando in quel continente "i progressi di riconciliazione, di democrazia e di sviluppo".
Benedetto XVI ha poi fatto appello "a quanti hanno in mano i destini dell`Iraq, perché cessi l`efferata violenza che insanguina il Paese e sia assicurata ad ogni suo abitante un`esistenza normale". "Conceda il divino Bambino, Principe della pace - sono ancora le parole del Papa -, che si estinguano quei focolai di tensione che rendono incerto il futuro di altre parti del mondo, in Europa come in America Latina". Infine il Papa  ha impartito la solenne benedizione “Urbi et Orbi” dinanzi ad una folla strabocchevole in Piazza San Pietro, presente anche la banda dei Carabinieri ed una compagnia di formazione delle forze armate italiane sul punto che segna il confine dello stato italiano per il tradizionale omaggio al Pontefice.  (Italia Estera) -



 
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