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28 nov 2006Il Papa in Turchia: ''Stima per tutti i musulmani''

ANKARA, 28 NOV. (Italia Estera) - "Questo non é un viaggio  politico ma un viaggio pastorale e ha come sua determinazione il dialogo e l'impegno comune per la pace". E' quanto ha detto Papa Benedetto XVI rivolto ai giornalisti a bordo dell' aereo che lo ha portato in Turchia.   Il Papa ha parlato di dialogo fra la "Chiesa e l'Islam" e il dialogo "con i nostri fratelli cristiani", evidenziando il valore simbolico degli incontri, "incontri in amicizia", e dell'impegno per la pace e la fraternità.
Benedetto XVI è arrivato all'aeroporto di Ankara alle 12. Con una stretta di mano con il premier turco Erdogan è iniziato ufficialmente il viaggio di Ratzinger nel paese islamico, tra ingenti misure di sicurezza. Nell'atteso faccia a faccia, il premier turco si è rivolto al Papa con queste parole: ''Sono lieto di ricevere Sua Santità''. Il Santo Padre ha risposto: ''La mia visita per approfondire l'amicizia tra Turchia e Santa Sede''. Venticinque minuti di incontro, dieci più del previsto, poi il leader di Ankara ha lasciato la sala per partire per il vertice Nato di Riga. A fare da interprete Serra Yilmaz, un'attrice turca nota anche in Italia per avere recitato nei film di Ferzan Ozpetek e nella fiction 'Carabinieri'.

Erdogan, spiegando il contenuto del colloquio con Ratzinger, ha detto: ''Il Papa è venuto in Turchia per il dialogo cattolici-ortodossi, è questo lo scopo del viaggio''. Il Pontefice, secondo quanto riferito dal premier turco, avrebbe anche detto: ''Io non sono un politico ma non sono contrario all'ingresso della Turchia dell'Unione europea''.

Dopo l'incontro con Erdogan, il Papa si è recato al mausoleo di Ataturk, il padre dei turchi, ad Ankara. Qui Benedetto XVI ha firmato il Libro d'Oro e ha scritto un messaggio copiato da un foglietto. ''La Turchia -ha scritto in inglese- è punto di incontro e crocevia di religioni e culture diverse, cerniera tra Asia ed Europa. Volentieri faccio mie le parole del fondatore della Repubblica turca per esprimere l'augurio, 'pace in patria e pace nel mondo'''. Poco prima Benedetto XVI aveva deposto un cuscino di fiori davanti alla tomba di Kemal Ataturk. La prima giornata del Papa in Turchia è proseguita con l'incontro con il presidente della Repubblica Ahmet Necdet Sezer.

Nell'atteso colloquio con il Gran Muftì Ali Bardakoglu, presidente del direttorato degli Affari religiosi della Turchia e massima autorità musulmana del Paese, le prime parole di Benedetto XVI sono state:  ''La religione è forza di pace e riconciliazione''.
''Noi - ha detto il Papa - vogliamo andare avanti sulla scia del Concilio Vaticano II che con la dichiarazione sulle religioni del mondo ha aperto una nuova pagina nella storia della nostra sede''. Il Papa ha anche sottolineato ''Il comune impegno per la pace'' delle religioni di fronte ''al tanto sangue umano versato ogni giorno''. Ratzinger ha quindi ricordato le comuni radici abramitiche delle due religioni, che rappresentano un impegno per ''la fratellanza dell'umanità''.

''Nella Sua persona, Signor Presidente - ha aggiunto ancora il Pontefice - saluto tutti i musulmani della Turchia con particolare stima ed affettuosa considerazione''. ''Il Suo Paese - ha detto ancora Ratzinger - è molto caro ai cristiani: molte delle primitive comunità della Chiesa furono fondate qui e vi raggiunsero la maturità, ispirate dalla predicazione degli Apostoli, particolarmente di san Paolo e di san Giovanni''. ''I cristiani e i musulmani - ha detto ancora il Papa- seguendo le loro rispettive religioni, richiamano l'attenzione sulla verità del carattere sacro e della dignità della persona. E' questa la base del nostro reciproco rispetto e stima, questa è la base per la collaborazione al servizio della pace fra nazioni e popoli''.

''Mi sono preparato a questa visita in Turchia - ha detto ancora Benedetto XVI - con i medesimi sentimenti espressi dal mio Predecessore, il Beato Giovanni XXIII, quando giunse qui come Arcivescovo Angelo Giuseppe Roncalli, per adempiere l'incarico di Rappresentante Pontificio ad Istanbul: 'Io sento di voler bene al Popolo turco, presso il quale il Signore mi ha mandato... Io amo i Turchi'''.

''La libertà di religione, garantita istituzionalmente ed effettivamente rispettata, sia per gli individui come per le comunità, costituisce per tutti i credenti -ha sottolineato il Papa- la condizione necessaria per il loro leale contributo all'edificazione della società, in atteggiamento di autentico servizio, specialmente nei confronti dei più vulnerabili e dei poveri''.

Da parte sua, il Gran Muftì ha dichiarato: ''L'umanità ha bisogno di pace e tranquillità e questa visita aprirà nuovi orizzonti di pace all'umanità''. ''Noi accordiamo -ha aggiunto- grande importanza al dialogo interreligioso e interculturale e anche fra le civiltà. Gli uomini devono imparare a rispettare differenti religioni e modi di vita. Io credo, e ci crediamo tutti, che l'Islam e non solo l'Islam -ha concluso- possa contribuire alla pace''.

Oltre 100 ambasciatori di quasi tutti i paesi rappresentati in Turchia hanno partecipato stasera al ricevimento per il corpo diplomatico in Turchia, svoltosi in onore di Benedetto XVI nella sede della Nunziatura vaticana ad Ankara. Durante l'intervento pronunciato Benedetto XVI ha parlato della Turchia, come di ''un grande Paese moderno e laico''. ''Le religioni per parte loro -ha affermato- non cerchino di esercitare direttamente un potere politico, poiché a questo non sono chiamate'' e ''rinuncino assolutamente a giustificare il ricorso alla violenza come espressione legittima della pratica religiosa''. ''Saluto a questo proposito - ha detto il Papa- la comunità cattolica di questo Paese, poco numerosa ma molto desiderosa di partecipare nel modo migliore allo sviluppo del Paese''. ''E' compito delle Autorità civili in ogni Paese democratico - ha osservato ancora il Pontefice - garantire la libertà effettiva di tutti i credenti e permettere loro di organizzare liberamente la vita della propria comunità religiosa''.
 
L'ambasciatore del Libano George Siam ha tenuto un discorso di benvenuto a nome dell'intero corpo diplomatico, affermando tra l'altro che "gli eventi dell'11 settembre hanno mutato radicalmente l'atmosfera di ottimismo che regnava in precedenza nel mondo" e che "il Vaticano ha avuto sempre nella storia un ruolo importante, combattendo contro la povertà, condannando il terrorismo, e rendendo questo mondo più vivibile". Dopo il ricevimento, il Papa si è trattenuto a cena in Nunziatura, dove passerà la notte. Domani mattina volerà ad Efeso per presiedere la messa e pronunciare l'omelia. In quelle vicinanze si trova la "casa di Maria", ritenuta da una tradizione cattolica l'ultima dimora terrena della Madonna, già visitata da Paolo VI nel 1967 e da Giovanni Paolo II nel 1979.

Nel Paese è massima allerta delle forze di sicurezza. Tutte le licenze sono state annullate e sono state messe in piedi misure di sicurezza superiori a quelle previste lo scorso anno per la visita del presidente degli Stati Uniti George W. Bush.

Il Papa giovedì visiterà la Moschea blu di Istanbul dove è già stato predisposto il presidio delle forze dell'ordine. Quindi la visita a Santa Sofia, ex basilica bizantina ed ex moschea. Infine, nella basilica di Santo Spirito, il Papa celebrerà il primo dicembre la messa per la giornata conclusiva della sua visita.



 
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