Il premier incontra l'arcivescovo e i rappresentanti delle istituzioni locali: ''Criminalità è il grande ostacolo allo sviluppo economico del Sud''.
Servizio di Attilio Pisani
NAPOLI, 2 NOV. (Italia Estera) - Il premier Romano Prodi arriva a Napoli nel pieno dell'emergenza criminalità che da giorni fa troppi morti. Anche oggi l’ondata di criminalità non si arresta. Nel pomeriggio a Pozzuoli un uomo è stato ferito all'addome da un colpo d'arma da fuoco. Ancora incerta è la dinamica di quanto accaduto. In mattinata un pregiudicato è stato accoltellato, poco dopo le 5, in piazza del Gesù, in piano centro cittadino.
Ma per il Presidente del Consiglio ''L'esercito per ora non è necessario''. Ritiene l'invio dell'esercito un'opzione, nega un ''legame statistico tra i crimini di questi giorni e l'indulto'' e mette l'accento sulla ''mancanza di legalità'' come ''grande ostacolo allo sviluppo del Sud'' e non della sola Napoli.
''Trovo che la mancanza di legalità sia il più grande ostacolo allo sviluppo economico del Sud, che ha impedito al Mezzogiorno un salto in avanti'', ha detto il premier nella conferenza stampa dopo l'incontro con il cardinale Sepe e le istituzioni locali in Prefettura. ''La legalità - ha aggiunto - è anche un fatto di dignità e dovere politico. E' frustrante incontrare investitori stranieri e sentirgli dire che il problema di investire nel Mezzogiorno è legato alla presenza della criminalità''.
Napoli, dunque, ''non è un fenomeno isolato''. Anche se Prodi non nega che la situazione ''è angosciante''. Il premier però nega che ci sia un legame causa-effetto tra l'emergenza di questi giorni e l'indulto. ''Non c'è alcun legame statistico tra gli episodi di criminalità verificatisi in questi giorni a Napoli e l'indulto''. Quanto all’invio dell’esercito, il Professore precisa: ''Per ora non è necessario. Ritengo piu' efficace l'aumento delle forze dell'ordine con compiti piu' precisi e marcati - ha aggiunto Prodi - ma l'utilizzo dell'esercito non e' escluso a priori''.
Appena arrivato a Napoli il premier ha incontrato l'arcivescovo. ''Credo che la visita del presidente Prodi segni un momento importante per la ripresa della speranza a Napoli, città che ha bisogno di aiuto per risollevarsi'', ha sottolineato il cardinale Crescenzio Sepe al termine dell’incontro che è durato una mezz’ora. Il presidente del Consiglio "sta lavorando su progetti concreti in temi di occupazione e giovani e che vuole confrontare con le autorità del territorio. Speriamo che ci sia qualcosa di concreto". ''Abbiamo parlato di vari problemi - ha detto l'arcivescovo - che Prodi conosce bene e c'è la forte volontà di affrontarli concretamente''.
"Ho voluto sottolineare - spiega Sepe - soprattutto la questione dell'occupazione in genere e dei giovani in particolare e ho trovato il presidente molto, molto sensibile". Secondo Sepe "la sua visita è certamente segno di un momento importante per una ripresa di speranza per una Napoli che ha bisogno di essere aiutata a risollevarsi". Il cardinale ha riferito di aver consegnato a Prodi il messaggio diffuso nei giorni scorsi e nel quale Sepe sottolinea che, in questi giorni di emergenza criminale, "Dio non ha voltato le spalle a Napoli". A giudizio del cardinale "Napoli ha tali potenzialità che non solo può risollevarsi ma risplendere di quella sua bellezza propria, del passato e del presente".
Subito dopo Prodi si è quindi recato in Prefettura per incontrare il prefetto Renato Profili, il questore Oscar Fioriolli, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, il sindaco Rosa Russo Iervolino e il presidente della Provincia Dino di Palma.
Nel corso della conferenza stampa che ne è seguita, il premier - come dicevamo - sostiene che ''l'esercito per ora non è necessario'', dice anche no a una legislazione d' urgenza perché quella di Napoli "non è un' emergenza speciale". "Per ora non è necessario - ribadisce Prodi - proprio perché è più efficace un aumento della presenza e dell'attività di carabinieri, polizia e guardia di finanza, che hanno un compito più preciso e più marcato.
L'impiego dell'esercito non è escluso a priori e in modo totale, ma per ora nell'allocazione delle risorse riteniamo di dover lavorare in altra direzione. A chi gli chiede se il governo sta pensando a interventi nel quadro di una legislazione di urgenza, il premier risponde così: "No perché, purtroppo, Napoli non rappresenta un'emergenza speciale, non è un fenomeno isolato".
Ci saranno iniziative per il rafforzamento della videosorveglianza nel piano che il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha predisposto per Napoli. Prodi ha evidenziato che, comunque, "la microcriminalità è un problema che riguarda il Sud ma anche il Nord". Del resto, il piano del ministro Amato, dice Prodi, "verrà iscritto entro un mese in un piano più vasto in ambito nazionale".
Se non c'é il trionfo della legalità, Napoli non si muove. Ci dobbiamo dare una mano a vicenda e uscire dal tunnel". Il premier sprona tutti a mettere da parte lo scetticismo perché ci sono le "capacità morali e operative per farcela". E a chi gli chiede di commentare le parole del leghista Roberto Calderoli sull'emergenza criminalità nel capoluogo campano dice: "Anche il pudore ha la sua parte".
Il presidente del Consiglio ha voluto raccontare che nel recente colloquio con il capo dello Stato "c'é stato il più completo acc ordo e la più completa sintonia". "Quando abbiamo parlato con Napolitano non avevamo certo sentimenti diversi. Anche io sono veramente angosciato".
Il presidente del consiglio, Romano Prodi, é ripartito per Roma dove incontrerà questa sera, alle ore 20.30, a Villa Madama, alti esponenti del mondo economico della Federazione Russa.
I commenti dell'opposizione
Pier Ferdinando Casini, leader dell' Udc, interviene in un intervista a "Il Mattino" sul problema criminalità a Napoli nel giorno della visita del premier Romano Prodi: " Potrei fare anch'io il mio show propagandistico e dire che a Napoli ci vuole l'esercito e altro ancora. Ma sono una persona seria. Per questo chiedo al governo di presentare al più presto in Parlamento un dettagliato esame di costi e benefici della necessaria operazione sicurezza a Napoli".
"Non possiamo correre il rischio di inviare 10mila militari e poi scoprire che l'operazione costa più di un potenziamento delle forze dell'ordine e, magari, ha una minore efficacia". "Il governo si è mosso finora con ritardo e - aggiunge Casini - con un elevato tasso di approssimazione. Non può accorgersi solo ora che a Napoli c'é un'emergenza criminalità quando da mesi i rapporti dei prefetti e dei questori segnalavano l'allarme. E non è bello vedere un ministro della Giustizia che invoca l'esercito e un ministro dell'Interno che si dice contrario".
Casini quindi attacca "i governi locali" che "a Napoli e in Campania troppo spesso" sfuggono "alle loro responsabilità", incalzando il governatore Antonio Bassolino che "governa Napoli e la Campania da oltre un decennio". "E' un politico autorevole. Non credo - dice - che possa sempre cavarsela puntando il dito contro altri". "Non ho ancora sentito da Bassolino parole di autocritica. Penso che dovrebbe cominciare a farlo".
Casini sottolinea quindi che "Napoli è una grande questione nazionale. E' la città più grande del Mezzogiorno". "Quanto sta accadendo in questi giorni è la punta di un iceberg. E' il paradigma dell'insorgenza criminale che affligge tanti territori del sud".
Adolfo Urso, dell'Esecutivo di An, in merito alle dichiarazioni del presidente del Consiglio Romano Prodi sull'invio dell'esercito a Napoli rileva: "Sulla rinuncia ad utilizzare l'esercito a Napoli, credo che abbiano pesato soprattutto i diktat ideologici dell'estrema sinistra, oltre che le resistenze personali di alcuni amministratori locali che temono di essere sconfessati".
"Il presidente del Consiglio - aggiunge Urso - appare ancora una volta impotente, imbrigliato dai veti ideologici e dagli egoismi dei singoli, e si trincera dietro a banalità come quella secondo cui l'esercito da solo non basta. Certo, l'esercito non basta, non è sufficiente ma assolutamente necessario. Allo stato l'unica risposta immediata ad una situazione di grave emergenza.
Insieme all'impiego dell'esercito, occorrono altri interventi, sul piano giudiziario, sociale ed economico e forse, occorrerebbe anche l'autocritica di una sinistra che negli ultimi trent'anni ha avuto le massime responsabilità di potere a Napoli come in Campania e quindi, anche la massima responsabilità dell'attuale degrado".
Adolfo Urso, dell'Esecutivo di An, in merito alle dichiarazioni del presidente del Consiglio Romano Prodi sull'invio dell'esercito a Napoli rileva: "Sulla rinuncia ad utilizzare l'esercito a Napoli, credo che abbiano pesato soprattutto i diktat ideologici dell'estrema sinistra, oltre che le resistenze personali di alcuni amministratori locali che temono di essere sconfessati".
"Il presidente del Consiglio - aggiunge Urso - appare ancora una volta impotente, imbrigliato dai veti ideologici e dagli egoismi dei singoli, e si trincera dietro a banalità come quella secondo cui l'esercito da solo non basta. Certo, l'esercito non basta, non è sufficiente ma assolutamente necessario. Allo stato l'unica risposta immediata ad una situazione di grave emergenza.
Insieme all'impiego dell'esercito, occorrono altri interventi, sul piano giudiziario, sociale ed economico e forse, occorrerebbe anche l'autocritica di una sinistra che negli ultimi trent'anni ha avuto le massime responsabilità di potere a Napoli come in Campania e quindi, anche la massima responsabilità dell'attuale degrado".
Attilio Pisani/Italia Estera