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13 ott 2006ELETTI ALL'ESTERO, PALLARO AVVERTE. COSI' NON VOTO LA MANOVRA

RISCOPPIA LA GRANA DELLO STRANIERO - Poco o nulla per i nostri connazionali. Il 15 novembre incontro con il Presidente Marini
di Emilio Gioventù
ROMA, 13 OTT. (Italia Estera/ITALIA OGGI) - Risolto un problema, per Prodi se ne ripropone subito un altro. Ed è un gran ritorno. Quello degli italiani all'estero che non pochi grattacapi aveva dato al nuovo governo a inizio legislatura. La Finanziaria li ha dimenticati, con loro nessuna concertazione. Eppure senatori e deputati eletti oltreconfine quel malloppo partorito per risanare la nostra economia, almeno nelle intenzioni, lo hanno letto. E per loro, da portare come souvenir ai connazionali che li hanno eletti, non hanno trovato nulla di buono. Palazzo Chigi, quindi, ha un nuovo problema. E non è da poco visto che quando ci sarà da votarla al senato non si potrà non tenere conto dell'umore di uno come Pallaro che a Italia Oggi dice chiaro e tondo: "Se non terranno conto delle nostre richieste,non c'è alcuna ragione per votarla".
Tra un pranzo con i sindaci, un tavolo con i magistrati, un caffè con gli industriali, il presidente del consiglio si è dimenticato dei deputati italiani eletti oltre confine. Errore strategico, votano. E uno come Pallaro al senato conta eccome, conta un voto, più che sufficiente per far tremare la risicata maggioranza. E pensare che le cose tra el senador e il professor si erano messe bene. Nei giorni scorsi il leader del movimento associazioni italiane in Sud America aveva incontrato Prodi e D'Alema e a loro aveva espresso soddisfazione per quei 14 milioni di euro in più stanziati nella tabella A della manovra destinati alle esigenze dei connazionali all'estero. Poi, visto che si trovava, aveva gettato lì un pacchetto di proposte tutto compreso: riorganizzazione dei consolati; copertura medica agli anziani indigenti residenti in paesi economicamente disagiati; la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza persa per naturalizzazione e sulla cittadinanza non trasmissibile via materna prima del 1948. Robette, si dirà, sbagliando, perché in fondo Pallaro è stato spedito in Italia proprio con queste missioni. E su queste richieste condizionò a inizio legislatura il voto di fiducia al governo Prodi. Oggi su queste richieste vanta credito con il premier.
In fondo e in soldini che cosa chiede Pallaro? Bazzecole:"Un centinaio di milioni". In fondo che cosa sono su 34 miliardi e passa. Con poco si darebbe dignità, inoltre, a quei consolati sparsi per il mondo che da anni attendono sollievo. "I problemi si potrebbero risolvere con l'assunzione di 200 contrattisti in loco per una spesa di 8 milioni l'anno". E magari con un segno di buona volontà. "L'Italia per i nostri giovani in Sud America è un mito, il paese della Ferrari, della moda. Perché il governo non stanzia fondi per fargli fare corsi di formazione nelle università italiane?", il punto interrogativo è per Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa. Almeno Pallaro un pezzo di governo l'ha visto. C'è una sua collega che attende ancora un gesto da cavaliere. Si chiama Antonella Rebuzzi, senatrice italiana approdata da Mosca a Forza Italia. "Ho un invito per il 15 novembre alle 13:30 a palazzo Giustiniani con il presidente del senato Franco Marini. È il primo approccio istituzionale che noi senatori eletti all'estero abbiamo con il governo. Nessuno ha voluto ancora conoscere e capire i nostri problemi". Sicuramente in quella occasione si parlerà di Finanziaria. "Lasciamo perdere questo argomento, sono intristita. In finanziaria non c'è quasi nulla per noi. Capisco che c'è da risolvere prima i problemi degli italiani, ma non possono non tener conto di quelle poche cose che chiediamo per la dignità di tanti nostri connazionali. La voterò? Il mio sarà un no scontato", avverte la Rebuzzi. Ma non tutti i deputati eletti all'estero la pensano come loro. C'è anche chi si affretta a distribuire manciate di ringraziamenti a Prodi. Il senatore Antonino Randazzo, per esempio. È stato spedito a palazzo madama da mezzo mondo: Asia, Africa e Oceania. Il senatore globale non ha dubbi: "Sono estremamente soddisfatto. Per gli italiani all'estero il governo ha esteso un supplemento di 14 milioni di euro di stanziamenti per progetti che saranno indicati secondo criteri di priorità". Randazzo è pronto a sfidare chiunque "sostenga che i connazionali all'estero sono stati danneggiati. Nella situazione attuale non potevamo chiedere di più". Gli fa eco da palazzo Montecitorio l'onorevole Mariza Bafile, direttamente dal Venezuela all'ombra dell'Ulivo. "L'impianto generale della Finanziaria è rigoroso ma non poteva essere diversamente visto il disastro che abbiamo ereditato. Ma ha anche importanti slanci in avanti come il sostegno alla ricerca e alla ripresa", sottolinea la deputata. Sul capitolo italiani all'estero è fiduciosa: "I problemi che rappresentiamo sono stati accettati trasversalmente da tutte le forze politiche e in parlamento saranno affrontati con calma e serenità". Dibattono, scalpitano, chiedono e pretendono. Insomma, i deputati eletti all'estero la Finanziaria l'hanno letta, spulciata. E uno come Pallaro non ha trovato molto per essere contento e soddisfatto. Anche se c'è chi si chiede, come il sottosegretario agli esteri, Vittorio Craxi, "fino a che punto padroneggiano una materia così ostica tecnica, insomma, tipicamente italiana.
Emilio Gioventù-ITALIA OGGI/Italia Estera



 
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