All’avvicinarsi delle elezioni si parla ancora di Bush e di Clinton
Servizio di Roberto Pucci
HOUSTON, Texas - Secondo rapporti molto attendibili di servizi di controspionaggio d’alto livello, la guerra in Iraq ha aumentato e non diminuito il pericolo terroristico in America. Sembra sia stato il “New York Times" a riportare per primo la sconcertante notizia che, se confermata, infliggerebbe un brutto colpo alle giustificazioni del Presidente Bush secondo le quali l’intervento americano in Iraq avrebbe avuto lo scopo di tenere lontano dagli Stati Uniti la minaccia terroristica combattendola a casa dei terroristi e prima che colpisse ancora in America.
Il lungo periodo di tranquillità, che ha fatto seguito all’attacco del World Trade Center, e che ha visto pure la riorganizzazione dei servizi di sicurezza, sembra pero’ confermare tale tesi ed è forse per questo motivo che le azioni del Presidente e dei Repubblicani, che si preparano al prossimo confronto elettorale, sono salite a livelli più accettabili di quelli proprio disastrosi di questi ultimi tempi.
Probabile elemento che può aver contribuito alla resurrezione conservatrice, e' il film documentario televisivo sull’11 Settembre in cui si sostiene la tesi che Clinton avrebbe avuto già nel suo mirino Bin Laden e che distratto dal suo affare imbarazzante con Monica Luwinski omise di dare l’ordine finale per l’uccisione del terrorista che firmò poi la strage di New York.
In questi ultimi giorni, sembra che la teoria esposta nel film abbia trovato conferma nella reazione spropositata dell’ex capo democratico della Casa Bianca. Al momento in cui, infatti, il sornione giornalista televisivo Chris Wallace del canale conservatore Fox News gli ha chiesto in diretta perché non avesse impartito quell’ordine, gli spettatori hanno potuto assistere ad un’esplosione di collera, quasi minacciosa nei confronti dell’interdetto giornalista, il quale ha poi dichiarato che anche a telecamere e microfoni spenti Clinton aveva continuato ad inveire contro gli uomini del suo seguito colpevoli, apparentemente, d’averlo fatto cadere in una trappola che potrebbe avere conseguenze negative per i Democratici e poi per l’elezione presidenziale della sua Hillary.
Se i sogni ambiziosi della combattiva concorrente dovessero realizzarsi, Bill Clinton, rientrando alla Casa Bianca, verrebbe a trovarsi nella curiosa e nuova posizione di primo “first gentleman” della storia americana e probabilmente l’abile consorte della prima presidentessa non vorrebbe perdere anche questa ulteriore realizzazione a sigillo della sua carriera di capace e fortunato uomo politico.
L’ex presidente pero’ ha capito bene, che per gli elettori americani, il tema della sicurezza dal terrorismo sarà certamente uno dei più importanti, se non addirittura il più decisivo, ed è per questo motivo che i democratici ultimamente hanno cominciato a far dispiego di gran determinazione antiterroristica e che lo stesso Clinton, nel corso dell’intervista su Fox News, ha ripetuto diverse volte che avrebbe voluto “uccidere” Bin Laden ma che, purtroppo, aveva fallito, diversamente dell’attuale presidente che, secondo il suo punto di vista, non avrebbe neanche provato.
Una teoria piuttosto difficile da dimostrare , ribattono i sostenitori di Bush, visto che attualmente tutta l’area che include oltre all’Iraq anche l’Afganistan e’ consistentemente presidiata da militari americani che potrebbero addirittura diventare ancora di più e che sono riusciti a trovare Saddam Hussein nonostante si nascondesse come un topo nel suo buco sotto terra.
Ultimamente c’e’ persino chi ha anche ipotizzato che Bin Laden sia imprendibile perché sarebbe addirittura morto e che si continua a dire che sia vivo solo per non demoralizzare i terroristi di Al-Qaeda e per creare una specie di leggenda sulla sua presunta imprendibilità da vera e propria primula rossa.
Comunque vadano le cose, ormai in America siamo nel vivo della campagna elettorale e c’e’ da scommettere che i due partiti avversari ,pur di vincere, non si risparmieranno ogni tipo di trovata e di colpo.
Per gli Americani, che da buoni eredi dei Britannici amano essere sportivi ed il fair play, sarebbe molto bello poter vedere che questi colpi fossero diretti cavallerescamente solo sopra la cintura. Chi è realista ed ha invece i piedi ben piantati per terra fa notare, pero’, che sembra quasi che ovunque nel mondo della politica, la regola più seguita e’ proprio quella che non ci sono affatto regole. E’ come nei truculenti incontri di wrestling dove i cattivi e gli sleali sono i piu’ appariscenti, fanno più scena, sono molto combattivi ed applauditi e qualche volta finiscono persino col vincere.
RO PUCCI/Italia Estera