17 set 2006 | Oriana Fallaci tumulata con la copia del Corriere, il Fiorino d’oro e tre rose gialle |
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Servizio di Beppe Nisa
FIRENZE, 17 SET. (Italia Estera) - Una copia del Corriere della Sera, il Fiorino d'oro di Franco Zeffirelli e tre rose gialle sono stati deposti nella tomba di Oriana Fallaci al cimitero degli Allori al Galluzzo, alle porte di Firenze, dove si è svolta la cerimonia di tumulazione.
La copia del giornale è stata appoggiata sulla bara dal nipote Antonio, il Fiorino dal regista Zeffirelli e le tre rose gialle dai pronipoti, la figlia di Antonio e i due figli dell'altro nipote, Edoardo.
Oriana è stata sepolta nella tomba di famiglia, accanto al cippo che ricorda il suo unico grande 'amore' Alekos Panagulis, l'eroe della resistenza greca nel regime dei colonnelli. Lo aveva fatto collocare a suo tempo, nella tomba di famiglia, la stessa Fallaci.
La bara, in legno di ulivo, era arrivata al cimitero con un cuscino di rose della famiglia e una corona di rose bianche del Corriere della Sera.
Oltre alla sorella Paola e agli altri familiari erano presenti fra gli altri anche il condirettore del Corriere della Sera Paolo Ermini, Paolo Klun della Rcs, l'editore Carlo Vallardi, la segretaria e un'amica di Oriana Fallaci. Unica istituzione consentita dai parenti ad essere presente, il presidente del Consiglio regionale toscano Riccardo Nencini.
"Avevamo avuto richieste anche dal Quirinale - ha detto il nipote Edoardo Perazzi - ma abbiamo invitato tutti a non venire, come lei aveva chiesto". Poi ha aggiunto polemicamente"Ci sono state anche molte manifestazioni di affetto tardive, non particolarmente gradite, in quanto anacronistiche e ridicole". Edoardo ha anche detto che "Se avesse potuto, Oriana avrebbe evitato questo spettacolo". Si riferiva ai numerosi cameramen, fotografi e giornalisti che hanno stazionato per alcune ore davanti all'ingresso del cimitero. Il nipote che parlava ai giornalisti attraverso i cancelli di recinzione ha poi ribadito che "non è un funerale, non ci sarà alcuna cerimonia, e questo è solo l'ultimo saluto che gli daremo - ha concluso - secondo le sue volonta 'ben precise'.
Il carro funebre con la bara di Oriana Fallaci è stato accolto all'ingresso dall'applauso di una cinquantina di persone. "Viva Oriana", "Bentornata Oriana", hanno gridato alcune delle persone presenti.
Il regista Franco Zeffirelli ha deposto polemicamente il suo Fiorino d'oro, riconoscimento che la città di Firenze gli aveva assegnato alcuni anni fa, nella bara di Oriana Fallaci. "Sì, credo che se lo meritasse". Zeffirelli ha criticato nuovamente come aveva fatto ieri (vedi Italia Estera) la città "ingrata, che non aveva invece voluto dare nessun riconoscimento alla giornalista morta venerdì scorso".
Zeffirelli ha quindi ribadito il suo amore per la giornalista scrittrice, "la donna più importante che Firenze ha avuto nel secolo scorso", ma anche "la più amata, la più conosciuta e la più odiata, la donna che ha fatto paura al mondo: ha fatto chiasso nel mondo sempre con il suo fiorentinismo".
"Non era previsto che fosse una cosa triste – ha spiegato il nipote Edoardo - perché Oriana non era una persona triste". Durante la breve cerimonia ci sono stati alcuni interventi da parte dei presenti , tra cui quello del regista Franco Zeffirelli. Sulla lapide ci sarà "solo il suo nome e il luogo dove era nata - ha proseguito Edoardo - visto che ha fatto tanto per tornarci". Il nipote ha poi aggiunto che, proprio perché lei era una scrittrice "sulla lapide non ci saranno scritte cose strane".
Su proposta del regista Franco Zeffirelli, i familiari e gli amici più stretti di Oriana Fallaci intendono organizzare da qui ad un mese una cerimonia che "non avrà nessuna connotazione politica, di nessun tipo". "Sarà un momento di ricordo - ha spiegato Edoardo -, anche se ci saranno sicuramente altri momenti istituzionali: il governo e il ministero della Cultura ci tengono". Il nipote Edoardo ha quindi ribadito che la cerimonia su richiesta di Oriana Fallaci doveva essere privata, ma "la città voleva bene a Oriana e lei le restituirà questo bene anche se è stata maltrattata".
Beppe Nisa/Italia Estera
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