10 set 2006 | Il Papa a Monaco : ''L'Occidente cinico disprezza Dio'' |
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Il Pontefice durante l'omelia pronunciata nella spianata della Nuova Fiera a Monaco: ''Le popolazioni dell'Africa e dell'Asia ammirano la nostra scienza ma si spaventano di fronte ad un tipo di ragione che esclude totalmente Dio''
MONACO, 10 SET. (Italia Estera) - L'accoglienza di oggi per il Papa é strepitosa. La sagoma della papamobile bianca al suo arrivo viene subito scorta e la marea di gente giunta da tutta la Germania nella spianata del quartiere fieristico di Monaco esplode in un lungo prolungato applauso. E' tutto uno sventolio di bandiere e cappelli al passaggio della vettura blindata. Sopra Benedetto XVI, visibilmente allegro, seduto davanti al suo segretario personale don Georg ed al cardinale di Monaco, Friederich Wetter. Papa Ratzinger dietro i vetri blindati sorridente benedice e saluta.
Poi comincia la celebrazione della messa. Ed all'omelia Papa Ratzinger dice: ''Le popolazioni dell'Africa e dell'Asia ammirano le nostre prestazioni tecniche e la nostra scienza, ma al contempo si spaventano di fronte ad un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla visione dell'uomo, ritenendo questa la forma più sublime della ragione, da imporre anche alle loro culture''. ''La vera minaccia per la loro identità - ha aggiunto con un riferimento, anche se non esplicito, alle popolazioni islamiche - non la vedono nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l'utilità a supremo criterio morale per i futuri successi della ricerca''. ''Cari amici - ha aggiunto ancora Benedetto XVI - questo cinismo non è il tipo di tolleranza e di apertura culturale che i popoli aspettano e che tutti noi desideriamo. La tolleranza di cui abbiamo urgente bisogno comprende il timor di Dio, il rispetto di ciò che per altri è cosa sacra''. ''Questo senso di rispetto può essere rigenerato nel mondo occidentale - ha concluso - soltanto se cresce di nuovo la fede in Dio, se Dio sarà di nuovo presente per noi ed in noi''.
Parlando dell'evangelizzazione portata avanti dai vescovi africani, il Pontefice ha voluto sottolineare che ''il fatto sociale e il Vangelo sono inscindibili tra loro''. ''Dove portiamo agli uomini soltanto conoscenze, abilità, capacità tecniche e strumenti - ha aggiunto il Pontefice - là portiamo troppo poco. Allora sopravvengono ben presto i meccanismi della violenza, e la capacità di distruggere e di uccidere diventa la capacità prevalente per raggiungere il potere, un potere che una volta o l'altra dovrebbe portare il diritto, ma che non ne sarà mai capace''.
''Esiste una debolezza d'udito - ha continuato il Pontefice - nei confronti di Dio di cui soffriamo specialmente in questo nostro tempo. Noi, semplicemente, non riusciamo più a sentirlo''. ''Quello che si dice di Lui ci sembra pre-scientifico - ha detto ancora il Papa - non più adatto al nostro tempo. Con la debolezza d'udito o addirittura la sordità nei confronti di Dio si perde naturalmente anche la nostra capacità di parlare con Lui o a Lui''.
Da papa Ratzinger poi l'invito a non imporre ''la nostra fede a nessuno. Un simile genere di proselitismo è contrario al cristianesimo. La fede può svilupparsi soltanto nella libertà''. ''Facciamo però appello alla libertà degli uomini di aprirsi a Dio - ha aggiunto - di cercarlo, di prestargli ascolto'' e chiediamo al Signore ''di guarire la nostra debolezza d'udito per Dio''.
Quindi ha ricordato che ''non veniamo meno al rispetto di altre religioni e culture al profondo rispetto per la loro fede, se confessiamo ad alta voce e senza mezzi termini quel Dio che alla violenza oppone la sua sofferenza; che di fronte al male e al suo potere innalza, come limite e superamento, la sua misericordia''.
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