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28 ago 2006LIBANO: Sì del Consiglio dei Ministri alla Missione di pace. La partenza del contingente navale italiano avverrà domattina

Servizio di Luciano Lombardini
ROMA, 28 AGO. (Italia Estera) - Dopo il via libera del Consiglio dei ministri di oggi, il Gruppo navale italiano salperà domani per partecipare alla nuova missione dell'Onu in Libano.
 
In tutto saranno 2.500 i militari italiani (compresi gli oltre 800 che verranno schierati a terra, i marinai e gli equipaggi dei gruppi di volo dei caccia Harrier AV8B (16) e degli elicotteri (18) imbarcati, che arriveranno a bordo di cinque navi: L'incrociatore portaereomobili 'Giuseppe Garibaldi', le tre navi da sbarco San Giusto, San Marco e San Giorgio (queste ultime due già impiegate per il trasporto di aiuti umanitari alla popolazione libanese), e una corvetta della classe 'Minerva', nave Fenice. Il gruppo navale già incrocia al largo di Brindisi. Tutto  è pronto per la partenza.
 
La composizione della Forza di ingresso che sarà schierata in prima battuta, 800 uomini, in base alle ultime informazioni – è composta da reparti di prontissimo impiego dei marò del Reggimento San Marco di Brindisi e soldati del Reggimento Lagunari Serenissima di Venezia. E’ previsto anche l’impiego di unità sommozzatori dei due Reggimenti, addestrati per controllare le aree da sbarco e rimuovere eventuali ostacoli, effettuando dei “corridoi” sicuri nei quali incanalare i mezzi da sbarco; di unità del genio e Eod (Explosive Ordnance Detachment) dell’Esercito, che hanno già svolto il lavoro in Kosovo, Bosnia, Iraq e Afghanistan nella bonifica dei campi minati. Sarà loro compito garantire la bonifica del territorio da ordigni esplosivi e il superamento di eventuali ostacoli dovuti a strade dissestate o ponti distrutti.
 
Della componente terrestre fanno parte anche diverse aliquote specialistiche, quelle che sempre accompagnano i contingenti nelle fasi di schieramento iniziale: trasmissioni, genio, nbc (difesa nucleare biologica chimica) dell’Esercito, che si è imbarcata ieri sulla nave San Marco, forze speciali (Comsubin e Col Moschin), logistica, carabinieri (con compiti di polizia militare). Ci saranno anche nuclei di sommozzatori e team di forze speciali.
Compito di questa Forza d'ingresso (early entry force) è di preparare il terreno al grosso del contingente, che comincerà ad affluire a ottobre, per essere definitivamente schierato a novembre.
 
Lo sbarco é previsto per venerdì prossimo a Tiro. Si è appreso che i militari italiani avranno la responsabilità di un'area che si sviluppa a nord di Tiro per meno di dieci chilometri fino al fiume Litani e, a sud, per altrettanti chilometri, dove comincia il settore assegnato all'attuale forza Onu Unifil. Nell'entroterra, invece, l'area di responsabilità italiana si estenderebbe per oltre 20 chilometri.
 
A capo del Comando forze di altura, responsabile delle unità navali impegnate in Libano, sarà l'ammiraglio di divisione Giuseppe De Giorgi, imbarcato sulla Garibaldi. La Forza anfibia sarà comandata da contrammiraglio Michele Saponaro, il cui vice è il colonnello Emilio Motolese.
 
In un primo momento sembrava che la cerimonia di saluto del contingente - alla quale sarà presente il Presidente del Consiglio Prodi ed il ministro della Difesa Parisi, insieme ai vertici di tutte le Forze armate - dovesse tenersi nella stazione navale di mar Grande, a Taranto. Poi si era  fatta strada l'ipotesi di Brindisi, dove si trovavano le navi San Giusto e San Giorgio. Invece il saluto si terrà al largo, dove confluiranno tutte le navi, compreso il San Marco che è arrivato  da Venezia e già incrocia al largo di Taranto . Tutto si svolgerà domattina a bordo di nave Garibaldi.
 
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a margine della sua visita privata di oggi al Museo di arte contemporanea di Napoli, risponde così ai giornalisti che gli chiedono se la missione in Libano possa rappresentare un rischio per i militari italiani: "Non è un prezzo ma una responsabilità che si deve assumere". Ed ha aggiunto: "Prevedo che il decreto che firmerò questa sera, avrà una convergenza molto ampia in Parlamento. Questo è essenziale anche per dare un sostegno ai nostri militari". Napolitano rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano quale fosse il suo augurio ai militari in partenza per il Libano ha detto: "L'augurio è implicito nel consenso molto largo che si è realizzato attorno alla missione con il contributo di tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione". "L'avevo auspicato sin dall'inizio, anzi lo avevo previsto", ha aggiunto Napolitano riferendosi all'ampio consenso sulla missione.
 
Per il vicepresidente del Senato Mario Baccini (Udc), la partecipazione italiana alla missione in Libano è un "trionfalismo" ingiustificato di una maggioranza "che solo pochi mesi fa era profondamente divisa sulle ragioni delle missioni di pace" e d'incanto ha messo via le "bandiere della pace", per sostituirle con "gli appelli di Bertinotti a favore dell'intervento militare".
"Non capisco – si domanda Baccini -  il trionfalismo mostrato dal Governo e dalla maggioranza, che solo pochi mesi fa era profondamente divisa sulle ragioni delle missioni di pace, come in Afghanistan, definita dalla stessa maggioranza una missione di guerra, solo per fare un esempio.
D'incanto  sono sparite le bandiere della pace, le marce, la sinistra di opposizione, contraria a qualsiasi intervento militare e sono arrivate le esortazioni alla missione dei Diliberto, mettendo però a tacere la propria coscienza e gli appelli di Bertinotti a favore dell'intervento militare.
 
Non c'é che dire una bella giravolta, di cui ci compiacciamo però. Non resta che la coerenza di Gino Strada ad una certa sinistra". "Il nostro orientamento per la missione, come tutti sanno, é favorevole perché c'é la speranza che questa porti alla pace. Dobbiamo essere tutti consci però che stiamo mandando i nostri ragazzi a rischiare la vita e dobbiamo tenere in alta considerazione le legittime preoccupazioni dei genitori di questi giovani. Il rischio non solo deve essere ponderato e ragionevole ma - conclude Baccini - condiviso da tutte le forze politiche".
 
Il deputato di An Maurizio Gasparri sulla missione di pace promossa dall'Onu in Libano dice: "In Parlamento saremo molto chiari, proprio perché noi abbiamo rispetto e stima delle nostre forze armate e non giriamo nei cortei pacifisti con i ritratti dell'assassino Nasrallah. Credo che il dibattito parlamentare non sarà un rito celebrativo a sostegno di Prodi, di D'Alema e gli altri amici dei terroristi libanesi". "Dalla destra italiana, che ha sempre il proprio appoggio all'azione dei militari italiani in patria e all'estero, stima e sostegno alle forze armate", a differenza di quei "partiti che oggi sostengono la missione in Libano e in passato - aggiunge - hanno urlato 'dieci, cento, mille Nassiriya', offendendo il sacrificio dei nostri uomini in divisa". "Nel momento in cui si procede alla missione restano però da chiarire molti aspetti. Ha destato sconcerto l'intervista del ministro libanese appartenente a Hezbollah che ha candidamente ammesso che il suo movimento non consegnerà le armi ai Caschi blu, ma si limiterà a nasconderle, per poterle evidentemente usare ancora per sterminare ebrei. Cosa hanno da dire i cinguettanti ministri italiani sulle parole del loro collega libanese che - conclude Gasparri - vuole solo nascondere i missili?". 
 
La portaerei Garibaldi è salpata da Taranto -
E' salpata dalla nuova base navale di Taranto anche la portaerei Garibaldi. E’ una delle cinque unità del dispositivo navale italiano che domani partirà per il Libano. Dopo l'uscita dalla base, la Garibaldi sosterà al largo per ricevere gli assetti aerei che dovrà trasportare, in attesa di  congiungersi con le altre unità che faranno parte del contingente che domani partirà alla volta del Libano. L'incrociatore ospiterà il comando operativo della missione, diretta dall' ammiraglio di divisione Giuseppe De Giorgi. La Forza da sbarco (Comforsbarc) sarà comandata dal contrammiraglio Michele Saponaro.
 
A bordo della Garibaldi è salito anche  il colonnello Emilio Motolese, vicecomandante di Comforsbarc. Il colonnello Motolese, 47 anni , di Conversano (Bari) è molto popolare tra i “marines italiani” . Dal 1989 al 1993 ha prestato servizio presso il battaglione San Marco della Marina. L’alto ufficiale pugliese ha maturato diverse esperienze in comandi multinazionali durante operazioni fuori area. E' stato impiegato nel 1999 nel Comando Afor (Allied Force) in Albania per l'operazione Allied Harbour,  nel 2000 in Kosovo con il reggimento San Marco. Nel 2001 in Bosnia-Erzegovina presso il Comando Sfor di Sarajevo. Fuori area ha comandato il reggimento Lagunari Serenissima: in Kosovo dal novembre 2002 al marzo 2003 e in Iraq da maggio a settembre 2004 nell'operazione Antica Babilonia 4.
E fu proprio in Iraq che i lagunari al comando di Motolese con i famosi Aav P7 (nella foto il particolare della torretta di armamento) - i mezzi anfibi da sbarco , che anche  questa volta portano con loro in missione -  pattugliarono l'Eufrate, suscitando l'invidia dei militari britannici, al punto da essere elogiati pubblicamente dal generale Bill Rollo, allora comandante inglese della Divisione multinazionale sud-est in Iraq, che ne avrebbe voluto la permanenza sul terreno anche dopo il rientro in patria del Reggimento. Gli AavP7 sono mezzi anfibi cingolati armati di mitragliatrici da 12,7 mm e da lanciagranata da 40 mm, che possono  essere impiegati in caso di sbarco e anche come mezzi cingolati in terraferma. 
 
MOLLANO GLI ORMEGGI ANCHE LA CORVETTA FENICE E LE UNITA’ DA SBARCO SAN GIORGIO E SAN GIUSTO
Dal porto di Brindisi anche  le navi da sbarco San Giusto e San Giorgio hanno mollato gli ormeggi e sono salpate dirette al largo  dopo di aver imbarcato uomini e mezzi del Reggimento San Marco e degli altri reparti che costituiranno il primo contingente di terra della missione italiana. Queste unità si ricongiungeranno al largo con la portaerei Garibaldi, la corvetta Fenice e la nave San Marco, quest'ultima proveniente da Venezia (vedi servizio di Italia Estera di ieri) con una compagnia di Lagunari
 
 
Cos’è la “forza di proiezione dal mare”
La brigata anfibia italiana rappresenta un qualcosa di unico a livello mondiale, perché combina la fanteria di Marina, rappresentata dal reggimento San Marco, con un reparto dell'Esercito, il reggimento Lagunari Serenissima.
Perché i nostri lettori possano capire che cos’è la “forza di proiezione dal mare” che le Forze  Armate Italiane impiegheranno per la prima volta e in questa  occasione, in Libano sotto le insegne delle Nazioni Unite, riportiamo un passo molto semplificativo  sul tema, scritto nel febbraio scorso, che abbiamo preso dal sito
http://www.btgsanmarco.it/forzadiproiezione/forzadiproiezione.htm
 L’esperienza anfibia maturata dal Reggimento San Marco in oltre un secolo di operazioni dal e sul mare è stata considerata il nucleo di dottrina e competenza specialistica da porre alla base della Capacità di Proiezione dal Mare che sarà ottenuta integrando le risorse fornite dalla Marina Militare, con il Reggimento “San Marco” e dall’Esercito Italiano, con il Reggimento “Serenissima”.
L’Italia ha avviato la trasformazione del proprio strumento militare nazionale in senso “expeditionary”, con l’avvio di iniziative nazionali e multinazionali nel segno della tradizione del Reggimento San Marco, l’erede delle secolari glorie della Fanteria di Marina che risalgono al 1713 e che hanno sempre visto i fucilieri di Marina in prima linea nelle crisi internazionali: dalla Cina nel 1905, al Libano, alla Somalia, al Kosovo, all’Afghanistan e all’Irak.
 
Nel castello di Brindisi, Esercito e Marina Militare stanno proprio lavorando alla creazione di una nuova Forza anfibia che sommerà le peculiarità del Reggimento Lagunari Serenissima dell’Esercito, con quelle del Reggimento San Marco.
Il comando stabile dei primi marines interforze avrà sede a Brindisi e, a regime, conterà su circa 2.500 persone. Oneri e onori ricadranno su due ufficiali del Barese. Futuro comandante della nuova Forza da sbarco nazionale sarà il contrammiraglio Michele Saponaro, originario di Triggiano e attuale comandante della Forza da Sbarco della Marina Militare (a sinistra). Futuro vicecomandante sarà il colonnello dell’Esercito Emilio Motolese (di Conversano). A lui - che vanta già un curriculum interforze, essendo cresciuto professionalmente tra divise verdi e blu - è toccato il compito di dirigere il Centro di integrazione anfibia che dovrà rendere omogenee le specialità di Lagunari e Marò.
«Poche nazioni hanno una capacità anfibia, una forza di proiezione dal mare, credibile - dice Michele Saponaro - capace di operare con risultati tangibili, in tempi brevi, autosostenendosi in teatri lontani e con una forza di impatto capace di scoraggiare. Per questo la Difesa ha puntato sui due elementi di manovra di cui dispone: il San Marco e i Lagunari. Inoltre, questa nuova Forza non assorbe altri quattrini e risponde ad una necessità di ottimizzazione delle risorse delle Forze armate, in chiave interforze». «I compiti della nuova Brigata - spiega l’ammiraglio - andranno dall’assistenza umanitaria, all’ingresso in aree ad alta intensità conflittuale. Noi risponderemo così anche alle esigenze della Nato e a quelle dell’Unione europea, cui l’Italia (assieme alla Spagna) assicura l’unica forza anfibia».
«Per raggiungere questo risultato - dice Emilio Motolese (nella foto durante la missione Antica Babilonia) - stiamo creando percorsi formativi, d’addestramento e procedure, tali da poter avere un risultato omogeneo ma nel rispetto delle singole specificità. Perché il valore aggiunto di questa nuova Forza di proiezione dal mare è quella di avere il meglio di entrambe le Forze armate». «Per esempio -interviene l’ammiraglio Saponaro - i nostri colleghi dei Lagunari non sbarcano dalle navi anfibie e ora lo impareranno». «Oppure - aggiunge Motolese - ci sono elicotteri della Marina e dell’Esercito, le procedure sono diverse perché l’addestramento è mirato a scopi diversi, ora bisogna integrarli».
Circa l’integrazione c’è da dire che tanto i Lagunari, quanto i Marò, hanno potuto confrontarsi sul campo sia in esercitazione (come il West African Training Cruise 2005, in Nuova Guinea), sia in operazione (in Iraq).
Poi, per centrare l’ambizioso obiettivo di avere una Forza che, in tempi brevi, sia pronta a raggiungere una qualsiasi area costiera, riuscendo ad autosostenersi in quel territorio, anche logisticamente, per tempi abbastanza lunghi, il colonnello Motolese e i suoi collaboratori stanno anche censendo le professionalità, incluse quelle di Aeronautica Militare e Carabinieri. «Ci sono forse metereologi più bravi dei colleghi dell’Aeronautica? E che dire di come svolgono la funzioni di Polizia militare i Carabinieri che sono un esempio anche per le Forze armate estere», cita a titolo esemplificativo l’ammiraglio Saponaro.
Insomma, nel castello di Brindisi si sta facendo un lavoro enorme che, tra l’altro, è anche un primo sforzo concreto per dare sostanza alla nuova visione strategica dello Stato Maggiore della Difesa, con Forze Armate da impiegare in modo integrato, nell’ambito di un vasto impegno di razionalizzazione degli investimenti (da dosare col contagocce dopo i tagli dell’ultima manovra Finanziaria).
I tempi? «Tra giugno e luglio - conclude il colonnello - una prima compagnia Lagunari sarà pronta a cooperare in seno alla nuova componente anfibia».
 
Luciano Lombardini/Italia Estera
 
 



 
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