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27 ago 2006LIBANO: Partita da Venezia la nave San Marco - Prodi, L'Italia é con noi

VENEZIA, 27 AGO. E' partita nel tardo pomeriggio dalla banchina del porto di Marghera la nave San Marco della Marina Militare con a bordo i mezzi e gli uomini del reggimento lagunari Serenissima - complessivamente 120 soldati - che saranno impegnati nella prima fase della missione di pace Onu nel Libano. A salutare i soldati anche i familiari con il Comandante delle Forze operative terrestri, generale di corpo d'armata Bruno Iob, il comandante del primo Fod, generale di corpo d'armata Giovanni Ridinò, il comandante della Brigata Pozzuolo del Friuli, gen. Paolo Gerometta e il comandante del Reggimento Lagunari, col. Luigi Chiapperini.
 Ora la San Marco raggiungerà le altre unità della Marina nelle acque pugliesi.
 
"Non partiamo per la guerra" ma andiamo in Libano "per difendere e consolidare la pace" essendo visti come "amici" da entrambe le parti, ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema in un'intervista al Tg5, aggiungendo che la missione dell'Onu "potrebbe essere lunga ma spero abbia successo".
 
Nasce così sotto l'insegna del leone alato di San Marco il debutto dei "marines italiani" all'estero, come il simbolo e l'urlo che viene ripetuto ogni giorno all'alzabandiera dagli eredi dei fanti da mare della Repubblica di Venezia. E sembra fatto apposta la circostanza  che proprio la nave  da sbarco 'San Marco' della Marina che porta il motto in veneziano "Ti con nu, nu con ti"  ha preso oggi a bordo 120 soldati del Reggimento Lagunari Serenissima che faranno parte della Forza di ingresso schierata in Libano nella prima fase della missione di pace dell'Onu.
 
la 'San Marco'  è attraccata alla banchina 'B17' del porto di Marghera dove ha imbarcato i mezzi, i materiali e i militari, soprattutto della terza compagnia "Isonzo".
Sempre sulla San Marco sono stati imbarcati anche una aliquota del terzo Reggimento Genio Guastatori di Udine e reparti del settimo Reggimento Nbc di Civitavecchia.
 
A 24 anni di distanza dall'impiego in Libano con i marò del San Marco, torneranno i famosi Aav7, i mezzi anfibi da sbarco che i lagunari portano con loro in missione e con i quali già  anni fa a Nassiriya, in occasione di 'Antica Babilonia 4', pattugliarono l'Eufrate, suscitando l'invidia dei militari britannici, al punto da essere elogiati pubblicamente dal generale Bill Rollo, allora comandante inglese della Divisione multinazionale sud-est in Iraq, che ne avrebbe voluto la permanenza sul terreno anche dopo il rientro in patria del Reggimento.
 
Ieri  si era diffusa la notizia che  sarebbero partiti per il Libano i blindati Puma e Centauro e i veicoli cingolati Dardo. Ma oggi questi mezzi non sono stati imbarcati.
 
Nella compagnia di Lagunari  ci sono anche quattro soldatesse  tre fucilieri e una aiutante sanitaria dell'infermeria - tutte volontarie in forza alla terza compagnia Isonzo.
 
L'unica ad aver già avuto esperienze di missioni di pace all'estero è il caporalmaggiore Silvia di Siervi, ormai nota come "soldato Jane" per aver superato a Brindisi, unica donna, il durissimo corso di addestramento per entrare a far parte della Forza da sbarco interforze. Originaria di Galatina (Lecce) ma residente a Campagna Lupia (Venezia), Silvia, 24 anni, presente due anni fa in Iraq, pur di partire per il Libano ha lasciato a casa la piccola Sara, la figlia di un anno e mezzo avuta da un commilitone, sergente maggiore nello stesso Reggimento.
 
PRODI, L'ITALIA E' CON NOI  
"Ho la sensazione che sia una missione sentita da tutto il Paese", ha detto Romano Prodi che  non nasconde la soddisfazione per il ruolo riconosciuto all'Italia dall'Onu, dall'Unione Europea, dagli Stati Uniti e dalle parti in causa nella definizione della missione di pace in Libano. E per l’occasione anticipa che ci saranno soldati anche dei paesi islamici.  Domani il Consiglio dei Ministri varerà il decreto legge che autorizzerà la partenza dei nostri soldati.
Il presidente del Consiglio si limita a ricordare che sulla crisi libanese lui, D'Alema e Parisi hanno tenuto con l'opposizione "rapporti improntati alla massima trasparenza", trovando in Fini, Casini e Letta "interlocutori attenti e aperti al dialogo e all'impegno che non può non essere di tutti".
 
Per il resto tiene a sottolineare che "l'Italia è tornata ad avere un ruolo importante nella diplomazia internazionale" e nello scacchiere Mediterraneo in particolare, e ha contribuito a rimettere in gioco due protagonisti, l'Europa e l'Onu; in sostanza, ha rimesso in sella il multilateralismo. Il mio esecutivo, con le sua mosse fin dai primi giorni della crisi, aggiunge il Professore, ha ottenuto "la riconoscenza e la stima di entrambi i contendenti e degli altri partner internazionali, a cominciare proprio dall'Onu". La missione in Libano, conclude Prodi, richiede il consenso e l'impegno di tutti, perché "se sapremo lavorare bene per la pace in Libano, sono certo che si avvierà un percorso virtuoso tale da influenzare gli altri fronti caldi del Medio Oriente, a cominciare dalla questione israelo-palestinese. Quanto agli aspetti pratici, Prodi assicura che adesso le regole di ingaggio "sono chiarissime" e che Kofi Annan gli ha assicurato che sta lavorando affinché nel contingente dell'Unifil entrino anche truppe di paesi musulmani.



 
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