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08 ago 2006Marcinelle: Reso omaggio alla memoria dei 262 minatori dalla delegazione italiana e dai connazionali in Belgio

MARCINELLE, 8 AGO (Italia Estera) -  l'8 agosto del 1956, 50 anni fa, a Marcinelle, in Belgio, il grisou ed il fumo dell'incendio provocato  da un  carrello che tranciò i cavi dell’alta tensione, sorpresero nel pozzo della miniera Boi du Cazier a 1000 metri di profondità 274 minatori. Tutti morti Le vittime furono 262, 136 erano emigranti italiani. Una tragedia il cui ricordo è ancora vivo nella memoria collettiva e che oggi viene rievocata con cerimonie organizzate in varie località d'Italia, oltre che nella cittadina belga nella Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo
 
Questa mattina, alle 8:10 in punto, con 262 rintocchi di campana, uno per ogni vittima, è stato ricordato il sacrificio dei minatori.
All'inizio era sembrato solo un banale incidente: un carrello della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier, fuoriuscito dalle guide, si era schiantato su cavi elettrici ad alta tensione privi di griglia protettiva. Ma l'incendio che ne scaturì, in un pozzo a 975 metri di profondità, si propagò immediatamente in tutte le gallerie, facendo scattare la trappola mortale: 274 minatori del turno 6-14, il primo della giornata, rimasero imprigionati nelle viscere della terra. Per 262 di loro le operazioni di salvataggio furono inutili

Nel pomeriggio dello stesso giorno venne tratto in salvo l'ultimo superstite ma la speranza durò disperatamente fino all'alba del 23 di agosto, quando l'ultima squadra di salvataggio risalì da oltre 1000 metri di profondità restituendo alla folla dei familiari un verdetto senza appello: ''Tutti cadaveri''. Dei 262 minatori deceduti tra i fumi e i gas tossici, una sessantina proveniva dalla regione Abruzzo, e in particolare dalla provincia di Pescara, 22 erano pugliesi e 12 marchigiani. Altre dieci regioni italiane piansero le loro vittime.


Da lì venne la spinta ad approvare regolamenti, direttive e raccomandazioni sulla protezione dei lavoratori più esposti, sulle condizioni minime a loro tutela e, in generale, sul diritto del lavoro, anche alla luce di una serie di incidenti nelle miniere del Belgio che tra il 1946 e il 1963 provocarono tra gli italiani 867 vittime. Da quel lontano 1956, la tragedia di Marcinelle divenne il simbolo del sacrificio di tutti gli emigranti italiani.

Nel 1946 l’Italia e il Belgio firmarono una convenzione che prevedeva, tra l’altro, l’invio di 2500 chili di carbone al mese ogni 1000 operai italiani emigrati. Un accordo “uomo-carbone” siglato dall’Italia che non era in grado di assicurare lavoro a tutti.  Solo in quell'anno, infatti, partirono per il Belgio 140.000 italiani, di cui 18.000 donne e 29.000 bambini. Moltissimi di loro erano calabresi, di San Giovanni in Fiore, Caccuri, Cerenzia, Castelsilano, Santa Severina, Rocca Bernarda, Savelli, Scandale, di tutta la Sila e del crotonese.
E così tra il 1946 e il 1957 arrivarono in Belgio 140 mila uomini, 17 mila donne e 29 mila bambini. “I musi neri”, com’erano chiamati i lavoratori a causa della polvere di carbone che ricopriva i loro corpi, venivano avviati ad un lavoro pericolosissimo privi di ogni preparazione e alloggiati in strutture fatiscenti. Quei lavoratori erano trattati come bestie, costretti a lavorare in cunicoli alti appena 50 centimetri.
In un messaggio il capo dello Stato, Giorgio Napolitano ricorda il 50esimo anniversario della tragedia, monito affinché il ''lavoro di tutti venga sempre ed in ogni luogo rispettato e protetto''.
A rappresentare l'Italia al Bois du Cazier il viceministro per gli Italiani all'Estero Franco Danieli che  ha inaugurato una targa in omaggio delle vittime. Danieli ha anche presentato il volume dal titolo "Marcinelle: 50 anni dopo"- Folta anche la rappresentanza delle Regioni e dei Comuni italiani maggiormente toccati dalla tragedia oltre alle tante associazioni di ex minatori italiani presenti in Belgio, alle varie associazioni degli italiani del mondo venute anche dall’Italia e ad una nutrita rappresentanza del Corpo degli Alpini

Franco Danieli nel suo intervento  ha detto: "I minatori caduti a Marcinelle sono sì eroi del lavoro, ma anche cittadini italiani che si sono recati in Belgio per cercare il lavoro che in Italia non c'era. Sono stati 27 milioni gli italiani in giro per il mondo, questa esperienza ci deve insegnare a capire oggi gli immigrati che vengono a cercare lavoro in Italia". "Un insegnamento in nome dell'identità e della diversità ", ha aggiunto Danieli.
 
Marcinelle 50 anni dopo è un ricordo che deve essere legato all'attualità ed un insegnamento utile per le nuove generazioni e per un' Italia che é passata da Paese di emigrazione a Paese di immigrazioni. "Marcinelle è stata una tragedia che ha segnato una tappa importante - ha dichiarato Danieli -. Dopo Marcinelle, è stato infatti avviato il primo tentativo di formulare una legislazione europea sul lavoro. Ma è stato anche un momento che ha contribuito a creare un senso di identità italiana ed europea". "E' legittimo l'aspetto sentimentale del ricordo - ha affermato -, ma è importante attualizzarlo traducendolo in insegnamenti concreti e con poca retorica, rivolti in particolare alle nuove generazioni".

Per onorare e ricordare i nostri emigranti, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel maggio 2005 decretò, su proposta del ministro dell'Interno, il conferimento della medaglia d'oro al Merito Civile ai 136 minatori italiani morti nella miniera. .

La motivazione delle medaglie d'oro recita per ciascuna delle vittime: ''Lavoratore emigrato in Belgio, in seguito alla tragica esplosione di gas verificatasi nella miniera di carbone di Marcinelle, rimaneva bloccato, in un pozzo a più di mille metri di profondità, sacrificando la vita ai più nobili ideali di riscatto sociale. Luminosa testimonianza del lavoro e del sacrificio degli italiani all'estero, meritevole del ricordo e dell'unanime riconoscenza della Nazione tutta''. Prima dell'onoreficenza, nel 2001, su proposta di Mirko Tremaglia, proprio in nome delle vittime di Marcinelle il governo aveva istituito la Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo.

E' stato presentato lo scorso giovedì 3 agosto alla Farnesina il volume 'Marcinelle. Cinquant'anni dopo' curato da Maura Crudeli. Il testo raccoglie i contributi scritti di Franco Danieli, Tiziano Treu, Alain Forti, Silvio Di Luzio e il coinvolgente articolo di Igor Man in cui l'autore racconta la sua discesa nella miniera, affiancandoli alle testimonianze dei sopravvissuti e quella di un soccorritore.

Il libro si arricchisce anche di una sezione fotografica che pone a confronto le foto d'epoca con quelle attuali di coloro che hanno vissuto in prima persona le vicende della migrazione italiana in Belgio: parenti e sopravvissuti ritratti nella quotidianità, protagonisti di un'epoca storica e anche di un grande dramma.

Marcinelle è tuttora sinonimo di tragedia del lavoro, di mancanza delle necessarie misure di sicurezza e di rispetto per la vita. Per le famiglie coinvolte, e per molti altri italiani emigranti vittime di tragedie simili nel mondo, Marcinelle ha assunto anche il valore del prezzo che a volte hanno dovuto pagare, in termini di sangue e sacrifici, persone che hanno tentato il riscatto sociale e la fuga da una vita di miseria e povertà con la speranza di un futuro con un lavoro onesto in un Paese straniero. Una lezione della storia che non va dimenticata.
 
 
Alla commemorazione presente anche Mirko Tremaglia, ex ministro degli italiani all'estero. "Sono da sempre innamorato dell'Italia all'estero, è un fatto morale, un fiore all'occhiello della mia vita politica. L'italianità è al di sopra delle parti e dei partiti". Così, Mirko Tremaglia ha spiegato la sua presenza oggi a Marcinelle dove è arrivato per deporre una corona di fiori al cimitero di Bois du Cazier. "Questa giornata ha un significato eccezionale - ha detto - non voglio fare polemiche oggi è una giornata dal messaggio universale che dedichiamo a tutti i nostri italiani che hanno sofferto e sono stati maltrattati e il suo valore è di grande riscatto nazionale". Tremaglia si è quindi unito al corteo che ha portato centinaia di persone fino al monumento ai caduti durante la tragedia all'ingresso della miniera.
Tremaglia ha  anche detto: "La gente che arriva sulle nostre coste deve essere accolta, è un fatto di umanità ".
 
 
"Il governo italiano si unisce ai lavoratori ricordando tutti i connazionali caduti sul lavoro in Italia e all'estero, martiri dell'operosità italiana e del progresso civile". Così Romano Prodi, il presidente del Consiglio, scrive nel messaggio inviato nella ricorrenza della "Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo" simboleggiata dalla tragedia di Marcinelle. "Alla memoria dei nostri lavoratoti caduti - aggiunge Prodi - levo un pensiero di deferente omaggio ed, in ossequio al dettato dell'articolo uno della nostra carta costituzionale, che fonda la nostra Repubblica sul lavoro, invito le Amministrazioni pubbliche e le organizzazioni di categoria a ricordare la giornata".
"Il governo italiano si unisce ai lavoratori ricordando tutti i connazionali caduti sul lavoro in Italia e all'estero, martiri dell'operosità italiana e del progresso civile". Così Romano Prodi, presidente del Consiglio, scrive nel messaggio inviato nella ricorrenza della "Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo" simboleggiata dalla tragedia di Marcinelle. "Alla memoria dei nostri lavoratoti caduti - aggiunge Prodi - levo un pensiero di deferente omaggio ed, in ossequio al dettato dell'articolo uno della nostra carta costituzionale, che fonda la nostra Repubblica sul lavoro, invito le Amministrazioni pubbliche e le organizzazioni di categoria a ricordare la giornata".(Italia Estera) -
 



 
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