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27 lug 2006Il presidente palestinese Abu Mazen a Roma incontra Prodi e D'Alema

ROMA, 27 LUG. (Italia Estera) -  ''Domenica sarò a Gerusalemme''. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri e vicepremier Massimo D'Alema , che oggi ha incontrato il presidente palestinese Abu Mazen, in un'audizione davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato riunite a Palazzo Madama.
Indicando le ragioni del suo viaggio, il titolare della Farnesina ha affermato che sarà in Israele ''per continuare a lavorare per gli obiettivi che ci siamo proposti: arrivare nel modo più urgente possibile alla tregua, alla cessazione delle ostilità, ma anche gettare le basi di una soluzione stabile, oltre che naturalmente impegnarci per gli aiuti umanitari alle popolazioni che stanno pagando un prezzo così alto nel Libano e a Gaza''.

La Conferenza di Roma ha rappresentato ''un netto progresso della nostra collocazione rispetto al rischio di una relativa marginalità dell'Italia'' ha sottolineato il ministro rivendicando il ritorno sulla scena internazionale del nostro Paese, dopo ''l'allarmante'' esclusione dai negoziati sul nucleare iraniano. ''Personalmente - sottolinea - credo che quello che abbiamo ottenuto era il massimo che si potesse ottenere considerate le posizioni che c'erano, note a tutti, non solo a me''.

Alla Conferenza ''abbiamo indicato degli obiettivi ambiziosi, anche se è solo un primo passo'', sostiene D'Alema, secondo il quale ''nessuno poteva illudersi che si poteva fare la pace, se non altro perché mancavano i belligeranti''. Quella di ieri a Roma ''semplicemente era una riunione di Paesi terzi rispetto al conflitto: però l'importante è che questi Paesi abbiano dato vita a una coalizione per la pace, che comprende gli Stati Uniti, l'Europa e il mondo arabo''. E' questa, sottolinea ancora, ''l'importanza di questa coalizione con la quale continuiamo a lavorare insieme''.

Secondo D'Alema ''Se si vuole spezzare la spirale negativa'' in Medio Oriente ''è necessario coinvolgere'' Siria e Iran, perché ''siano invitati a essere parte nella ricerca di una soluzione del problema, anziché parte del problema''.

Il ministro degli Esteri torna poi a fare appello al concetto di equivicinanza nel conflitto in Medio Oriente. ''Mai come in questo momento - dice - è necessario equilibrio, è necessario che si manifesti quella capacità dell'Italia di essere egualmente vicina alle sofferenze ed alle aspisrazioni legittime dei popoli della regione''.

Sulla composizione della forza internazionale da dispiegare in Medio Oriente, D'Alema esprime le sue perplessità: ''Io credo che nella regione sia molto difficile pensare a una forza della Nato, perché - precisa - questo probabilmente non sarebbe accolto dagli arabi. Si deve pensare a qualcosa di diverso''. La forza internazionale che dovrebbe essere dispiegata al confine tra Israele e il Libano ''dovrà avere una partecipazione europea importante'', sottolinea D'Alema.

''Non sarà una truppa combattente'', spiega il ministro, ma dovrà essere ''consistente'' e dovrà avere il consenso delle parti. ''Non vogliamo andare a fare la guerra''. ''Vogliamo andare con il consenso delle parti - conclude - una volta che le ostilità siano cessate''.

Infine, D'Alema ha annunciato che la Conferenza di Roma sul Libano avrà un primo seguito in settembre. ''Abbiamo concordato che a settembre questo gruppo di Paesi tornerà a riunirsi a New York, a margine dell'Assemblea generale, per fare il punto delle iniziative e dei risultati che nel frattempo speriamo possano essere conseguiti'', ha detto il titolare della Farnesina.
Abou Mazen ha incontrato anche il premier Romano Prodi.
Al termine dell'incontro il presidente dell'autorità palestinese ha dichiarato: ''Sì a forze multinazionali al confine tra i Territori palestinesi e quelli israeliani'', purché siano ''determinanti'' per la pace. Poi ha lanciato un appello per un immediato cessate il fuoco ''per Libano e Gaza''. Infine ha assicurato che ''per il soldato israeliano rapito vi sono in corso sforzi che ci portano a ritenere che sia possibile una soluzione imminente''.

Le Brigate Ezzedin al Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno smentito però la notizia di un'imminente liberazione del caporale Gilad Shalit, rapito lo scorso 25 giugno nella Striscia di Gaza.

Abu Mazen, che assicura di essere pronto a sostenere ''un Libano sovrano, libero ed indipendente'', definisce inoltre ''disastrosa e catastrofica'' la situazione a Gaza e in Cisgiordania.

''Ho chiesto al premier Prodi - annuncia - di convocare con urgenza una conferenza internazionale di pace sul Medio Oriente'', così da coinvolgere l'Europa ma anche il resto del mondo. Il leader dell'Anp ritiene urgente ''tornare al tavolo dei negoziati'' per una soluzione di pace in Medio Oriente, ed esprime ''sostegno e apprezzamento'' per il vertice di ieri a Roma sul Libano, che ''non ha avuto un risultato immediato, ma ha spianato la strada per l'apertura di una fase importante''.

Da parte sua Prodi ha dichiarato che per ritrovare la pace in Medio Oriente è necessario ''fermare il ciclo della violenza e riprendere il filo del negoziato''. ''Per la pace -insiste il premier- bisogna trovare soluzioni negoziali e condivise''.

''L'aspettativa di un immediato cessate il fuoco non è realistica ma - dice ancora il Professore - la posizione espressa ieri dalla conferenza internazionale sul Libano non è quella di una luce verde alla ripresa delle ostilità''.
''Il vertice di Roma sul Libano - sottolinea - ha rappresentato un passo avanti decisivo per la cessazione delle ostilità''. Prodi ha chiesto al presidente palestinese di ''fare ogni sforzo'' per arrivare alla liberazione del soldato israeliano e creare le condizioni affinché vengano liberati anche i ministri del governo palestinese ''da tanti giorni '' in carcere.

''Ho chiesto ad Abu Mazen - precisa - che le forze politiche palestinesi si rendano conto della realtà e perciò tengano conto delle tre condizioni poste dal ministro degli Esteri israeliano. Ovvero, che ci sia il riconoscimento di Israele, il rispetto degli accordi e la rinuncia alla violenza''.
In particolare il presidente del Consiglio ha detto che è stato intensificato il programma di aiuti italiani alla Palestina: ''L'Italia ha ribadito l'importanza di essere vicina alla Palestina per alleviare le sue difficoltà''. Prodi ha quindi confermato l'appoggio del nostro Paese ''per uno sforzo di stabilizzazione in Palestina, che può essere aiutato da un nuovo clima di collaborazione tra le forze politiche dentro la Palestina che dopo la dichiarazione comune si va costruendo con fatica''.





 
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