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26 lug 2006Il summit di Roma, per Prodi: ''Occasione storica per la pace''

Al tavolo Arabia Saudita, Giordania, Grecia, Cipro, GB, Francia, Turchia, Germania, Canada e Russia. Con loro la Rice, Annan, Solana, e Wolfowitz per la Banca Mondiale. Presente anche un osservatore del Vaticano
Servizio di Beppe Nisa
ROMA, 26 LUG.  (Italia Estera) -  ''Vorrei sottolineare con chiarezza che oggi siamo qui per lavorare insieme al fine di ridare pace e stabilità al Libano in un contesto di effettiva sicurezza per Israele. E confido che insieme riusciremo ad individuare un percorso che ci consenta di realizzare questo obiettivo. Questa Conferenza  può rappresentare il punto di partenza di questo percorso comune''. E' uno dei  principali passaggi dell’intervento di Romano Prodi che ha dato il via alla Conferenza internazionale per il Libano. ''Le circostanze che ci spingono a vederci oggi sono complesse e richiedono tutto il nostro impegno - ha detto Prodi -. ''Questa di oggi è un'occasione importante. Intorno a questo tavolo sono rappresentati le Nazioni Unite e la Banca Mondiale, la Troika dell'Unione Europea e molti dei suoi stati membri, gli Stati Uniti e la Turchia, la Russia e il Canada, un gruppo significativo di paesi arabi che da tempo si adoperano per favorire soluzioni pacifiche e negoziate alla difficile situazione in Medio Oriente.
 Un Prodi che poi ribadisce che appoggia l'ipotesi di creare una forza multinazionale da dispiegare sul terreno al confine tra Libano ed Israele. Ipotesi suggerita dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan a San Pietroburgo in occasione del G8.

La Conferenza internazionale per il Libano è copresieduta dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema e dal segretario di stato americano Condoleezza Rice. Un vertice su cui pesa la morte di 4 caschi blu dell'Onu uccisi questa notte nel Libano del sud da un missile israeliano in quella che Kofi Annan ha definito ''un'azione apparentemente deliberata'' . Più tardi nel corso della conferenza stampa, rispondendo molto irritato alla domanda di un giornalista americano ha precisato, ancora una volta, che si è trattato di “un’azione apparentemente deliberata''  aggiungendo anche che ha proposto ad primo ministro d’Israele una indagine congiunta. Una tesi respinta da Israele, che si è scusato ammettendo l'errore. Tutti i partecipanti al summit in piedi hanno osservato un minuto di silenzio alla memoria dei 4 osservatori uccisi.

Dopo il saluto iniziale di Prodi ha preso la parola Massimo D'Alema, ministro degli Esteri italiano. Che ha chiesto una tregua provvisoria, per consentire gli aiuti umanitari. ''La fine delle ostilità è un obiettivo a cui puntare anche attraverso un approccio a fasi consecutive'', ha ribadito il ministro degli Esteri, rinnovando la richiesta ''almeno di una sospensione temporanea delle ostilità, che consenta l'afflusso di aiuti umanitari attraverso corridoi sicuri''.

In termini generali poi D'Alema ha detto che Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi, ma lo deve fare con moderazione. Allo stesso tempo, il Libano ha il diritto di conservare la proprià integrità territoriale, mentre si deve lavorare per ''una soluzione duratura'' che riguardi l'intera regione. Sono i quattro principi enunciati dal ministro che ha anche sottolineato la necessità di ''una soluzione duratura'' che tenga conto del contesto regionale. ''Israele ha il diritto di proteggere ill proprio territorio e di difendersi dagli attacchi esterni'', ha detto il titolare della Farnesina, ribadendo al contempo ''l'appello perché eserciti il massimo della moderazione in risposta agli attacchi''. D'altro canto, ha proseguito D'Alema elencando i principi che dovrebbero ispirare l'azione della comunità internazionale, ''il Libano ha diritto a conservare e consolidare la propria integrita' territoriale'', mentre non si può prescindere dalla consapevolezza che ''se non si sradica il terrorismo non ci potra' essere una pace duratura per la regione e che la pace duratura deve essere fondata sui principi del mutuo riconoscimento''. Indicando i temi della Conferenza, il ministro degli Esteri ha parlato della necessità di ''trovare i modi per un'azione umanitaria efficace, di lavorare sulle condizioni per il cessate il fuoco stabile e duraturo nella regione, di lavorare alle condizioni politiche per il dispiegamento di una forza di sicurezza internazionale sotto il mandato dell'Onu e di impegnarsi per finanziare la ricostruzione''.

Poi è stata la volta di Kofi Annan, segretario generale dell'Onu. Annan ha rivolto un appello sia a Israele che agli Hezbollah: ''questa conferenza deve mandare un messaggio forte e parlar e con una sola voce. La situazione è terribile e pericolosa. Noi dobbiamo dire alla gente del Libano, agli israeliani, a tutta la popolazione mediorientale, che faremo tutto il possibile per aiutarli a trovare un accordo per la pace''.
La Rice, che ieri da Gerusalemme aveva invocato la necessità di ''un nuovo Medio Oriente'', ha proposto un dispiegamento in due fasi di una forza internazionale: un primo contingente di 10mila turchi ed egiziani guidati da un comando della Nato e dell'Onu per garantire la sicurezza nel sud del Libano dopo il cessate il fuoco, una seconda forza di 30mila uomini da schierare dopo che il governo libanese abbia ripreso il controllo della regione. Di questo hanno parlato il segretario di Stato e D'Alema nell'incontro avuto prima dell'inizio della Conferenza, un bilaterale che segue quelli avuti ieri sera dal titolare della Farnesina con il premier libanese Fuad Siniora, con il ministro degli Esteri egiziano Abdul Gheit e con il collega spagnolo Miguel Angel Moratinos.

Ai lavori, che si concluderanno con una conferenza stampa nel primo pomeriggio, partecipano anche i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Giordania, Grecia, Cipro, Gran Bretagna, Francia, Turchia, Germania, Canada e Russia. Con loro, al tavolo della Sala delle Conferenze internazionali, accanto ad Annan, ci sono l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune Javier Solana, il presidente della Banca Mondiale Paul Wolfowitz, il ministro degli Esteri finlandese Erkki Tuomioja in rappresentanza della Ue e il commissario alle Relazioni esterne Benita Ferrero Waldner. Presente anche un osservatore del Vaticano, l'arcivescovo Giovanni Lajolo.
Beppe Nisa/Italia Estera
 



 
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