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17 giu 2006La visita del Ministro degli Esteri Massimo D'Alema negli Stati Uniti

Servizio di Attilio Pisani
 
WASHINGTON, 16 giu - Il vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema nella sua breve visita negli Stati Uniti al Dipartimento di Stato ha incontrato Condoleezza Rice. Al suo arrivo ha visto alla Casa Bianca il consigliere per la Sicurezza nazionale Stephen Hadley. D'Alema ha visitato anche la mostra sul rinascimento italiano alla National Gallerie  si è recato all'Ambasciata d'Italia, dove ha incontrato il personale, i membri del Comites, ed una delegazione del Comitato ebraico americano guidata dal presidente dell'American Jewish Committee Robert Goodkind, con il quale ha avuto un ampio scambio di vedute sulle prospettive del processo di pace in Medio Oriente. cui ha ribadito l'impegno dell'Italia per la pace in Medio Oriente e per la sicurezza d'Israele. D'Alema ha poi lasciato Washington per rientrare a Roma.
 
Al centro dei colloqui del titolare della Farnesina con il segretario di Stato Condoleezza Rice e con il responsabile della Sicurezza Stephen Headley, il ritiro italiano dall'Iraq, la questione iraniana, la crisi in Medio Oriente e la situazione in Afghanistan. Non si è discusso invece del caso Calipari, ''vicenda che riguarda la magistratura'', come ha ricordato il portavoce del ministro.
 
Alla conferenza stampa congiunta  al termine dei colloqui con il segretario di Stato Americano i due esordiscono così: "Cara Condoleezza". "Caro Massimo". 
 La visita a Washington del ministro degli Esteri italiano serve a constatare che la partnership fra i due Paesi è "davvero globale", come afferma il segretario di Stato americano Condoleezza Rice, dopo l'incontro. La Rice lo spiega così: "Italia e Stati Uniti - dice - condividono un' alleanza, condividono valori, condividono amicizia e legami d'affinità".
Tra Roma e Washington non c’è stata alcuna crisi, quella che si è vissuta è stata solo ''una crisi italo-italiana''. Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema smorza i toni delle polemiche che hanno preceduto la sua prima visita a Washington e ritaglia anche un ruolo di mediazione italiano per il nodo iraniano.
 
Parlando del rapporto con l'amministrazione Bush, D'Alema ha sottolineato che ''c’è piena consapevolezza, essendo entrambi paesi democratici, che i governi cambiano, ma le alleanza, l'amicizia, i rapporti storici fra i due paesi non mutano''.
 
Al capo della diplomazia americana, il ministro degli Esteri ha rinnovato l'auspicio che il carcere di Guantanamo possa chiudere al più presto: ''I ministri degli Esteri europei hanno sottolineato con unanime accordo che sarebbe importante che il governo americano procedesse al più presto alla chiusura del carcere di Guantanamo. Condivido e auspico che il governo americano possa procedere nel senso auspicato''.
 
Gli Stati Uniti ''non hanno alcun desiderio di diventare i carcerieri del mondo'', ha replicato il segretario di Stato, mettendo in risalto però che ''oggi c'è gente pericolosa che deve essere chiusa da qualche parte''.
 
Già ieri D'Alema aveva sottolineato che Italia e Stati Uniti sono e restano amici, anche se ''forse in un modo un po' diverso da quello in cui il governo precedente'' lo era nei confronti dell'amministrazione Bush. Il vicepremier ha anche portato un ''messaggio chiaro e forte'' riguardo la costruzione di una più forte comunità euroatlantica.
 
Riguardo alla situazione iraniana, D'Alema ha precisato che ''se dovesse riaprirsi il negoziato con Teheran sul programma nucleare, l'Italia si farà avanti per partecipare al tavolo delle trattative'' anche perché ''da parte americana non ci sono impedimenti''. Il vicepremier ha tuttavia precisato che l'ipotesi di apertura sarà comunque oggetto di discussione al G8 e ha aggiunto di aver avuto ''ben 2 contatti telefonici per sua iniziativa'' con il ministro degli Esteri iraniano Mottaki''.
 
In mattinata D’Alema ha visto alla Casa Bianca il consigliere per la Sicurezza Stephen Hadley. E' stato un incontro "molto positivo" questo primo colloquio che il nostro ministro degli Esteri ha commentato così: ''Siamo anche in un quadro internazionale nuovo nel quale c’è interesse da parte degli Stati Uniti a un coinvolgimento più forte della comunità internazionale, dell'Unione europea. Siamo molto lontani dalle polemiche sull'unilateralismo''. Ribadendo poi il concetto del ''clima nuovo nelle relazioni internazionali'', D'Alema ha rivendicato che ''un'Italia fortemente impegnata nel processo di unità europea può essere un partner utile'' degli Stati Uniti.
Da parte degli Stati Uniti "c'é una perfetta comprensione del senso di quello che noi facciamo e il rispetto del nostro Paese". Così il vice premier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema risponde ad una domanda del cronista del Tg1 sul rientro del contingente italiano dall'Iraq dopo aver incontrato il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Hadley. "Semmai - ha aggiunto D'Alema - è sbagliato dire che ce ne andiamo: noi non ce ne andiamo dall'Iraq", ma "continuiamo a sostenere la democrazia e la stabilizzazione di quel Paese attraverso un impegno civile ed economico di cui abbiamo discusso e che mi sembra venga seriamente apprezzato"
E sempre al Tg1 D’Alema ha ribadito che "La Nato sta discutendo di come portare avanti" la missione in Afghanistan "e continueremo a discutere con gli alleati cosa fare in questo contesto". Il ministro degli Esteri ha voluto anche puntualizzare  che la possibilità di un aumento delle truppe italiane in Iraq "é una questione che si affronta in sede Nato, non è una richiesta del governo Usa e non è un tema che si negozia tra governo italiano e americano".
 D'Alema ha anche  precisato:"noi siamo parte di una alleanza: è in quella sede che si definiscono i compiti". Il nostro interlocutore dunque "é il segretario generale della Nato".
Attilio Pisani/Italia Estera



 
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