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Il voto degli Italiani all'Estero

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13 giu 2006L'incontro della Fondazione Agnelli con i protagonisti del voto italiano all'estero - Franco Danieli: "Metteremo mano e miglioreremo la legge elettorale di attuazione del voto all'estero"

Gli interventi dei parlamentari della circoscrizione Estero Pallaro, Pollastri, Cassola, Fedi e Narducci e di esponenti di An, Ds e Fi – Una nota  di Ferretti (Ctim) 
ROMA, 13 giu - (Italia Estera) - Ieri sera la Sala del Cenacolo di Vicolo Valdina, era gremita per l'incontro sul tema "Protagonisti del voto italiano all'estero. Una lettura culturale del comportamento elettorale". Il dibattito, organizzato dal Centro Altreitalie sulle Migrazioni Italiane della Fondazione Giovanni Agnelli, ha voluto fare il punto sia sugli aspetti politici e culturali dell'elettorato della circoscrizione Estero, sia sulle istanze che gli eletti dalle nostre comunità portano nel Parlamento italiano.
Franco Danieli, Vice Ministro degli Affari Esteri con delega per gli Italiani nel mondo, ha ricordato il lavoro svolto da Mirko Tremaglia per i diritti degli italiani nel mondo. Un operato, forse troppo legato ai simboli, che, per Danieli, non appare attuale in un contesto dove "occorre un approccio pragmatico, capace di fornire risposte e sedimentare i risultati raggiunti". Il Vice Ministro, dopo aver parlato dell'immeritato "razzismo politico" attuato in Italia nei confronti degli eletti all'estero, ha sottolineato la necessità "di mettere mano e migliorare la legge elettorale di attuazione del voto all'estero ed ha annunciato di voler ascoltare, prima del suo incontro con la Commissione Affari Costituzionali del Senato sui futuri aspetti programmatici, il parere degli eletti all'estero e del CGIE.
"Se si sceglie il voto per corrispondenza - ha detto Danieli che è pronto a discutere anche l'ipotesi del suffragio presso le sedi consolari - bisognerà rivedere i meccanismi di spedizione, analizzare l'ipotesi del voto elettronico e migliorare le procedure di scrutinio. In questi giorni ho infatti l'intenzione di discutere con il Presidente della Corte d'Appello di Roma, che è incaricato della vigilanza sullo scrutinio, e con il Ministro dell’Interno la possibilità che lo spacchettamento delle schede delle quattro ripartizioni estere avvenga in luoghi diversi, per consentire un migliore lavoro e un minore affollamento degli scrutatori”.
“Intendo lavorare fin da subito - ha concluso Danieli - alla definizione di una cornice strategica e unitaria nel quale i diversi soggetti che hanno rapporti con le nostre comunità all'estero, come ad esempio le regioni, le province, i comuni, le università e le associazioni, possano ritrovarsi ed essere coordinati nelle loro iniziative, al fine di una efficace razionalizzazione delle risorse”.
A margine dell’Incontro stesso il Vice Ministro degli Esteri ha aggiunto : "La sedimentazione del diritto di voto passa attraverso il raccordo fra gli eletti all'estero e il mondo politico italiano. Ancora oggi vi sono infatti delle resistenze trasversali a quella che è stata la novità politica più imponente degli ultimi anni, la presenza degli eletti all'estero. Il consolidamento di questa novità comporta anche il rafforzamento del rapporto e della sinergia fra l'Italia che vive nei confini nazionali e le comunità che risiedono all'estero. Guai comunque se vi fosse una considerazione di autosufficienza da parte degli eletti all'estero, perché questo potrebbe tradursi in un ghetto.
 
"Il gossip giornalistico sulla presunta inadeguatezza degli eletti all'estero - ha proseguito Danieli sottolineando gli alti standard dei rappresentanti scelti delle nostre comunità - è stato smentito dalla presenza degli stessi parlamentari della circoscrizione Estero. Persone di qualità, che hanno dimostrato cosa voglia dire l'impegno politico e istituzionale. Gente che, dopo decenni vissuti in altri continenti con famiglie, attività imprenditoriali o impegni nel mondo dell'informazione, ha fatto una scelta di vita e si è stabilita in Italia per svolgere in maniera seria il mandato parlamentare. Un primo ed importante momento di conoscenza dell'impegno degli eletti all'estero e, attraverso di loro, delle nostre comunità nel mondo.
"Non è possibile - ha concluso Danieli affrontando la questione dell'informazione di ritorno - che si parli dell'Italia nel mondo solo quando vi sono delle elezioni o in presenza di qualche evento eccezionale. Credo che sul fronte della televisione pubblica, anche se spero che tutto questo valga anche per i media privati, si debba prendere un impegno, simile alla convenzione stipulata fra lo Stato italiano e Rai International, per la creazione di un canale televisivo dedicato all'informazione di ritorno, oppure in alternativa per la diffusione, in fasce orarie previste e stabilizzate, di programmi sulle nostre comunità all'estero "
I lavori sono stati aperti da Marco Demarie, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli,  che ha ricordato come la conquista del pieno esercizio di voto all'estero e il prezioso ruolo svolto dalle nostre comunità nell'era della globalizzazione abbiano dato nuova attualità al tema degli italiani nel mondo.
Maddalena Tirabassi, direttore scientifico del centro Altreitalie, ha evidenziato come a tutt'oggi circa il 40% degli iscritti all'AIRE, in tutto quasi 3 milioni e mezzo di cittadini, siano nati in Italia. Notevole, in questo contesto, anche il numero delle associazioni dei nostri connazionali che raggiungono in Svizzera quota 1.438 e negli Stati Uniti possono contare su oltre 760.000 soci. La Tirabassi ha segnalato l'alta percentuale dei nati in Italia fra i candidati della circoscrizione Estero - 81,6% per la Camera e 92,8% per il Senato - dove il tasso di presenza femminile si attesta intorno al 18%.
Il senatore Luigi Pallaro, eletto nella lista delle Associazioni Italiane in Sud America, ha illustrato il fatto che "oggi in Argentina vi è un armonia incredibile fra vecchia e nuova emigrazione: prima di tutto siamo italiani, poi viene il resto. Poi Pallaro ha auspicato il superamento dello stereotipo della valigia di cartone e una legge sulla cittadinanza più accessibile che consenta di stabilire un nuovo ponte con le nuove generazioni.   In ogni caso - ha aggiunto Pallaro  - se non ci fosse stato il voto all'estero, il rapporto con queste comunità sarebbe sparito nel giro di nove anni".
La necessità di avvicinare i giovani, magari attraverso un maggiore uso delle borse di studio è stata sottolineata anche dal senatore dell'Unione Edoardo Pollastri (ripartizione Sud America) che ha anche ricordato il prezioso contributo degli italiani all'estero alla diffusione della valenza economica del nostro Paese. Pollastri ha chiesto un migliore uso dell'informazione di ritorno ed ha spiegato  che "le associazioni  riescono, sia pure da un punto di vista regionale, a collegare le varie generazioni che appartengono alle tre grandi ondate migratorie della storia italiana".
Il deputato Arnold Cassola (ripartizione Europa) ha parlato dell'emergenza televisiva in Europa, ovvero del criptaggio dei programmi sportivi e di intrattenimento trasmessi dalla Rai. Un problema che allontana dall'Italia le giovani generazioni. Cassola ha chiesto un’attenzione maggiore per i problemi pratici che affliggono gli italiani all'estero. Il neodeputato de L’Unione  ha anche sostenuto la creazione di una scuola a distanza per l'insegnamento via Internet della lingua italiana e la distribuzione ai nostri connazionali, tramite i consolati, di carte di identità elettroniche.
Marco Fedi, eletto alla Camera nella ripartizione Africa, Asia e Oceania, si è soffermato sul rischio del non radicamento e della non condivisione da parte di tutti della conquista della circoscrizione Estero. Un sistema organizzativo, quello del voto, che non ha funzionato appieno e che una parte dello stesso CGIE avrebbe voluto migliorare attraverso l'istituzione di seggi elettorali presso i Consolati, la costituzione di elenchi per l'iscrizione volontaria e preventiva degli elettori all'estero ed accorgimenti aggiuntivi per la tutela del suffragio per corrispondenza. Fedi ha anche parlato della realizzazione di un'anagrafe unica aggiornata dai Consolati.
Secondo il deputato de L’Unione primo degli eletti nella ripartizione Europa Franco Narducci, le polemiche, riguardanti l'idoneità al voto degli italiani all'estero  non sono state accompagnate da un'adeguata visibilità delle grandi potenzialità di questo importante diritto. Una mancanza di attenzione che ha caratterizzato anche l'immagine "stantia e superata" che i media italiani hanno dato della nostra emigrazione, dimenticando la realtà delle comunità e soprattutto delle nuove generazioni all'estero.
Narducci ha poi ricordato come la maggior parte degli italiani all’estero che sono rimasti esclusi dal voto vadano ricercati tra gli iscritti solo nelle liste consolari che non hanno risposto all’iniziativa di mailing perché formulata male (infatti molti di loro davano per acquisita la loro iscrizione e non pensavano che avrebbero dovuto confermarla n.d.r.)
"L'associazionismo delle nostre comunità in Svizzera - ha aggiunto Narducci - è nato come reazione alle campagne xenofobe e al disinteresse dello Stato italiano. Il problema di oggi è quello di evitare che la curva dell'associazionismo precipiti".
Gian Luigi Ferretti, rappresentante di An nel CGIE e coordinatore del Comitato Tricolore Italiani nel Mondo, ha invece chiesto di non dimenticare, a fronte dei grandi successi economici ed imprenditoriali degli italiani all'estero, gli indigenti e gli anziani all'estero che in Sud America stentano a sopravvivere.
 Ferretti, ha anche voluto ricordare tutte le iniziative portate avanti da Mirko Tremaglia in favore dei connazionali nel mondo. Ha affermato che "un compito di tutti è quello di rimettere mano alla legge di attuazione del voto, per migliorare l'esercizio del suffragio all'estero".
Anche Norberto Lombardi, vice responsabile dei Ds per gli italiani nel mondo ha sostenuto l'esigenza di rivedere la legge sul voto. Lombardi ha sottolineato come la cosa più sensata sia quella di discutere  sul come si deve consolidare questa esperienza, senza rimettere in discussione la riforma elettorale, auspicando l’apertura di un tavolo di confronto.
 "Il voto all'estero - spiega Lombardi è un meccanismo molto fragile, ed ha punti di debolezza. Da questa considerazione deve ripartire una riflessione comune di tutte le forze politiche. Per prima cosa bisognerà affrontare la definizione della platea elettorale, la segretezza del voto e il miglioramento della macchina dello scrutinio. Per Lombardi una soluzione potrebbe essere anche quella di votare presso i consolati". Poi parlando del diritto di cittadinanza un problema che sta a cuore a molte  migliaia di  cittadini di orgine italiana nel mondo,  Lombardi si è augurato che dopo un aperto confronto tra governo ed opposizione in parlamento si giunga alla riforma della legge che preveda il passaggio dallo "jus sanguini" allo "jus soli".
Dario Rivolta, responsabile di Forza Italia per gli italiani all'estero  ha accolto l'invito al dialogo sul miglioramento della legge di attuazione del voto all'estero e sulla riforma dei criteri della norma sulla cittadinanza. "Non è mia intenzione, né quella del mio partito - ha affermato Rivolta - rimettere in discussione le modifiche costituzionali sul voto, ma rimangono le perplessità sul fatto che questa sia stata la migliore risposta possibile ad una sacrosanta esigenza. Rimane da risolvere e discutere il problema dei cittadini temporaneamente all'estero, il metodo di votazione, l'esercizio del voto presso i consolati e la tutela della segretezza e della personalità del voto. Su questi punti siamo disposti a dialogare. Rivolta ha anche auspicato sia un intervento degli eletti all'estero in favore dei risparmiatori italiani coinvolti nella vicenda dei bond argentini  sia una riflessione comune sullo ius sanguinis e ius soli, purché si trovi insieme un punto di incontro per un passaggio graduale fra questi due diritti". Rivolta ha anche chiesto che le dichiarazioni di Berlusconi sugli italiani all’estero vengano lette per intero e non venga letto soltanto  quella sulle tasse, isolandola dal contesto.
Antonio Golini docente dell'Università di Roma "La Sapienza" ha ricordato il contributo degli italiani all'estero allo sviluppo del nostro Paese e la necessità di valorizzare il legame politico ed economico con le comunità.
Gian Giacomo Migone docente dell'Università di Torino ed ex parlamentare ha chiesto agli eletti all'estero, che rappresentano un veicolo di modernizzazione del nostro Paese, di vigilare in questo ambito sulle esigenze delle comunità, sull'operato dei consolati e sull'indirizzo del governo.
 
Al termine dell’incontro della Fondazione Agnelli Gian Luigi Ferretti (Ctim) ha diffuso una nota di commento: “Nessun indizio su quello che il centro sinistra si propone di fare per gli italiani all’estero”
Il convegno – ricorda Ferretti - si proponeva di “rispondere a due interrogativi: quali sono i caratteri culturali e politici dell'elettorato che i deputati e senatori eletti all'estero rappresentano? Quali istanze gli eletti portano in Parlamento?
Se al primo interrogativo si è tentato di dare una risposta, i due senatori (Pallaro e Pollastri) ed i tre Deputati di centro-sinistra (Cassola, Fedi e Narducci) non si sono avventurati a rispondere alla seconda.  Il sen. Pollastri se n’è uscito con un esilarante “Noi rappresentanti degli italiani in Sud America non siamo venuti per chiedere ma per dare” beccandosi un’occhiataccia dal sen. Pallaro, che notoriamente è di altra opinione.
L’on. Cassola ha inventato l’acqua calda, spacciando per sue clamorose scoperte alcuni problemi dibattuti da decenni dai Comites e dal CGIE.
L’on. Fedi si è esibito in un numero di altissima acrobazia storico-politica nel tentativo di attribuire all’on. D’Alema tutto il merito del voto agli italiani all’estero.
Prendendo la parola dopo i cinque esponenti del centro-sinistra, io ho dichiarato di voler provocatoriamente dire “qualcosa di destra” ed ho pronunciato ad alta voce un nome che fino a quel momento nessuno aveva citato: Tremaglia.
A onor del vero il Vice Ministro Danieli, intervenuto dopo l’on. Rivolta di Forza Italia e di Lombardi (Ds), non ha avuto difficoltà a rispondermi che lui il nome di Tremaglia lo pronunciava volentieri riconoscendogli i suoi grandi meriti.
Ho dovuto anche rintuzzare, con l’approvazione del prof. Migone, il quadro idilliaco che si stava illustrando, puntualizzando che, se è vero che le realtà italiane all’estero non sono più solo quelle delle valigie di cartone, i connazionali non sono diventati tutti imprenditori e yuppies.
Non vorrei che tutto questo dipingere di rosa il mondo dell’ emigrazione italiana servisse al governo Prodi per precostruirsi l’alibi per non essere in grado di fare più e meglio di quanto abbia fatto il governo Berlusconi per tentare di risolvere tutti quei problemi, che invece purtroppo sussistono, di indigenza, di assistenza sanitaria, di accesso all’istruzione e quant’altro.
Comunque – conclude Ferretti - sono uscito dal convegno senza aver avuto neppure degli indizi su cosa il centro-sinistra si propone concretamente di fare per gli italiani all’estero.



 
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