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23 mar 2006PERCHÉ LASCIARE TUTTO LO SPAZIO AI PARTITI?........di Ferruccio Falaschi *

IL RISVEGLIO DELL’ASSOCIAZIONISMO
ROMA, 23 mar -(Italia Estera) - Si sono visti i partiti scendere in campo ed impadronirsi prepotentemente della scena non appena gli italiani all’estero sono diventati oggetto appetibile ai fini elettorali.
Si sono buttati sull’osso con la prepotenza e l’arroganza di chi può disporre di risorse praticamente illimitate, sono apparse lettere aperte di candidati di partiti di sinistra che lamentano l’assoluta inadeguatezza delle spese elettorali consentite a ciascun candidato, che ammontano a ben 56.000 euro. Non è cifra da poco, certamente non alla portata di tutte le borse.
Evidentemente essere candidati dai partiti della sinistra conviene anche economicamente!
Alcuni candidati, invece, sono espressione del mondo dell’associazionismo, in cui hanno militato per lunghi anni, operando a beneficio delle comunità nazionali con cui erano in contatto, senza distinzione di classe, censo, credo politico e religioso, attenti soltanto alle esigenze ed alle aspettative di ciascuno.
Hanno seguito con attenzione attraverso le associazioni di appartenenza la graduale conquista del diritto di voto in loco per gli Italiani residenti all’estero ed hanno sostenuto l’azione dell’uomo politico che solo lottava nell’indifferenza della classe politica per conseguire tale obiettivo, l’On. Tremaglia.
Hanno osservato l’assalto dei partiti ed hanno deciso di entrare nell’agone elettorale per tentare di fermare l’invadenza degli ultimi venuti la cui sicumera è più dovuta alle risorse di cui possono disporre che alla forza delle loro idee.
Con l'esclusione di alcune comunità residenti in Paesi europei prossimi alla frontiera i partiti non hanno mai dato prova, a parte la solita retorica sull’emigrante, di voler svolgere una funzione di collegamento fra comunità all'estero e comunità nazionale, funzione assolta invece dalle associazioni che, in tempi non sospetti, hanno operato all’interno delle comunità, salvaguardando legami culturali, linguistici, religiosi, consentendo ai connazionali di non perdere identità, tradizioni ed in qualche misura informazione. 
Provenire dall'associazionismo non significa in alcun modo essere contro il sistema dei partiti, laboratori di idee e di fermento democratico, ma soltanto essere svincolati dall'obbedienza alle segreterie perché intimamente legati alle comunità da cui si è stati eletti.
E' lapalissiano che la preparazione sulle vicende politiche deve essere pari a quella della media dei rappresentanti, con una specializzazione aggiuntiva, la conoscenza ed il mandato pieno delle comunità all'estero, cui solo dovranno rispondere.
Chi afferma che scegliere candidati provenienti dall'associazionismo e non dai partiti tradizionali potrebbe nuocere alla causa degli italiani all'estero, poiché troppo poco numerosi sono i Parlamentari che li rappresentano, dimentica che il mondo della emigrazione è diventato, come mai nel passato, parte integrante della politica estera nazionale.
Chi garantisce i connazionali che i paracadutati delle segreterie partitiche sapranno fare meglio e farsi ascoltare da orecchie che sono state sorde per 50 lunghi anni? Chi li garantisce che gli appartenenti agli apparati, soprattutto se già espressione di movimenti sindacali o comunque adusi a vivere di emigrazione e non per l’emigrazione,  non cercheranno una nicchia in cui ritagliarsi una collocazione, ossequienti alle direttive del partito, dimentichi di chi li ha eletti?
Pensar male è peccato, ma spesso si colpisce nel segno.
Per questo l’Associazione degli Italiani all’estero (A.I.E.) ha deciso nel suo ultimo direttivo di chiedere un impegno in prima persona al suo Segretario Generale Franco Santellocco, che ne guida l’azione da più di vent’anni, che si è speso senza risparmio a sostegno delle comunità nazionali, ascoltando la voce dei più deboli, facendo proprie le lagnanze su temi di grande rilevanza quali l’assistenza sanitaria e le convenzioni pensionistiche, perseguendo una attiva politica di cooperazione, collaborazione ed assistenza nei Paesi di accoglienza.
Il suo impegno a tutto campo non ha trascurato la nuova emigrazione e l’attenzione che ad essa era dovuta nei settori sensibili dell’assistenza relativa a finanziamenti e contratti, settori nuovi e specifici ed ancora ignorati dalle dinamiche relative agli Italiani all’estero.
Franco Santellocco ha scelto di candidarsi nella lista che si richiama all’On. Tremaglia, un valore aggiunto ed un simbolo poiché ha saputo dimostrare che con la determinazione e la forza delle idee si può riuscire a far convergere posizioni diverse di partiti avversari su un unico obiettivo
L’intera Associazione lo sostiene nella sua azione e ne accompagna il cammino.
Negli ultimi tempi di propaganda elettorale si è assistito ad un crescendo di violenza e di intolleranza: un candidato al Senato nella Circoscrizione Asia/Africa/Antartide/Oceania ha speso un’intera pagina in contumelie contro gli avversari politici, bollando di sciocchezze e stupidaggini le loro idee.
I moderati ritengono che ogni idea è buona, può non essere condivisa, né approvata, né accolta, può essere combattuta: Santellocco fornisce una prova di tali comportamenti con suoi interventi sul sito www.santellocco.net in cui propone argomenti di discussione, alcuni facilmente perseguibili, altri con la responsabile consapevolezza che sono molto onerosi, senza mai indulgere ad inutili promesse, ma assicurando un impegno costante e determinato a tutto campo.
Purtroppo la visione elitaria della sinistra non contrappone idee a idee, demonizza l’avversario con il dileggio, lo addita al disprezzo fino all’espulsione dal corpo sociale. E’ una lezione che hanno già impartito e che si accingono ad infliggere ancora una volta con arroganza agli avversari nel malaugurato caso di vittoria.
L’augurio che accompagna le prossime consultazioni politiche è che finalmente i moderati sappiano mobilitarsi e partecipare compatti e numerosi all’esercizio del voto per esprimere una rappresentanza capace di coagulare consensi, avendo come unico faro le esigenze delle comunità italiane all’estero, da perseguire con fermezza, determinazione, buon senso, capacità di dialogo, senza estremismi inutili e spesso controproducenti.
 
* Presidente A.I.E. – Associazione Italiani all’Estero



 
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