Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
21 mar 2006LIBIA : Gheddafi, c’é da aspettarsi altre Bengasi. Boniver : Il contenzioso storico deve essere chiuso, ma non é ‘one way’ ci sono anche i risarcimenti agli italiani''.

Roma, 21 mar -(Italia Estera) -  ''Certamente il contenzioso storico con la Libia dovra' essere chiuso''. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri, Margherita Boniver, intervenendo ai ''Confronti Adnkronos'' al Palazzo dell'informazione insieme a Franco Danieli, vicepresidente della Commissione Esteri di palazzo Madama (vedi Servizio Italia Estera). Ricordando quanto affermato ieri dal ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, in risposta alle parole pronunciate dal colonnello Gheddafi in un'intervista, Boniver ha sottolineato che ''il contenzioso non é 'one way', c'e anche - ha aggiunto - il contenzioso dei risarcimenti agli italiani''. Il ministro Fini, ha poi ricordato il sottosegretario, ''ha rimandato al mittente tutta quella parte di dichiarazioni che potevano sembrare minacce, non tanto velate, che sono inaccettabili''.
Il leader libico Muhammar Gheddafi ha ribadito che l'Italia dovrebbe "riconoscere il suo passato" coloniale in Libia perché fra i due Paesi si diffondano "la pace e la collaborazione". "Possiamo costruire rapporti non aggressivi, ma amichevoli", ha detto Gheddafi in un'intervista su Sky Tg 24. E questo perché "tra i due popoli non c'é inimicizia" e perché allora "non siamo stati invasi dal popolo italiano ma dal suo governo di allora".  Per il leader libico  "purtroppo c'é da aspettarsi altre Bengasi" o anche "attentati in Italia". Il colonnello Gheddafi è tornato a commentare i violenti scontri presso il consolato italiano del 17 febbraio scorso. Il leader della Jamahiriya libica ha sottolineato come sia stato un episodio spontaneo: " Cose che dipendono dalla gente normale - ha detto - non dal governo. I libici esprimono quello che hanno nel petto. I servizi di sicurezza - ha aggiunto - hanno anche esagerato nella protezione del consolato italiano.
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Gianfranco Fini rispondendo, con un comunicato, alle dichiarazioni del leader libico afferma che "Le intimidazioni e le minacce nemmeno troppo velate di Gheddafi non ci spaventano. Abbiamo detto di volerci lasciare definitivamente alle spalle il retaggio coloniale nei rapporti italo-libici: questa posizione manteniamo con chiarezza e trasparenza".. "Ci attendiamo quindi - prosegue Fini - analoga coerenza dal leader libico, per quel che riguarda tanto il contenzioso relativo al passato quanto quello relativo a crediti delle imprese italiane e a visti per i nostri connazionali". "Prefigurare ulteriori momenti di tensione e scenari inquietanti - conclude Fini - contrasta invece in maniera evidente con la volontà più volte ribadita dal Colonnello Gheddafi di contribuire a migliorare ulteriormente i tradizionali rapporti di amicizia italo-libici".
 Franco Frattini, vice presidente della Commissione Ue, a margine della conferenza "Riparte il dialogo euromediterraneo",commentando le parole del leader libico che, intervistato da Sktg24, ha messo in guardia l'Italia sulla possibilità di "altre Bengasi" o anche "attentati in Italia" nel caso non si procedesse ai risarcimenti dei danni coloniali con Tripoli ha detto: "E' una dichiarazione quella di Gheddafi che non credo sarà seguita da nessuna azione".  Frattini ha detto di ritenere che "l'Italia continua ad essere disponibile ad un segno importante di amicizia verso la Libia". Una linea che, ha ricordato, lui stesso sostenni come ministro degli Esteri e che è rimasta intatta anche con l'attuale ministro Gianfranco Fini. "L'Europa - ha osservato ancora Frattini - vuole avere con la Libia un rapporto molto importante, aperto e di collaborazione: sono convinto che il leader Gheddafi continuerà a dire, come sempre ha detto, che l'Italia è sempre stata vicina alla Libia nei momenti di difficoltà".
Le ultime affermazioni del colonnello, per Frattini, "contraddirebbero le stesse dichiarazioni del leader libico quando parla dell'Italia come partner e paese amico". Così come la decisione di Tripoli di avere un "dialogo più forte con l'Europa". In merito, Frattini ha citato gli incontri tecnici che, tra qualche settimana, ci saranno tra europei e libici per negoziare una serie di accordi bilaterali. "Altalenanti" è stato l'aggettivo usato dall'ambasciatore Riccardo Sessa, direttore generale dei paesi del Mediterraneo e Medio Oriente della Farnesina, per definire i rapporti italo-libici nel corso della conferenza stampa durante la quale é stato toccato l'argomento. "Quest'addensarsi di nuvole sul cielo mediterraneo e sui rapporti tra Italia e Libia lascia spazio a delle schiarite", ha detto Sessa pur non nascondendo che le affermazioni di Gheddafi meritano comunque la "massima attenzione". "La Libia - ha detto ancora l'ambasciatore - è un partner assai importante e Gheddafi stesso ha ricordato che l'Italia è sempre stata a fianco della Libia nelle assise internazionali". Vale a dire, ha spiegato Sessa, che Gheddafi riconosce il ruolo avuto dall'Italia per "sdoganare Tripoli" e farla rientrare nella comunità internazionale.
Lettera aperta dell’Airl  ai candidati premier Silvio Berlusconi e Romano Prodi
Intanto l'Associazione degli italiani rimpatriati dalla Libia (Airl) ha inviato una lettera aperta ai candidati premier Silvio Berlusconi e Romano Prodi per sollecitare il futuro capo del Governo l'impegno a risarcire i beni italiani confiscati dal colonnello libico Gheddafi nel 1970. "A nome dei Rimpatriati dalla Libia che rappresento - scrive ai due candidati premier il presidente dell'Airl, Giovanna Ortu - ho deciso di rivolgermi al Presidente del Consiglio che guiderà l'Italia nella prossima legislatura per chiedere precise garanzie su modi e tempi con i quali verrà affrontata e definita la questione relativa agli indennizzi per i beni italiani confiscati da Gheddafi nel 1970. L'accordo del 1998 tra la Jamahiria libica e il Governo Prodi, che ha regolato ogni aspetto del contenzioso, non tocca l'argomento del risarcimento a noi dovuto per i beni perduti. Rinunciando definitivamente a richiederlo alla controparte libica, è evidente che il Governo italiano si è assunto l'onere di provvedere direttamente al risarcimento dopo gli acconti corrisposti negli anni passati". "Tuttavia durante i cinque anni di governo Berlusconi, a fronte delle ripetute rassicurazioni in merito, - prosegue la lettera aperta - non vi è stato alcuno stanziamento per un provvedimento a nostro favore. Al contrario è stata presa in considerazione la richiesta libica di indennizzo per i 'danni coloniali', ad integrazione di quanto già percepito, prima con l'accordo del 1956 e poi con l'esproprio del '70. Chiediamo al futuro Capo di Governo: considera il nostro un vero e proprio credito nei confronti dell'Italia che non ci ha tutelato al momento della confisca, ricorrendo all'arbitrato previsto dall'accordo del 1956 e che in seguito, nel contenzioso economico con il Colonnello Gheddafi, ha intenzionalmente omesso di porre sul piatto della bilancia il valore dei nostri beni espropriati?" "La recente tensione nei rapporti bilaterali, materializzatasi nei disordini di Bengasi e nel minaccioso discorso del Colonnello - prosegue la Ortu - hanno indotto il Consiglio dei Ministri a decidere di accogliere con misure significative le pretese libiche, in ciò trovando consenziente anche l'opposizione. Tali intendimenti sono stati favorevolmente accolti anche da noi, da sempre favorevoli ad ogni iniziativa che possa portare ad una normalizzazione dei rapporti, purché non lesiva dei nostri diritti. Lo stesso Gheddafi, nell'intervista trasmessa oggi da Sky - conclude la lettera aperta a Berlusconi e Prodi - ha indicato nel Governo italiano il responsabile del nostro risarcimento. Attendiamo pertanto una sollecita risposta dall'On. Berlusconi e dall'On. Prodi: il Governo presieduto dal vincitore della prossima competizione elettorale si impegna a far fronte agli oneri connessi ad un provvedimento definitivo che attendiamo da 36 anni, dopo aver ricevuto acconti tardivi, parziali e provvisori? ".(Italia Estera) -  



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati