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10 mar 2006Buenos Aires: presentati i candidati de L’Unione nella ripartizione America Meridionale

BUENOS AIRES, 10 MAR (ItaliaEstera) - “L’Italia del 900 si é sollevata grazie alle rimesse dei nostri emigrati”, ha detto al Teatro Colonial di Buenos Aires Edoardon Pollastri, imprenditore italo brasiliano, residente a San Paolo e capolista al Senato per la lista dell’Unione per la Circoscrizione Estero-America Meridionale.
Al comizio c’erano tutti i candidati dell’Unione oltre a Pollastri, Elio Aprile, Mirella Giai e Dario Ventimiglia per il Senato, e Natalina Berto, Giovanni Iannuzzi, Marisa Bafile, Arduino Monti, Fabio Porta e Francesco Rotundo per la Camera.
Alla presenza di Estela Carlotto, presidente dell’associazione argentina “Abuelas de Plaza de Mayo”, di Dante Gullo e di altre personalità del mondo politico argentino, davanti ad un pubblico di oltre trecento italiani e italo-argentini, i responsabili nazionali dei Democratici di Sinistra, Gianni Pittella,  della Margherita, Franco Danieli  ed il Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, hanno sottolineato il valore politico della lista unitaria che unisce tutte le forze del centro sinistra e numerose personalità della realtà associativa, culturale ed imprenditoriale dell’America Meridionale.
“L’Italia ha bisogno di noi” ha ancora detto Pollastri. “Le piccole e medie aziende devono globalizzarsi e per farlo hanno bisogno di noi e dell’America Latina”.
Natalina Berto in Brasile dal 1974, si è impegnata a lavorare “per una maggior presenza della donna nelle decisioni politiche e per la formazione professionale dei giovani”.
A sua volta, Elio Aprile, ex sindaco della città di Mar del Plata, ha sottolineato l’importanza della politica “perché non fare politica è appoggiare il peggior metodo della politica, cioé accettare i totalitarismi”.
Giovanni Iannuzzi, ex ambasciatore d’Italia in Argentina ha chiesto appoggio per mandare a casa il governo  Berlusconi, “perché da quando c’è lui l’aiuto agli italiani all’estero è diminuito e i rapporti bilaterali non sono mai arrivati ad un livello così basso. Dobbiamo mandar via Berlusconi, tornare ad un rapporto di fratellanza e creare la carta dei diritti degli italiani all’estero che vuol dire assistenza, pensioni, insegnamento gratuito dell’italiano, università,
formazione e possibilità di rientri a casa per tutti”.
Marisa Bafile, candidata a deputata ha anche parlato come giornalista (è la figlia di Gaetano Bafile fondatore del giornale La Voce d’Italia del Venezuela) “perché attraverso il mio lavoro mi sono dedicata durante tutta la mia vita a gli italiani residenti nell’America Latina.
Siamo ricchi noi italiani di questa regione perché abbiamo due culture, due bandiere, due lingue dentro il nostro cuore. Ma adesso è finito il tempo del paternalismo e comincia il tempo di chiedere per i nostri diritti”.
Mirella Giai, piemontese residente a Rosario (Argentina) ha chiesto sostegno, anche lei, per mandare a casa il governo Berlusconi mentre l’altro candidato a senatore, Dario Ventimiglia, ha ricordato suo nonno che sempre gli diceva “Dario devi essere vicino ai più deboli”, mentre gli leggeva la Divina Commedia.
Rotundo, candidato a senatore, calabrese in Argentina dai sette anni di età, ha detto che ancora ricorda l’odore del gasolio dell’autobus che venne in paese a prendere tutti per andare in Argentina.
Tutti i candidati si sono impegnati a lavorare per migliorare l’assistenza sanitaria, per avere l’assegno sociale, per riuscire a migliorare il lavoro dei Consolati e per aggiungerne degli altri, per la formazione e per i rapporti bilaterali.
Dopo i discorsi dei candidati Franco Danieli ha preso il microfono per dire a tutti: “Avete nelle mani una grande  responsabilità perché siete cittadini italiani a pieno diritto. E dovete votare con quel senso di responsabilità. Mentre il centrodestra si divide in più liste e altri tentano improbabili fai da te all’insegna del qualunquismo, noi siamo uniti attorno a Romano Prodi e al suo programma”.
Ed ha così proseguito: “Noi vogliamo farla finita con il governo Berlusconi che non si è mai occupato degli italiani all’estero. E vogliamo che quelli delle altre liste dicano  da che parte stanno; devono essere corretti con i connazionali , Prodi o Berlusconi non sono la stessa cosa e oggi non si vota per gli amici o i conoscenti o per eleggere un Comites, si vota per il futuro governo del paese. E va detto ciò che Berlusconi ha fatto, o meglio non ha fatto.  Oggi l’aumento del Pil è allo zero per cento mentre nel 2001 era dell’1,7%, il lavoro  nero è passato dal 26% al 27,9%”. Danieli ha letto una serie di cifre dell’Istat e di altre istituzioni che secondo lui dimostrano la decadenza del Paese come ad esempio l’aumento della povertà nel Meridione: dal 24,1% nel 2001 al 25% nel 2005. “Attenti alle truffe”, ha poi  proseguito, leggendo documenti  dell’onorevole Rivolta, di Forza Italia, secondo cui Luigi Pallaro era il loro rappresentante nell’America Meridionale, “anche se lui si dichiara al di fuori dei partiti”, ha concluso Danieli.
Per i DS Pittella ha detto: “Siamo uniti per cacciare via il governo Berlusconi perché dobbiamo restituire la fiducia e la speranza a tutti gli italiani. Abbiamo un programma credibile e siamo donne e uomini credibili. Tutti i nostri candidati sono uomini e donne che da sempre lavorano all’interno della comunità italiana all’estero. Intanto, Mirko Tremaglia, Ministro per gli italiani nel mondo, arruola cantanti come Rita Pavone e rilancia la sua retorica patriottarda camuffando la sua lista (dei Comitati tricolore) come una lista fuori dai partiti; noi siamo qui a dire che apparteniamo a dei partiti e a una tradizione civile”.
In sintesi, Danieli e Pittella hanno chiarito che il voto sarà innanzitutto una scelta di campo tra chi vuol cambiare ridando fiducia al Paese e alle sue forze migliori, mortificate all’interno e all’esterno, da cinque anni di governo fallimentare, e che vuole coprire il disastro prodotto con un’opera di cosmesi mediatica e metodi di ricerca del consenso riprovevoli e inaccettabili. A coloro che solo oggi si ricordano dei temi della nostra comunità all’estero, dall’assegno di solidarietà all’assistenza sanitaria, alla valorizzazione delle migliori energie nel campo culturale e artistico, imprenditoriale e
scientifico, al rafforzamento della struttura consolare e diplomatica, al rilancio dei Comites, va ricordato che in cinque anni di governo del centrodestra tutto questo non è stato affrontato malgrado le proposte che reiteratamente ha fatto il centrosinistra nel Parlamento italiano.
L’ultimo a parlare è stato Piero Marrazzo, Presidente della Regione Lazio che ha ricordato, da nipote e figlio di emigranti, il grande contributo fornito all’Italia dai nostri connazionali all’estero  e la necessità di avere nel parlamento uomini e donne capaci, in grado di fornire utili contributi per far ripartire l’Italia.

 

 




 
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