BUENOS AIRES, 15 MAR. (Italia Estera) - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Il 13 marzo Antonio Di Pietro è atterrato in Argentina per sostenere la candidatura di Dario Ventimiglia candidato al Senato in quota Italia dei Valori.
Dopo aver ricevuto la cittadinanza onoraria di Buenos Aires (e non si capisce il perché) ha pronunciato un discorso a favore dell’Unione e del candidato che, stando alle voci che circolano, otterrà un risultato che vorrà presto dimenticare.
Di Pietro ha anche incontrato il Presidente argentino Nestor Kirchner.
Alcuni canali televisivi argentini hanno dato la notizia sottolineando il ruolo che l’ex pubblico ministero ha avuto nella tanto complicata vicenda di mani pulite.
Fin qui nulla di strano. Ciò che, però, rattrista è la descrizione del nostro paese che si evince dalle notizie dei tg locali: un’Italia continuamente alle prese con corruzione e bande di imprenditori scesi in politica per saccheggiare il paese.
Un ex pm di mani pulite che afferma di essere entrato in politica perché, nonostante il lavoro del pool di Milano, c’è ancora chi confonde l’amministrazione della cosa pubblica con gli interessi propri, lancia un messaggio ben preciso e, aggiungiamo, pessimo.
Il voto degli italiani all’estero è una conquista, uno strumento che fa sentire più italiani i nostri concittadini che compongono la diaspora. A tal fine la campagna elettorale è necessaria nonché un diritto di tutti i candidati, ma sembra di pessimo gusto che la caccia al voto scivoli così in basso fino a dare, ad un paese a noi molto legato, un quadro dell’Italia che provoca vergogna.
Evidentemente c’è chi non ha ancora inteso il grande significato del voto all’estero e, soprattutto, non ha imparato a difendere l’immagine di un paese il cui patrimonio è apprezzato in tutto il mondo.
Eugenio Balsamo, Ctim Argentina