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29 apr 2006Franco Marini è il nuovo presidente del Senato.

ROMA, 29 APR. (Italia Estera) - Franco Marini è il nuovo presidente del  Senato. Lo ha proclamato eletto, al termine della terza votazione il presidente provvisorio Oscar Luigi scalfaro. A Marini sono andati 165 voti, tre più del quorum previsto. Giulio Andreotti ha ottenuto invece 156 voti. Mentre una scheda era bianca. Hanno partecipato alla votazione tutti i 322 senatori aventi diritto.
 
Dopo quattro votazioni, delle quali una annullata, e due sedute fiume, l'esponente della Margherita conquista la presidenza del Senato. L'incubo dell'Unione finisce esattamente alle 14.39, quando Oscar Luigi Scalfaro legge la scheda numero 162 per il candidato dell'Unione. E' la soglia da superare per salire sul seggio più alto di Palazzo Madama. I senatori del centrosinistra sono tutti in piedi, in un'ovazione prudente dopo la delusione di ieri. Ma liberatoria. Ma Scalfaro ha ancora qualche scheda tra le mani. Quando ha finito di scrutinarle, Marini arriva a quota 165. Il suo sfidante, Giulio Andreotti, si ferma a 156. E anche l'anziano leader Dc si unisce nell'applauso al nuovo presidente. Il candidato dell'Unione aveva sulla carta 163 voti e ne ha presi due in più del previsto.
 
“Sarò il presidente di tutto il Senato. In un dialogo fermo e mai abbandonato sarò il presidente di tutti voi". Le prime parole pronunciate da Franco Marini davanti ai senatori, dopo l'elezione alla presidenza di Palazzo Madama, sintetizzano efficacemente l'obiettivo che si prefigge l'ex segretario della Cisl. Obiettivo necessario per l'Unione, che al Senato ha una maggioranza risicata, ma tanto più ambizioso dopo che lo scontro elettorale tra i due Poli si è prolungato in Senato per l'elezione del presidente, raggiungendo un'asprezza inusuale
 
Dopo aver ringraziato i senatori a vita, Franco Marini  ringrazia, i senatori che rappresentano la comunità italiana all'estero che per la prima volta siedono a Palazzo Madama. E non manca di citare tra coloro che hanno più "spinto" per riconoscere il voto anche ai cittadini che risiedono fuori dall'Italia "il mio vecchio compagno alla Camera, il ministro Mirko Tremaglia". Un riferimento che è accolto da qualche brusio in aula, riferito all'esito del voto degli italiani all'estero che ha premiato il centrosinistra. Marini interrompe subito il suo discorso per replicare: "Non mi pare adeguata questa ironia. Il mio è un saluto non banale e non formale, un grazie sincero a chi ha tanto contribuito per realizzare una riforma così importante".
Ma leggiamo il testo: "Il mio saluto caloroso va al Capo dello Stato, garante supremo della Costituzione. Mi associo con profonda convinzione al diffuso senso di stima popolare che lo circonda. Il mio saluto va anche agli ex Presidenti della Repubblica che in quest'Aula siedono e a tutti i senatori a vita, che dopo avere onorato il Paese con il loro ingegno e la loro opera danno oggi lustro a questa nostra istituzione. Un saluto sincero rivolgo poi ai senatori che rappresentano le nostre comunità all'estero: non mi pare retorico dire che siete finalmente tra di noi! Hanno lavorato in molti e di varie forze politiche per arrivare a questo risultato. Ma un saluto non banale e non formale voglio rivolgere ad un vecchio uomo politico, mio compagno alla Camera dei deputati fino a qualche giorno fa, al ministro Tremaglia, che è stato l'uomo che ha spinto forte in questa direzione con l'aiuto delle nostre forze politiche e della nostra convinzione. Abbiamo realizzato un obiettivo storico importante per il nostro Paese. Spero che potremo lavorare insieme per portare benefìci concreti a tutti gli italiani che vivono in questo e in altri Paesi. La storia, le sofferenze e i successi della nostra emigrazione devono offrirci elementi più solidi nelle difficili politiche per affrontare con intelligenza l'immigrazione verso il nostro Paese".
 
Gli applausi bipartisan a Marini si sono ripetuti per sette volte dopo la proclamazione del risultato, anche se con intensità diversa.
Il nuovo presidente del Senato é stato applaudito da tutti i gruppi parlamentari quando ha ricordato le vittime di Nassiriya, quando ha salutato il capo dello Stato e quando si è rivolto, per augurargli buon lavoro, al nuovo presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Marini è stato subissato da applausi bipartisan quando ha rivolto un affettuoso saluto a Marcello Pera, suo predecessore, l'unico ad ascoltarlo in piedi dai banchi di Forza Italia. "Non esiterò a bussare alla sua porta - ha detto Marini - quando avrò bisogno dei suoi preziosi consigli".
 
Marini ha riservato il primo abbraccio a Rita Levi Montalcini, senatrice a vita, che a 97 anni ha dedicato due giorni interi alle votazioni in aula. Subito dopo il neo eletto é stato letteralmente preso d'assalto dai colleghi dell'Unione, che gli hanno stretto la mano e si sono complimentati con lui. Dall'altra parte dell'emiciclo, molti senatori dell'Unione si sono recati da Andreotti per salutarlo.
Per il neopresidente del Senato Franco Marini, all'uscita da Palazzo Madama il primo bagno di folla. Ad attendere Marini lungo Corso Rinascimento, all'uscita dalla sede del Senato, c'era assiepata una folla di circa 200 persone, stipate dietro le transenne. Al momento in cui Marini è uscito dal portone è scattato un applauso che ha visibilmente sorpreso l'interessato. Il presidente del Senato è quindi salito sulla macchina per recarsi al Quirinale per l'incontro con il presidente della Repubblica Ciampi, mentre la folla ha continuato ad applaudire finché la vettura non si è allontanata
 
Andreotti commenta così : "Quella di Marini è una ottima scelta. Spero che riesca in quello che era il mio intento concretamente, ossia a dar corpo a quel dialogo costruttivo di cui c'é necessità perché in Senato, in questi ultimi anni, non c'é stato". Ho cercato di costruire una candidatura che potesse metter d'accordo in qualche modo le due parti. Ma non è stato possibile".   Giulio Andreotti ha lasciato l'aula poco prima che Marini concludesse il suo discorso. Il senatore a vita non ha partecipato a tutti e sette gli applausi bipartisan. In particolare ha ritenuto di doversi astenere quando Marini ha salutato Bertinotti e Mirko Tremaglia
 
"La partita è finita due a zero, due a zero". E' la battuta del leader dell'Unione Romano Prodi rispondendo ad un passante che gli gridava 'due a zero'  In entrambi i discorsi di insediamento di Fausto Bertinotti e di Franco Marini c'é stato non solo rispetto delle opposizioni ma anche un grande impegno a governare al servizio di tutto il Paese e quindi anche dell' opposizione". Il leader dell'Unione Romano Prodi elogia così gli interventi dei neo presidenti di Camera e Senato. "Questo è stato - ha aggiunto il Professore - il tono del discorso di Marini e di Bertinotti. Questo è il nostro stile"
 
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