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01 mar 2006Marco Fedi per L’Unione Capolista nella Ripartizione Africa, Asia, Oceania, Antartide si presenta agli elettori

MELBOURNE, 1 MAR   (Italia Estera) - Marco Fedi vice Segretario Generale del Comitato di Presidenza del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani nel Mondo) è il Capolista alla Camera dei Deputati per L’UNIONE Prodi  nella Ripartizione Africa, Asia, Oceania, Antartide della Circoscrizione Estero. Così si presenta agli elettori:
 
Dati generali: Marco Fedi . Nato il 13 aprile 1958 ad Ascoli Piceno. Coniugato. Tre figlie.
Emigrato in Australia nel 1982.
 
Sono un quarantottenne, imbianchito precocemente negli ultimi mesi, nato ad Ascoli Piceno, emigrato in Australia nel 1983, nella splendida cittadina di Adelaide (causa matrimonio contratto con giovane italo-australiana, Gloria). Prima figlia Valentina nata nell'ottobre 1983, seconda figlia Luisa, nata nel 1984 e terza figlia Carla, 1988.
L'inglese scolastico migliorava grazie a passione ed amore per la lingua, oltre che a corsi gratuiti offerti - in quegli anni, oggi non più - dal Governo federale australiano. Da tecnico, geometra e programmatore elettronico (quando si utilizzavano ancora le schede perforate ed il linguaggio COBOL), le prime occupazioni sono state in questi settori. Nel frattempo avevo cominciato l'attività politica diretta nel PCI, che aveva una federazione in Australia molto attiva, con visite frequenti di Giuliano Pajetta ed altri dirigenti di Botteghe Oscure. Attivo anche nella Filef, la Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie, fondata da Carlo Levi, nel 1984, attraverso un finanziamento del Governo del Sud Australia, inizio ad occuparmi di sociale. Progetti per la terza età, programmi culturali, assistenza alle famiglie italiane. Nel 1992 l'INCA-CGIL mi offrì l'opportunità di dirigere, da Melbourne, l'attività nazionale del patronato. Sedi dislocate nelle principali città australiane, lavoro di coordinamento nella fase successiva all'entrata in vigore della Convenzione bilaterale di sicurezza sociale tra Italia ed Australia: un accordo bilaterale entrato in vigore nel 1988 che ha consentito a tanti connazionali di poter recuperare diritti pensionistici altrimenti non utilizzabili. Nel 1997 ho assunto un incarico di responsabile del Centro multimediale del Co.As.It. di Melbourne (ente gestore corsi di lingua e cultura italiana inseriti nell'ordinamento scolastico australiano). Nel 2005 ho deciso di iniziare a lavorare da consulente - ritagliandomi spazi per l'attività politica.
Sono componente del Com.It.Es . di Melbourne e, ininterrottamente dal 1989, sono stato eletto nel CGIE, Consiglio Generale degli Italiani all'Estero di cui sono il Vicesegretario generale per i Paesi anglofoni (Australia, Stati Uniti, Canada e Sud Africa).(nella foto ripreso nel corso dei lavori dell'ultima Assemblea Plenaria del CGIE a Roma nel Salone delle riunioni internazionali della Farnesina) 
La campagna elettorale è appena iniziata. Con l'annuncio delle candidature da parte di Romano Prodi il centrosinistra può sentirsi autorizzato ad un ragionevole ottimismo. Nonostante le difficoltà l'Unione è riuscita a presentare una proposta, nel programma e nei candidati, che ha trovato quasi tutti d'accordo. Anche l'apprezzabile Di Pietro ci sostiene nella nostra ripartizione. Un gran peccato che Mastella vada per suo conto con l'UDEUR.
Avevamo pensato ad alcune idee originali per la campagna elettorale: L'UNIONE tra canguri e koala - ma poi abbiamo pensato che il canguro sarebbe più indicato all'UDEUR di Mastella. E volentieri lo cediamo come simbolo elettorale.
La nostra campagna elettorale sarà rivolta agli elettori tradizionali, quel 30-40% che ha votato in occasione del rinnovo dei Comites ed in due referendum. I temi che interessano sono le pensioni - mai come in questo momento vi è stata tanta confusione in questo settore: una sanatoria annunciata non arrivata; una serie di comunicazioni che una volta indicano degli indebiti pensionistici e l'altra arretrati di maggiorazioni sociali sulle quali, in assenza di verifica redditi pesa comunque lo spettro di altri indebiti; la rete consolare ridotta ai mini termini: oggi il Consolato Generale di Melbourne ci ha ricevuti a luci spente, praticamente al buio: tagli al consumo di elettricità. Il personale non viene sostituto e la rete consolare è allo stremo. Patronati: una rete importante di tutela che ancora attende un regolamento di attuazione delle legge di riforma e che vorrebbe essere di aiuto alla rete consolare ma è oggi, grazie alla accresciuta burocrazia, ancora impossibilitata a farlo.
Pensiamo di arrivare anche alle nuove generazioni che chiedono cittadinanza: la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana, chiusi nel 1997. Chiedono anche opportunità di formazione professionale, scambi durante lo studio e viaggi in regione.
Per gli italiani all’estero, ed in modo particolare gli italiani in Australia, il percorso di integrazione ha comportato il mantenimento della cultura italiana ma anche l’evoluzione del concetto di identità, non più rappresentabile unicamente come “italianità” ma ricco di altri valori e culture. Questo arricchimento – presente in tutti ma in modo particolare nelle nuove generazioni – deve trovare spazi per affermarsi in Italia e nel mondo. Cultura di ritorno e cultura circolante. Lo splendido esempio di Parallelo, gruppo teatrale di Adelaide, che in “Lontano Blu”, ultimo lavoro teatrale che sarà presentato a marzo, è riuscito a fondere le esperienze dell’emigrazione e dell’integrazione della identità italo-australiana ed italo-argentina.
Gli italiani all’estero vogliono più Stato e più Regioni. Servizi e rete consolare efficienti e ben finanziate, non ridotte ai minimi termini come oggi; più Regioni – coordinate, impegnate a promuovere l’Italia, inserite in un “sistema Italia” ben organizzato e gestito.
Più Stato e più Regioni: per la piena valorizzazione dell’identità nazionale e regionale e, soprattutto, per una vera scelta federalista, basata su solidarietà e sussidiarietà.
Uno Stato che non nasce federale ma che si avvia verso una trasformazione in senso federalista, avrebbe dovuto garantire “solidarietà” e ”capacità di intervento” per tutte le realtà regionali. Siamo certi che ciò non si realizzerà con la devolution approvata dal Governo Berlusconi. L’Italia oggi ha bisogno di una gestione economica seria, di un federalismo fiscale, non mascherato dalle ideologie “separatiste” della Lega Nord, di riforme vere che non vadano “contro” gli interessi collettivi ed a favore degli interessi “privati” di pochi. Per l’Italia, oggi più che mai, per aspirare a vivere in un paese gestito correttamente a livello economico, che allo stesso tempo non rinunci ai valori della solidarietà, l’unica vera speranza è quella di un Governo alternativo a Berlusconi. Un’Italia integra nell’unità nazionale, solidale, aperta alle riforme, che accolga gli immigrati che arrivano per lavorare e riconosca diritti di cittadinanza a chi arriva in Italia come a chi dall’Italia è emigrato: questa è l’Italia in cui si riconoscono gli italiani all’estero.
Difendere i principi costituzionali. Prodi ha detto: due principi basilari che dovrebbero essere ovvi, che per noi sono ovvi perché fanno parte del Dna originario di ogni democrazia. Primo, le istituzioni sono di tutti. Secondo, la Costituzione si cambia solo insieme. Ritengo che questa impostazione, rispettosa del ruolo che svolge in ogni democrazia l’opposizione, sia giusta ed affermi, anche in questo campo, le fondamentali differenze con l’attuale maggioranza.
Gli italiani all’estero e gli italiani in Australia chiedono ai Governi senso di responsabilità. Gli episodi di razzismo e d’intolleranza sono anche il risultato di questa crescente arroganza che si manifesta nel mondo della politica. Occorre che l’Italia riacquisti prestigio internazionale attraverso l’azione diplomatica tesa a trovare soluzioni pacifiche alle controversie internazionali. Un senso alto dello Stato, che oggi, troppi Ministri, dimenticano o sacrificano sulle “T-shirts” della peggior propaganda elettorale.
Occorre contrastare con ogni mezzo il cammino a ritroso intrapreso dai Governi su tante questioni: dai temi che riguardano i diritti delle donne, fino ai temi del lavoro e dell’occupazione, dalle questioni della partecipazione e della democrazia fino ai temi fondamentali della sicurezza e previdenza sociale. Il rischio non è solo quello dei passi indietro a livello legislativo, ma anche una progressiva lacerazione sociale e una lenta e inesorabile perdita di solidarietà.
La riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana è un obiettivo prioritario da raggiungere per gli italiani all’estero. Per questo è necessario lavorare insieme e credo che le ragioni forti che poniamo al centro di questa richiesta siano condivise da tutti all’estero e debbano essere presentate efficacemente alle Istituzioni italiane. Occorre poi rafforzare gli organismi di rappresentanza, Com.It.Es. (Comitati degli Italiani all’Estero) e C.G.I.E., (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) che questo Governo ha cercato in tutti i modi di ostacolare – dal decreto taglia spesa fino alle riduzioni del capitolo di bilancio per i Com.It.Es., dal tentativo di ridurre l’autonomia del CGIE fino al suo congelamento a causa delle decisioni del Governo.
 
La mia candidatura è al servizio dei cittadini italiani che risiedono in tutta la ripartizione elettorale. Il mio lavoro e la mia esperienza sono al servizio di tutti.
Il confronto tra i candidati e le liste, sono certo, sarà leale. Per me Amare l’Italia, in questo momento, significa cambiare maggioranza di Governo, sostenere i candidati de L’UNIONE e significa, soprattutto, amare noi stessi. Da italiani all’estero.
 
Marco Fedi
Candidato per la Camera dei Deputati
nella lista de L’UNIONE Prodi
nella ripartizione elettorale Africa, Asia, Oceania, Antartide
della circoscrizione Estero.



 
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