ROMA, 21 FEB. - (Italia Estera) - Egregio Ministro, oggi Lei ha aperto ufficialmente a Roma il “primo” Convegno Internazionale Italia Donna, che costituisce quanto meno il terzo passo nel percorso iniziato nel 1997 con il Primo Seminario Internazionale delle Italiane nel Mondo, tenuto alla Farnesina; proseguito con il Convegno internazionale di Lecce, propedeutico alla Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo del 2000, che nel suo documento finale fece propria la nostra richiesta di istituire per legge un Osservatorio delle Donne Italiane all’Estero. In quegli incontri ci fu ampio spazio per il dibattito, per le riunioni dei gruppi di lavoro, per la stesura di documenti nei quali affermammo con forza molte cose che ora Lei riprende come se fossero Sue. Di questo La ringraziamo, anche se avremmo gradito che Lei citasse, cortesemente, la fonte di alcune idee, che – come tutte le figlie vive e vitali – camminano con le proprie gambe perfino negli ambienti meno congeniali per la loro filosofia politica.
Le abbiamo scritto, signor Ministro per gli Italiani nel Mondo, ogni volta che Lei ha annunciato la prossima celebrazione del “Suo” Convegno per offrire la nostra collaborazione nel rendere il “Suo” Convegno momento di ulteriore procedere sulla strada delle Pari Opportunità e della Pari Dignità delle Donne Italiane all’Estero. Ella, signor Ministro, non si è nemmeno peritato di rispondere. Forse perché avrebbe dovuto spiegarci le ragioni della mancata approvazione del ddl istitutivo dell’Osservatorio delle Donne Italiane all’Estero – ODIE – che, predisposto dalle Consigliere dello scorso CGIE, è stato presentato alla Camera. La coalizione cui Lei appartiene, signor Ministro, ha approvato leggi di ben altro peso, ma l’iter parlamentare di questa normativa si è arenato nei cassetti pieni di polvere di qualche ufficio, malgrado essa avesse per oggetto proprio la conoscenza e il riconoscimento dei contributi di cui Lei parla usando la nostra definizione di noi stesse come «l’altra metà del cielo».
Abbiamo appreso con interesse l’elenco delle persone che sfileranno in passerella nel “Suo” Convegno sulle (e non delle) Donne italiane all’estero. Abbiamo sorriso nel leggere che nella seconda sessione il diritto alla politica si estrinsechi attraverso le Camere di Commercio e ci sia una sola rappresentante dei Com.It.Es. Siamo liete che Lei abbia voluto invitare di nuovo la splendida mamma della Plaza de Mayo, che parlò anche nel seminario del 1997. Ma dove sono le donne parlamentari nel mondo, come ad esempio la italo-americana Nancy Pelosi, speaker della minoranza democratica al Congresso degli USA, seconda carica per importanza nella Camera federale dei deputati? Oppure, affinché Lei potesse evitare di cadere nella trappola del «politically correct» e potesse invece mantenere interventi politicamente omologhi, dov’è una qualsiasi parlamentare conservatrice italo-estera? Dov’è la lettura femminile dell’emigrazione in un Convegno nel quale parla un solo Ministro donna ed un solo sottosegretario donna, contro cinque uomini al Governo, uno dei quali – Ella stesso, signor Ministro – apre e chiude questo show pre-elettorale?
La dizione Ministro per gli Italiani nel Mondo dovrebbe significare Ministro di tutti e tutte, non soltanto quelli e quelle che si riconoscono nel Suo partito e nella Sua coalizione.
Egregio Ministro, non ci resta che augurarLe l’ennesimo, felice – per Lei – bagno in un mondo dell’emigrazione a senso unico: il Suo, fatto di passato e di debiti d’onore sempre proclamati e mai pagati, non di futuro e di progetti di pace e libertà.
Con i nostri più distinti saluti.
Le Consigliere del CGIE: Maria Rosa Arona; Silvana Mangione; Filomena Narducci;
Marina Piazzi; Anna Pompei Ruedeberg; Marina Salvarezza ; Daniela Tuffanelli Costa
PS. Forse ciascuna di noi dovrebbe firmarla piú volte questa lettera: come donna CGIE, come donna COMITES, come donna volontaria nelle associazioni regionali, culturali, sindacali, di patronato, commerciali e quant’altro, come donna professionista, come donna all’estero, come donna donna....."