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31 gen 2006ROMA LIVORNO: Quando lo sport lascia il campo a simboli e striscioni deliranti

ROMA, 31 GEN. - (Italia Estera) - Quando lo sport lascia il campo a simboli e striscioni deliranti  come nel caso dell’incontro di Roma-Livorno  svoltosi domenica all’Olimpico, la politica interviene  lasciando spazio  alle inevitabili  polemiche. Sono fatti gravissimi. All'Olimpico, su venti metri di stoffa c’era  scritto che Lazio e Livorno condividono "stessa iniziale e stesso forno". A far da corredo, croci celtiche e svastiche. La Digos accerta anche l'esistenza di un piano contro i tifosi amaranto, da attuare con sei bombe molotov e un altro striscione. Nove metri, questa volta, per dire: "V'avemo bruciati".
 
Il centrodestra con il ministro delle comunicazioni Landolfi attacca 'l'imbecillita ' dei tifosi e invita ''la politica a restar fuori dagli stadi", dall'Unione arrivano strali all'indirizzo dell'arbitro che non c’entra niente perché  in fatto di ordine pubblico è il ministro dell'Interno Beppe Pisanu. A poche ore dai fatti è Pisanu a catalizzare le maggiori attenzioni contro l'efficacia del suo decreto.  Infatti Portano il nome del ministro le norme contro la violenza negli stadi che tra l'altro prevedono pene più severe per i tifosi violenti, l'utilizzo dei biglietti nominativi e la videosorveglianza negli impianti.
 "E allora - è la domanda che riecheggia dalle file del centrosinistra - com'é potuto accadere?". Lo domanda a Pisanu il presidente dei Comunisti Italiani Pino Sgobio, mentre il coordinatore della Margherita di Roma Roberto Giochetti, si chiede se per "gli imbecilli e gli incivili travestiti da ultrà" ci sia un "trattamento privilegiato", mentre le perquisizioni toccano solo a tifosi normali.
Il coordinatore dei Verdi Paolo Cento, presidente del Roma Club di Montecitorio, è invece sicuro "del fallimento del decreto Pisanu e della sua efficacia preventiva e repressiva". Aspetto al quale guarda Carlo Leoni dei Ds. "Gli strumenti di contrasto sono più deboli - dice - perché la Cdl ha ridimensionato per legge i cosiddetti reati di opinione. La destra "in doppiopetto", in vista delle elezioni, "vuole tenersi buona la destra con le svastische", dice Leoni. A dare la linea al centrodestra era stato in mattinata il vicepremier Gianfranco Fini. "La politica non deve entrarci per nulla con lo sport", ammoniva il vicepremier (subito ripreso da Paolo Ferrero di Rifondazione: "Il nazismo non è politica").
Al ministro della Salute Francesco Storace gli striscioni non fanno certo piacere, ma è più preoccupato dal rischio dell'agguato con tanto di molotov.
 La Lega, con il capogruppo al Comune di Milano Matteo Salvini, se la prende con Roma tutta intera, definendola "culla di inciviltà" e rivendica una "par condicio" della condanna razziale. "Non mi sembra che si siano scatenate - dice - le stesse polemiche che si agitarono per gli ululati a Zoro. Forse perché i tifosi che fischiavano il giocatore del Messina erano di Milano". Replica subito un altro esponente leghista, nei panni inconsueti di difensore di Roma: "Non tutta la città é incivile, ma solo una parte dei tifosi".
Evocata a più riprese, a sera arriva la presa di posizione del ministro Pisanu. "Agiremo con tutta la determinazione necessaria" fa sapere, non appena saranno concluse le indagini della Questura di Roma. E intanto difende il proprio operato, snocciolando i dati di questo campionato: "In serie A gli scontri con feriti sono diminuiti del 57%, i feriti tra i tifosi sono in calo del 16%; le persone arrestate sono il 54% in meno".
Anche Spalletti, l’allenatore della Roma  vuole dire la sua: ''Io venendo a Roma mi sono innamorato subito della Roma e dei tifosi, della citta' e della sua storia. Lo striscione e' un'offesa per la storia della nostra citta' e per la nostra memoria''. Il tecnico della Roma, Luciano Spalletti spiega: ''Noi che pratichiamo lo sport da dentro e da fuori per migliorare dobbiamo far leva, come hanno fatto i nostri giocatori nell'ultimo periodo, su tutti quei principi che sono fondamentali per una crescita, che sono la pace, l'amicizia l'impegno, la lealta'''. ''Di conseguenza -aggiunge- mi sembra che questi valori vengono annientati da questo tipo di messaggi. Se vogliamo migliorare, noi tutti, da dentro e da fuori, dobbiamo impegnarci a non usare lo sport in questa maniera''. ''Per trovare delle soluzioni -prosegue- penso sia giusto coinvolgere anche gli spettatori''. La Roma rischia una dura sanzione. ''Ci atterremo alle decisioni che saranno prese e le rispetteremo'', conclude Spalletti. (B.N./(Italia Estera) -



 
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