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22 apr 2006Pittella interviene alla Direzione nazionale dei Democratici di Sinistra

 “Chiediamo che il dicastero degli italiani nel mondo rimanga, ma a patto che sia dotato di poteri e risorse adeguate”. Teniamo conto degli italiani all'estero nell'azione di governo
 
ROMA, 22 apr  -“Ha fatto bene il nostro Segretario a sottolineare il ruolo decisivo che il voto dei nostri connazionali all’estero ha avuto nella vittoria de L’Unione.  Associandomi al suo ringraziamento a tutti gli elettori che hanno offerto una grande prova democratica, e rimarcando il lavoro difficile e prezioso che tutte le nostre realtà all'estero hanno svolto col coordinamento del Dipartimento Italiani nel Mondo, voglio affidarvi solo poche telegrafiche riflessioni”.   Esordisce così l’europarlamentare  Gianni Pittella, responsabile dei Ds per gli italiani all’estero, nel suo intervento alla Direzione nazionale dei Democratici di Sinistra  associandosi  così  alle dichiarazioni del Segretario dei Ds Piero Fassino.
Pittella ha sottolineato come la vittoria dell’Unione vada attribuita soprattutto alle scelte che hanno privilegiato l’unità della coalizione. Una coesione che è stata apprezzata da un numero di cittadini superiore a quello che si riconosce nei singoli partiti di riferimento della coalizione e “non cancella, ma valorizza il contributo di ogni componente politica”. “I nostri avversari - ha poi aggiunto Pittella - hanno fatto dell’ironia sul profilo dei candidati e degli eletti nel collegio estero. Ma i fatti dimostreranno che in termini di presenza e contributo i nostri parlamentari si faranno valere, e non solo sui temi dell’emigrazione, convalidando sul campo la scelta per l’estero del voto per corrispondenza e della specifica rappresentanza parlamentare”.
Pittella ha messo in risalto come i Ds chiedano “che il dicastero degli italiani nel mondo rimanga, ma a patto che sia dotato di poteri e risorse adeguate”. Una copertura finanziaria che eviterà di trasformare questo ministero, così come lo è stato per Tremaglia e la destra, in uno strumento inutile e controproducente. Il responsabile dei Ds per gli italiani all’estero ha auspicato l’inserimento nell’agenda del nuovo governo dell’assegno di solidarietà per gli indigenti, del rilancio della rete diplomatico-consolare, del rafforzamento della lingua e della cultura italiana all’estero e di un’azione volta “alla sistematica messa a rete delle grandi risorse umane che esprime la nostra comunità all’estero”.
Pittella ha parlato anche dell’inserimento della campagna per gli italiani all’estero in una battaglia più generale sui diritti di cittadinanza. Una sfida che è stata affrontata con successo, anche grazie alla concreta cooperazione delle forze politiche europee e del mondo che si richiamano all’Internazionale socialista e a cui dovrà essere ancorata la futura forza democratica e riformista che si prospetta in Italia. “Il voto nel Collegio estero e la elezione dei diciotto parlamentari - spiega inoltre Gianni Pittella ricordando la scarsa attenzione del Governo uscente per l’America Latina - rappresenta anche il rafforzamento del legame tra l’Italia e i paesi che ospitano i nostri connazionali all’estero”.
“Se il Governo Berlusconi ci avesse ascoltato in questi anni – ha osservato Pittella - , avremmo potuto ovviare alla carenza di informazione e ai residui problemi di completezza dell'anagrafe e della trasparenza del voto”. E di questo il centrosinistra – e soprattutto i Ds, che all’estero sono di gran lunga la prima forza e che di questa vittoria sono stati i veri protagonisti oltre che coloro che hanno eletto la stragrande maggioranza dei 18 parlamentari – dovrà tener conto nella sua azione di Governo.
Il responsabile dei Ds per gli italiani all’estero  si è espresso così sul “polverone”, relativo ai brogli elettorali denunciati dal centro destra e sulla necessità di migliorare la legge sul voto all’estero che comunque ha avuto un primo impatto positivo. “Che l’Italia divisa a metà - conclude Pittella  -  avesse avuto bisogno dei suoi figli all’estero per dare una maggioranza omogenea ai due rami del Parlamento, era difficile prevederlo. Ora è successo ed è quasi una rivincita storica”



 
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