Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
19 apr 2006Voto all’estero: segnale forte dell’Italia fuori d’Italia

Un commento del neoeletto senatore Nino Randazzo 

 SIDNEY, 19 APR. (Italia Estera) "A conti fatti gli italiani d'Australia, con la notevole maggioranza di consensi popolari alla lista L'Unione-Prodi nella ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide e l'elezione di un deputato (l'on. Marco Fedi) e un senatore (il sottoscritto), sono anche balzati all'attenzione dell'opinione pubblica in Italia per via di quel tenue, ma sufficiente e significativo, margine di maggioranza della coalizione di centrosinistra al Senato della Repubblica ascrivibile al voto nella circoscrizione Estero e che mette fine all'infausta era Berlusconi.


Il ruolo dell'elettorato italiano d'Australia, Nuova Zelanda, Africa e Asia (lasciamo stare l'Antartide, dove pare non abbiano votato né i pinguini né i componenti di una base azzurra di ricerca scientifica) nella nascita del governo Prodi, oltre ad essere di per sé estremamente gratificante ed a meritare il giusto riconoscimento e il plauso di tutti coloro che si sono battuti, con un successo destinato ad allargarsi ulteriormente, per un recupero di decenza e democrazia nella vita politica della Penisola, pone un particolare carico di responsabilità sui nuovi rappresentanti parlamentari delle quattro ripartizioni del mondo.
Il risultato del primo esercizio di voto politico all'estero è il segnale forte di un'Italia fuori d'Italia che in primo luogo s'è sentita umiliata dall'immagine internazionale che dell'Italia ha dato negli ultimi cinque anni il suo governo, e in particolare il capo del governo. Non si può, senza reagire come hanno reagito le comunità italiane all'estero, constatare la discesa dell'Italia agli ultimi gradini della produttività e della competitività fra le nazioni industrializzate.


O sapere e vedere attraverso i resoconti e le immagini diffuse nel mondo che il Cavaliere Berlusconi parla e si comporta con la rozzezza di un avvinazzato dando, di fronte ad una platea internazionale, del "co..." a chi non la pensa come lui. O contemplare lo stravolgimento della Costituzione Repubblicana operato dal governo Berlusconi con un'operazione distruttiva dell'unità nazionale in nome di un falso federalismo. O sentire i leghisti, forza motrice del governo, cantare roba come "Portiamo un sogno in cuore / bruciare il tricolore". O vedersi imporre le porcate dell'ex ministro Calderoni, tipo la sua nuova legge elettorale o i suoi micidiali sbracamenti anti-islamici. O dovere fremere e arrossire per i selvaggi tagli (del 50-60 per cento) ai bilanci degli essenziali servizi consolari. Oppure dover subire l'eterna oratoria nostalgica, trionfalistica e ripetitiva del ministro Tremaglia che sostiene di avere, solo lui, fatto tutto, assolutamente tutto, e di aver capito tutto, assolutamente tutto, degli italiani nel mondo (e per converso che nessun altro avrebbe fatto o capito nulla).
Non si può constatare questo e quant'altro di negativo si è presentato negli ultimi cinque anni nella gestione della cosa pubblica italiana, senza suscitare negli italiani all'estero, che coltivano alti valori morali e sono più informati di quanto non si pensi in patria, sentimenti di revulsione, di rabbia, di protesta, che si sono appunto concretizzati in un'espressione di voto che al governo uscente non è piaciuta e che ora qualcuno dei delusi e degli sconfitti pretenderebbe addirittura di cancellare. Dal suo canto il ministro Tremaglia – detto con il rispetto che merita – farebbe meglio a non bere tutto quello che (sembra molto selettivamente) il suo entourage gli riferisce e ad accogliere in decoroso silenzio e sportiva accettazione il verdetto elettorale della circoscrizione Estero.


Perché ora più parla e più si dà la zappa sui piedi, dal momento che, avendo fra l'altro insistito sulla presentazione della SUA Lista Tremaglia in concorrenza con le liste di Forza Italia, dell'UDC, della Lega, di Fiamma Tricolore, ha polverizzato i voti del centrodestra, è stato come si dice in inglese "hoisted on his own petard", è saltato in aria con la sua stessa bomba. Una specie di kamikaze politico. Nessuno nega al ministro Tremaglia il fatto di essere stato da tempo immemorabile uno dei più strenui paladini del voto all'estero. Ma si può e si deve negare l'attribuzione esclusiva della paternità della conquista del diritto di voto all'estero a lui personalmente ed al governo di cui ha fatto parte, poiché, mentre è vero che c'è sempre stata una diffusa quanto debole e minoritaria opposizione trasversale in tutti gli schieramenti al voto all'estero, è altrettanto vero che c'è stato anche un forte consenso trasversale in Parlamento, e le prime fondamentali modifiche costituzionali per il voto all'estero si ebbero proprio con un governo di centrosinistra, con il governo Prodi.


L'esclusività del merito del voto all'estero attribuibile ad una sola persona o alla sola destra è un mito ormai sfatato, ed anche improduttivo in termini di consensi elettorali. Le ipotesi di brogli e addirittura le richieste di invalidare il voto all'estero, avanzate dagli operatori più disperati della destra italiana, e dallo stesso ministro Tremaglia che se stesse a lui ora non esiterebbe quindi a soffocare una creatura che si è affannato a proclamare "sua", fanno il paio con le inutili farneticazioni circa presunti brogli nel voto nazionale, respinte dallo stesso Ministero dell'Interno dopo una verifica delle schede annullate che non ha modificato il risultato elettorale.


Le accuse di brogli elettorali all'estero sono una montatura dello stesso genere delle accuse di brogli nel voto sul territorio nazionale. Invece di perdere tempo in diatribe e recriminazioni senza costrutto, urge soffermarsi sul compito che attende i 18 parlamentari della circoscrizione Estero fin dall'atto dell'insediamento del nuovo Parlamento venerdì 28 aprile. Da ripetere quanto chiarito da L'Unione-Prodi in campagna elettorale: che sarebbe irresponsabile, oltre che ridicolo, fare vuote promesse dando a credere agli elettori all'estero che noi, loro rappresentanti parlamentari, avremmo una specie di bacchetta magica per rispondere da un giorno all'altro a tutte le loro esigenze, richieste e aspettative, anche le più urgenti e legittime.


Appunto, uno dei meriti del successo della campagna dei candidati della lista L'Unione-Prodi all'estero va cercato proprio nella serietà, nella sobrietà e nel realismo che hanno dimostrato nel presentarsi alle comunità nel mondo. Resta, invece in primo luogo, l'impegno dei rappresentanti parlamentari eletti dagli italiani nel mondo a sensibilizzate le istituzioni (e fra di esse la più importante, il Parlamento) e l'opinione pubblica dell'Italia sulle problematiche, sulle istanze, sulle opportunità, sulle realtà differenziate della presenza italiana fuori d'Italia. Solo sulla base di questa opera di sensibilizzazione si potrà cominciare ad impostare un discorso serio circa opportune misure legislative da concordare, da dibattere, da giustificare, da spiegare nella maniera più ampia e approfondita possibile.


Su questa linea di onestà politica e intellettuale, anche per quanto riguarda più da vicino l'approccio adottato da L'Unione-Prodi nella ripartizione Africa-Asia- Oceania-Antartide, sono stati posti e restano fra gli obiettivi prioritari: la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana per coloro che l'hanno perduta all'atto di naturalizzarsi, per necessità di vita e di lavoro, cittadini dei Paesi ospitanti; una nuova politica culturale dell'Italia all'estero, volta fra l'altro alla trasmissione di lingua e cultura, a un recupero linguistico e culturale delle seconde generazioni degli emigrati; informazione di ritorno e cultura di ritorno, con l'apertura di finestre in Italia per la creatività italiana nel mondo; maggiore attenzione per la terza età in emigrazione; un sistema pensionistico più equo e dalle più snelle, precise e agevoli modalità di riscossione all'estero; un potenziamento delle risorse finanziarie e umane nelle strutture consolari con aggiustamenti e reintegrazioni di bilancio in linea con le reali necessità d'immagine e di servizio agli italiani ed agli stranieri; maggiori riconoscimento e sostegno all'opera indispensabile dei Patronati, rimasti in pratica all'estero l'unico baluardo a difesa delle fasce più deboli della nostra gente. Su queste e varie altre istanze bisogna focalizzare l'attenzione degli interventi dei 12 deputati e sei senatori della circoscrizione Estero, per quanto sarà possibile, passando da una fase di discussione e sensibilizzazione ad una d'iniziativa e proposta legislativa. Senza trascurare l'interesse precipuo e costante che ogni parlamentare, per dettato costituzionale senza vincolo di mandato, deve avere ad affrontare le problematiche sociali, economiche, culturali, di politica interna ed estera, che costituiscono la ragion d'essere delle assemblee parlamentari in ogni sistema democratico.


Ecco, quindi, che, al contrario di quanto ipotizzato dalle assurde tesi tremagliane di "apoliticità" e "apartiticità", non saremo un gruppo di alieni, di marziani, una specie di legione straniera, ma totalmente equiparati e integrati nel tessuto della rappresentanza parlamentare nazionale. E si presenta da subito, in particolare per il gruppo dei senatori eletti all'estero, il compito imprescindibile, che è anche totale e immanente, di contribuire a garantire il sostegno maggioritario al governo Prodi per i prossimi cinque anni, il compito di contribuire in maniera netta e in forma diretta alla governabilità dell'Italia, a una rinascita dell'Italia, e quindi al miglioramento anche dell'immagine dell'Italia e degli italiani nel mondo".

-
Senatore Nino Randazzo





 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati