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Il voto degli Italiani all'Estero

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Italiani d'Argentina
  
03 apr 2006LUOGHI COMUNI E GLI STEREOTIPI DI RAI INTERNATIONAL

E’ probabile, nonostante tutto, che qualche Italoamericano voti pure.
 Di Ro Pucci – Houston,Texas 
HOUSTON - TX, 3 APR  (Italia Estera) - Chi e come sono gli Italoamericani? Li abbiamo visti passare davanti ai nostri occhi in quelle brevi trasmissioni di RAI International dedicate alla campagna elettorale. Gli Italoamericani sono al solito quelli del ponte di Brooklyn, quelli delle foto d’epoca con la coppola sulla testa che s’usava anche prima che ridiventasse di moda o quelli appena usciti dal panificio dal cognome siciliano dipinto fuori sull’insegna. Ogni qual volta i documentaristi della televisione del Bel Paese  s’occupano di loro come colonna sonora sembra che siano costretti ad usare solo “That’s Ammore” cantata da Dean Martin , “Papa Loves Mambo” di Perry Como o qualche altro “classico” della mala italoamericana dello stesso genere. Cosa puoi attenderti, quindi, da gente come quella? Gli snob di RAI International, che stanno con l’occhio nel mirino della telecamera, qui in America  si trovano purtroppo nella posizione infelice e critica dei  “tra color che son sospesi”. Quando s’occupano della “piccola Italia” o ci mostrano gentuccia, molto semplice che ancora oggi sembra appena reduce da Ellis Island o, in alternativa, dei “pezzi da novanta”, non da onorata societa’ ma da VIP da copertina di rivista in carta patinata: i sindaci, i registi, i giudici della corte suprema. Sempre e solo quelli. Di mezzo a questi due estremi, nella versione corrente sul piccolo schermo, sembra che non ci sia piu’ nient’altro da vedere.  Ecco come sono destinati ad essere visti gli Italiani d’America sui teleschermi d’Italia e del mondo da RAI International: o come consumatori di spaghetti, di polpette e pizza o gente del bel mondo newyorchese che devi prendere al volo prima che sparisca nel club super esclusivo dove, se vuoi entrare senza la tua brava membership, e’ perfettamente inutile che tenti. Allora, in occasione di queste prime votazioni storiche, cosa e’ pensabile che possa fare  in cima ed in fondo a questa  piramide sociale tutta la brava gente d’Italia che vive e lavora negli Stati Uniti? La risposta che si ricava dalla miniserie che imperversa strategicamente agli orari con il numero di audience piu’ alto e’ piu’ che implicito ed anzi molto esplicito.
I VIP, essendo troppo americani ed occupati, potrebbero non disturbarsi neanche a perdere quel tempo e ,forse, andrebbero imitati. Poi ci sono tutti gli altri che si trovano in fondo e, quindi, al polo opposto della gente bene. RAI International ce ne ha mostrato un esemplare , in un clip incredibilmente lungo , che aveva tutta l’aria d’essere il piu’ comune o, comunque, senz’altro quello del tipo piu’ diffuso. Si trattava di una  signora ripresa nel tipico negozio che trovi a Brooklyn che, sorridendo moltissimo per l’onore ricevuto con quell’intervista inattesa e graditissima, dichiarava quasi con orgoglio che no lei, sicuramente, non avrebbe votato. La stessa signora dichiarava, infatti, come da copione, che lei dell’Italia non sapeva nulla, che non conosceva la sua politica e cose simili e che, quindi, non avrebbe neanche considerato l’idea di prendere la busta e di farla partire per quell’Italia che le chiedeva una cosa tanto assurda e tanto incomprensibile. Dalla RAI si riceveva quindi il messaggio, effettivamente poco lusinghiero, che tutti gli altri numerosi esemplari di “Little Italy” che appartengono allo stesso gruppo della signora boicottatrice avrebbero agito probabilmente nella stessa, identica maniera. John Fogerty in una delle sue canzoni piu’ belle cantava: “So che e’ vero, tutto cosi’ vero, perche’ l’ho visto in televisione…” ed, in effetti, c’e’ proprio da temere che la gente dopo queste miniserie sulle votazioni in America abbia ritenuto attendibile quanto le e’ stato fatto credere.
A parte il servizio di propaganda elettorale, reso forse di piu’ per competenza di mestiere, se non si considerasse  anche l’ipotesi che forse gli Italiani non sono tutti come quelli mostrati sul piccolo schermo e ripresi all’interno del salone del barbiere con le foto di Frank Sinatra e di Rocky Marciano attaccate alla parete o in uscita da una scintillante limousine nera, a questo punto,ci si potrebbe forse incominciare a chiedere se far votare i residenti all’estero fosse stato forse tutto un grande sbaglio o comunque un’iniziativa inutile  destinata a fallire certamente. Indagando invece un po’ piu’ a fondo si potrebbe scoprire che tra questi Italiani d’oltreoceano c’e’ anche tutto un blocco piuttosto nutrito di gente italica fornita spesso di doppia cittadinanza ed inserita ed amalgamata bene nella societa’ e nel mondo produttivo americano e, forse proprio per questo dimenticata un po’ troppo e che non fa notizia, che non considera neppure per un attimo di fare il gesto inconsulto ed irresponsabile di gettare la scheda nel cestino dei rifiuti anziche’ spedirla doverosamente. Si capisce, quindi, che contrariamente a quanto mostrato in televisione dare questo voto ai nostri “outsiders” o fuoriusciti non e’ stata dunque una missione impossibile come RAI International, invece, vorrebbe farci credere. Tutti ricordano certamente l’iniziativa di censura portata a segno nei confronti di Robert DeNiro dai nostri politici e dalle nostre associazioni d’Italoamericani per il modo ingiusto, prevenuto ed offensivo di rappresentare ancora nel 2006 gli Italiani d’America. E’ probabile che si debba considerare che l’impatto della televisione per la sua maggiore capacita’ di penetrazione non sia certamente inferiore a quello dei film e che per questo motivo, da ora in poi, sia forse il caso che si faccia piu’ attenzione a cosa ci viene proposto dalla televisione italiana. Se la musica non dovesse cambiare e se dovesse rimanere sempre quella di “That’s Ammore” allora sarebbe il caso di cominciare a protestare ed a reagire appropriatamente anche per mezzo dell’uso del telecomando.
 
RO PUCCI – HOUSTON, TEXAS/Italia Estera



 
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