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01 apr 2006VOTO ALL'ESTERO:Conferenza stampa a Montecitorio dell'Unione sulla campagna elettorale per gli italiani all' estero

ROMA,31 MAR (Italia Estera) - Conferenza stampa a Montecitorio del coordinamento dell'Unione per gli italiani all' estero, del senatore Franco Danieli (Margherita), Norberto Lombardi (Ds) e Carlo Cartocci (Rifondazione), sulla campagna elettorale per eleggere i 12 deputati e 6 senatori della circoscrizione estero.
L’on. Franco Danieli (nella foto), responsabile della Margherita ha iniziato il suo intervento, manifestando “la preoccupazione” di tutta la coalizione per le irregolarità e le disfunzioni che stanno di fatto impedendo a molti connazionali di esercitare regolarmente il diritto di voto.
Una campagna "bella e partecipata", hanno concordato i tre esponenti dell'Unione, ma segnata, hanno sottolineato, da "ritardi politici nell' individuare il corpo elettorale", "ritardi e disservizi postali o di altra natura che hanno impedito a decine di migliaia di elettori, forse centomila, di ricevere i plichi elettorali", e "anomalie, in alcuni casi anche gravi". Come il caso, ha riferito Danieli, "di due viceconsoli onorari che sono candidati e di cui abbiamo chiesto l'immediata revoca; o "del prof Franco Livini, candidato al Senato per l' America Latina nella lista Tremaglia, che ha offerto agli elettori un check-up gratuito nel suo ospedale di Buenos Aires, che rassomiglia ad un voto di scambio".
Lombardi ha voluto ricordare  "la pubblicità elettorale di un candidato della Lega nord, un miliardario di Caracas, spillata ad un plico elettorale" o "la lettera di Berlusconi agli italiani uscita addirittura dall'interno di un plico in Canada".
A questi casi, vanno aggiunti - dice  il senatore Danieli - quelli di plichi non consegnati, a volte solo a un membro di una stessa famiglia. O recapitati, come è capitato a Melbourne,  a indirizzi sbagliati e poi recuperati con corrieri, o addirittura mancanti di schede. Fino alla "curiosità" di plichi, ha aggiunto sempre il senatore Danieli, "che in Thailandia erano stati affrancati con bolli di valore inferiore a quello richiesto per il loro peso".
 Una serie di disservizi che, come ha denunciato il coordinamento dell'Unione per gli italiani all'estero, ha registrato lunghe code, a volte di migliaia di persone, davanti a diversi consolati, dal Sud America (vedi servizio di Italia Estera) all'Australia passando per la vicina Svizzera, per ritirare i plichi mai arrivati. "Per non parlare - ha aggiunto - l'esponente della Margherita - dei 600 mila elettori cancellati dalle liste nell' operazione di allineamento delle banche dati dell'Aire (l' anagrafe degli italiani residenti all'estero) e dei consolati". Un'operazione "draconiana e tardiva", secondo Danieli, che ha accusato i ministri competenti di "aver dormito per oltre quattro anni, svegliandosi solo negli ultimi quattro mesi" in relazione all' individuazione del corpo elettorale degli italiani all'estero, che a suo avviso "si poteva invece avviare sin dal 2001". "Ed ora - ha dichiarato il senatore della Margherita - c'é la netta sensazione che al ministero degli Interni e degli Esteri stia sfuggendo di mano la complessa attività del voto per corrispondenza". Cosa di cui l'Unione intende "chiedere conto". "Non vogliamo aprire una polemica politica, ma lanciare un allarme ed esprimere la nostra forte preoccupazione per la gestione delle modalità tecniche del voto degli italiani all' estero", ha precisato Danieli.
Lombardi si è chiesto "Che fine fanno, ad esempio, le schede mai arrivate o i plichi che tornano indietro?", per questo ha chiesto al governo la loro contabilizzazione e verbalizzazione ed ha espresso la necessità applicate "misure certe di carattere straordinario per garantire la correttezza del voto".
 Gli esponenti del coordinamento dell'Ulivo ritengono che le anomalie non siano tali da inficiare la validità delle elezioni, ma, ha ammonito Danieli, "in ogni caso i furbi all' estero devono capire che nei lori confronti verrà applicata la legge italiana, che prevede sanzioni penali anche severe".
Anche per il responsabile di Rifondazione Comunista per gli italiani all’estero, Carlo Cartocci, “il sistema del voto per corrispondenza va perfezionato. Non è pensabile che i plichi vengano consegnati senza una ricevuta di ritorno. Garantire il voto è una cosa sacrosanta”.
Danieli sottolinea anche  “il fatto che all’estero si esprima la preferenza e in Italia no, crea molta confusione, soprattutto in Europa dove arriva più frequentemente il messaggio sulle modalità di voto per l’Italia. “Ci sono arrivate molte telefonate con richieste di chiarimento”. “Sarebbe stato più utile far seguire al messaggio di voto per l’Italia, quello per l’estero”.
Poi Danieli attacca Rai International, colpevole di non aver rispettato le regole della par condicio. Un esempio per tutti: “la tribuna elettorale di New York, che ha ospitato quattro esponenti del centro destra che hanno parlato ognuno quattro minuti per un totale di sedici minuti, contro uno del centrosinistra che ha avuto spazio per quattro minuti. Questo perché i candidati sono stati chiamati in base alle liste e non alle coalizioni, penalizzando marcatamente l’Unione che è espressione di più partiti”. Ma l'"informazione deficitaria" della Rai, è  "dalle tre reti a Rai International", che ad avviso dell' Unione "non ha svolto, in occasione del voto per gli italiani all'estero, un'azione di informazione come ci si sarebbe aspettati, in particolare proprio  per quanto riguarda le tribune elettorali".
Nel corso della conferenza stampa Danieli esprime la sua preoccupazione sulle difficoltà che si affacciano nella partecipazione dei 12 deputati e 6 senatori ai lavori del parlamento italiano."Il Ministro Tremaglia – dice  Danieli – ha proposto di svolgere i lavori in sessioni parlamentari, come si fa in altri Paesi. Ci si riunirebbe, cioè, in determinati periodi di tempo e non con sedute quotidiane. Non avrei obiezioni in tal senso, ma per me sarà una via difficilmente praticabile in Italia". Danieli  che questi problemi li ha sempre affrontati molto da vicino ha anche detto che andrebbe rivisto il ruolo del CGIE (Consiglio generale degli italiani all’estero). “Finora è stato il parlamentino degli italiani all’estero, organo consultivo del Ministero degli Affari Esteri. La sua proposta è quella di trasformarlo – come ha già dichiarato in altre occasioni – in uno strumento di supporto per i parlamentari, mentre i Comites vanno potenziati per poter continuare a svolgere la loro  funzione di collegamento delle comunità locali”. (Italia Estera) -



 
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