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24 mar 2006CONCISTORO: Benedetto XVI ha consegnato la berretta e l'anello cardinalizio a 15 nuovi porporati, tra cui tre italiani e tre asiatici

CITTA' DEL VATICANO, 24 mar - (Italia Estera) - In piazza San Pietro nel suo  primo concistoro, aperto ieri, Benedetto XVI sul sagrato della basilica ha consegnato la berretta e l'anello cardinalizio a 15 nuovi porporati, tra cui tre italiani e tre asiatici . Ieri si è aperta con la recita della preghiera dell'''Ora terza'' la riunione di tutti i cardinali della Chiesa con Benedetto XVI.
Come per tutte le liturgie solenni della Chiesa, anche oggi un rito multilingue sia nelle letture bibliche che nelle intenzioni di preghiera.  
Elencando in latino i nomi dei nuovi 15 cardinali il Papa, indossando la stola liturgica sulla mozzetta rossa, ha dato inizio sul sagrato di San Pietro al suo primo concistoro per la creazione di cardinali. E’ toccato all'arcivescovo di San Francisco, William Joseph Levada, rivolgere a Benedetto XVI il saluto a nome dei neoporporati.
 
Circa quindicimila persone si sono radunate in piazza San Pietro per  questo primo concistoro di Benedetto XVI: fedeli, spesso organizzati per gruppi nazionali, delegazioni dei vari Paesi e membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
Il Papa ricorda ai cardinali che devono essere disposti anche al martirio per testimoniare la loro fede. La porpora che indossano, del resto, simboleggia anche questo. I neoporporati, ha detto Benedetto XVI spiegando ai fedeli il senso della cerimonia di oggi, "dovranno essere intrepidi testimoni di Cristo e del suo Vangelo nella Città di Roma e nelle regioni più lontane" e, "uniti alla Sede di Pietro con più stretto vincolo" dovranno cooperare "più intensamente al servizio apostolico" del Papa.
 
Papa Ratzinger ha definito la creazione cardinalizia un "atto gradito e grave del nostro ministero", che "riguarda anzitutto la Chiesa di Roma, ma interessa pure l'intera comunità ecclesiale". Imponendo la berretta ai nuovi porporati il Papa ha ricordato loro che questo segno della dignità cardinalizia significa che dovranno "essere pronti a comportarsi con fortezza, fino all'effusione del sangue, per l'incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillità del popolo di Dio e per la libertà e la diffusione della Santa Romana Chiesa".
 
Il Papa, creando i suoi primi cardinali, ha affermato di contare su di loro per "rendere più spedito" il cammino ecumenico e per una Chiesa che valorizzando "i piccoli e i poveri" offra "l'annuncio della civiltà dell'amore".
"Conto su di voi - ha detto il Papa ai nuovi cardinali - affinché il comune sforzo di fissare lo sguardo sul cuore aperto di Cristo renda più sicuro e spedito il cammino verso la piena unità dei cristiani. Conto su di voi perché, grazie all'attenta valorizzazione dei piccoli e dei poveri, la Chiesa offra al mondo in modo incisivo l'annuncio e la sfida della civiltà dell'amore". "Tutto questo - ha aggiunto - mi piace vedere simboleggiato nella porpora di cui siete insigniti, che essa sia veramente simbolo dell'ardente amore cristiano che traspare dalla vostra esistenza". Il Papa ha anche osservato come il concistoro sia "un avvenimento che manifesta con grande eloquenza la natura universale della Chiesa, diffusa in tutto il mondo per annunciare la buona novella". Ha anche definito il collegio cardinalizio "una sorta di Senato, chiamato a cooperare strettamente con il Successore di Pietro nell'adempimento dei compiti connessi con l'universale suo ministero apostolico". D'altra parte "Compito del Papa - ha rimarcato - è farsi prima di tutto servitore di tutti" e questo è si fonda "sull'esperienza diretta del comportamento di Gesù". Collaborare con il Papa esigerà ai nuovi cardinali "una nuova responsabilità" e una "più intensa partecipazione al mistero della Croce, nella condivisione della sofferenza di Cristo".
 
Durante la celebrazione del solenne rito per il concistoro si è pregato in cinese per quanti soffrono per il fatto di essere cristiani, e certezza in una prossima comunione di tutta la Chiesa, che in Cina è divisa tra clandestina e ufficiale. Questo il testo della preghiera: "Per tutti coloro che soffrono a causa della loro fede cristiana: affinché nella preghiera esperimentino la certezza della comunione di tutta la Chiesa e possano un giorno raccogliere nella gioia ciò che per lunghi anni hanno seminato nella pazienza e nell'amore". La creazione cardinalizia, oggi, del vescovo di Hong Kong Joseph Zen è interpretata dagli osservatori come un segno della volontà di Benedetto XVI di sanare la divisione nella Chiesa cinese. Tra le altre intenzioni di preghiera, una perché la carità della chiesa "non conosca frontiere" e una per i "capi delle nazioni e tutti coloro che governano: affinché sappiano realizzare concretamente le attese di libertà, di giustizia, di pace e di solidarietà che sono nel cuore di tutti i popoli".
 
Da oggi i 15 neo cardinali sono anche parroci di Roma. Durante la cerimonia di creazione, Benedetto XVI ha assegnato ad ognuno di loro la titolarità di una chiesa della capitale. L'assegnazione del titolo o della diaconia sta a significare la partecipazione del porporato alla sollecitudine pastorale del pontefice per la diocesi di Roma. Il cardinale in quanto titolare dovrà prendere possesso della 'sua' parrocchia e, se ne avrà la possibilità, aiutarla economicamente. Una antica consuetudine fa sì che a cardinali appartenenti a comunità ricche (come per esempio gli statunitensi o i tedeschi) siano date chiese povere. Ecco l'elenco delle diaconie e dei titoli assegnati. A William Levada è andata la Diaconia di Santa Maria in Domnica; a Franc Rodé la Diaconia di San Francesco Saverio alla Garbatella; ad Agostino Vallini la Diaconia di San Pier Damiani ai Monti di San Paolo; Jorge Liberato Urosa Savino, il Titolo di Santa Maria ai Monti; Gaudencio Rosales, Titolo del Santissimo Nome di Maria a Via Latina; Jean Pierre Ricard il Titolo di Sant Agostino; Antonio Canizares Llovera, il Titolo di San Pancrazio; Nicholas Cheong Jinsuk, il titolo di Santa Maria Immacolata di Lourdes a Boccea; Sean Patrick O'Malley il Titolo di Santa Maria della Vittoria; il Stanislaw Dziwisz Titolo di Santa Maria del Popolo; Carlo Caffarra il Titolo di San Giovanni Battista dei Fiorentini; Joseph Zen Ze-Kiun, Titolo di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca; Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, diaconia di Santa Maria in Portico; Peter Poreku Dery, Diaconia di Sant Elena fuori Porta Prenestina; Albert Vanohie, Diaconia di Santa Maria della Mercede e Sant Adriano a Villa Albani
 
Lungo scambio di battute tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta ed il leader dell'Ulivo, Romano Prodi, entrambi presenti sul sagrato della basilica di San Pietro. Poco prima dell'inizio della solenne cerimonia, nel settore riservato alle autorità e al corpo diplomatico, il più stretto collaboratore del Premier ed il capo dell'opposizione si sono intrattenuti a parlare assieme, approfittando dell'attesa. Volti sorridenti e una stretta di mano cordiale. Letta assieme al Presidente della Camera, Pierferdinando Casini ed al Presidente del Senato, Marcello Pera, fa parte della delegazione italiana, inviata per salutare i tre nuovi porporati di nazionalità italiana (Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna; Gaetano Vallini, prefetto della Suprema Segnatura Apostolica; Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura). Romano Prodi - presente assieme alla moglie Flavia - è arrivato in Vaticano per festeggiare il 'suo' arcivescovo Caffarra, in compagnia di un nutrito gruppo di pellegrini bolognesi.
Ieri si  è aperta con la recita della preghiera dell'''Ora terza'' la riunione di tutti i cardinali della Chiesa con Benedetto XVI.
Ed è stato proprio il Papa, a stabilire l'ordine del giorno della discussione, indicando tre temi specifici. In primo luogo gli interrogativi sempre più sentiti circa la condizione dei “vescovi emeriti'', poi il possibile rientro dei tradizionalisti Lefebvriani all'interno della Chiesa; infine ''le questioni connesse con il dialogo con l'Islam.

Molti gli interventi dei cardinali di ogni parte del mondo, in particolare da parte dei rappresentanti dell'Asia e dell'America Latina. Il clima è stato di grande cordialità mentre i due temi oggetto della discussione sono stati proposti dalla Presidenza dell'Assemblea.

I lavori si erano aperti con un intervento del cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato,. Subito ha preso la parola il Santo Padre esprimendo ai cardinali la sua gratitudine per la partecipazione all'assemblea. Il Papa ha poi ricordato il tempo liturgico quaresimale, giunto ormai a metà del cammino, e la  memoria di San Turibio de Mongrovejo, modello di pastore totalmente dedito al servizio del Vangelo.

La discussione ha toccato anche altri temi: fra questi il compito dei cardinali e della Chiesa nell'attuale momento storico particolarmente delicato, ma si è trattato di cenni perché il grosso degli interventi si è concentrato sui due temi proposti dalla Santa Sede. Il Papa voleva conoscere il parere dei cardinali su queste due questioni.

In mattinata Sodano ha spiegato che l'incontro ha come obiettivo quello di discutere ''le grandi sfide pastorali dell'ora presente'', aggiungendo che da domani il Sacro collegio sarà composto da 193 membri di cui 120 cardinali elettori. ''Dei membri che formavano il Sacro collegio un anno fa - ha poi detto Sodano - occorre sottrarre il cardinale Joseph Ratzinger eletto alla Cattedra di Pietro'' oltre ad altri quattro porporati che nel frattempo sono deceduti. Il Segretario di Stato ha sottolineato che tutti i cardinali sono vicini al Papa ''con la preghiera e con il nostro affetto''. Quindi ha annunciato l'intervento del Papa che avrebbe dovuto indicare i temi fondamentali della discussione.

Circa il possibile rientro dei lefebvriani all'interno della Chiesa cattolica e' emersa in serata , dalle poche parole riferite dai cardinali che uscivano dalla riunione con Benedetto XVI, una differenza di sensibilità. Se il cardinale Dario Castrillon Hoyos, prefetto della Congregazione per il clero - incaricato del dialogo con la Fraternita' - si e' detto in qualche misura fiducioso affermando ''che li aspettiamo con le braccia aperte'', ha poi anche specificato che esistono punti di vista differenti anche all'interno della Chiesa.

Secondo quanto ha detto mons. Jean Pierre Ricard, nuovo cardinale della Chiesa cattolica, in alcuni interventi e' stata manifestata una volonta' di accoglienza senza che pero' fossero nascosti gli ostacoli. Da parte di mons. Bernard Fellay, Superiore della Fraternità, e' stata manifestata la volonta' di accettare l'autorita' del Pontefice e di riconoscere la Chiesa post-conciliare. In cambio i lefebvriani chiedono di poter dire ancora la messa in latino secondo il rito di San Pio V. Secondo un altro porporato, la questione e' aperta e si stanno cercando le modalita' per aprire il cammino alla riconciliazione, ma il problema ha bisogno di ulteriori approfondimenti. (Italia Estera) -
* 
Dall'alto in basso nei fermo immagine di TG3: Benedetto XVI impone la berretta cardinalizia a "Don Stanislao" il segretario di Papa Woityla; cardinali al termine della cerimonia; imposizione al Cardinale cinese; il cardinale americano; i fedeli che assistono alla cerimonia sotto l'occhio vigile della guardia svizzera. 
 



 
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