VENEZIA, 27 GEN. - (Italia Estera) - I programmi di realizzazione di alloggi temporanei per immigrati o emigrati veneti di ritorno non appartenenti all’Unione Europea, finora avviati dalle ATER (Aziende territoriali per l'edilizia residenziale) su progetti approvati nella precedente legislatura regionale, stanno procedendo. Potrebbe comunque rendersi necessario qualche aggiustamento dei criteri di assegnazione, che tenga conto della disponibilità degli immigrati a utilizzare questi alloggi e degli enti locali a consentirne l’allestimento sul proprio territorio. E’ questo in sintesi il quadro della situazione delineato dalle ATER nel corso di un incontro a Palazzo Balbi con l’assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona, il quale ha confermato che la giunta regionale ha da poco assegnato 2 milioni e 300 mila euro per la prosecuzione del programma di realizzazione e reperimento di alloggi temporanei, da utilizzare per un periodo massimo di due anni, in attuazione di quanto previsto dalla programmazione in materia di immigrazione per affrontare in maniera organica un problema prioritario come quello abitativo. La novità è rappresentata dalla costituzione di un apposito comitato di pilotaggio per questo programma edilizio. E’ stato ricordato che la normativa statale in materia prevede che la stipula del contratto di soggiorno per lavoratore subordinato extracomunitario sia vincolata, tra l'altro, alla garanzia da parte del datore di lavoro della disponibilità di un alloggio che rientri nei parametri minimi stabiliti dalla legge sull'edilizia residenziale pubblica. E’ stato comunque rilevato da parte delle ATER venete che gli imprenditori finora si sono dimostrati poco presenti sotto questo profilo e anche gli immigrati sembrano poco interessati a questa formula che consente l’utilizzo degli alloggi per un periodo limitato. Maggior interesse è stato manifestato invece dagli emigrati veneti di ritorno. L’assessore De Bona ha assicurato l’attenzione della giunta regionale per eventuali correzioni di rotta, sottolineando la necessità che questo patrimonio edilizio non resti inutilizzato e di coinvolgere le rappresentanze degli imprenditori e degli stessi immigrati. (Italia Estera) -