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08 feb 2006LE VIGNETTE DANESI APPICCANO L’INCENDIO E BUSH CHIAMA I POMPIERI A WASHINGTON

Servizio di Ro Pucci
WASHINGTON, 8 FEB.  Gli incendi che divampavano selvaggiamente in California nella Contea di Orange e che hanno ridotto in cenere ben settemila acri di bosco non preoccupano tanto il Presidente americano quanto l’incendio appiccato in Danimarca con le malaugurate vignette sul Profeta Maometto.  Le proteste che sono esplose tra i fedeli islamici in tutto il mondo fino ad oggi, oltre alla distruzione di beni materiali, hanno gia’ causato la morte di dodici persone. Cio’ che piu’ preoccupa e’ il fatto che queste violenze non solo non tendono a diminuire e ad esaurirsi ma che sembra anche che si stiano espandendo un po’ ovunque a macchia d’olio.
E’ proprio a causa di questa reazione allarmante degli Islamici che il Presidente Bush ha invitato a Washington il Re Abdullah di Giordania il quale s’e’ incontrato anche nella capitale americana con alcuni membri del Congresso intrattenendo con loro una discussione che e’ stata definita proficua.
Nella conferenza stampa che ha fatto seguito agli incontri, Bush ha dichiarato che Iraq, Iran ed i territori Palestinesi sono stati inseriti nell’ordine del giorno e che egli ha condiviso e gradito il tipo di visione del sovrano di Giordania ed il suo desiderio che si realizzi un mondo migliore. Il presidente americano e’ passato subito all’argomento che era, evidentemente, quello piu’ importante e delicato e che riguardava le reazioni islamiche alle vignette danesi considerate offensive ed irriverenti nei confronti del Profeta Maometto. Bush ha affermato che l’America e’ una nazione tollerante dove tutte le religioni vi sono presenti e tutti i tipi di culto sono rispettati ma ha pure sottolineato che negli Stati Uniti si crede pure in una stampa libera che deve interpretare il proprio ruolo con responsabilita’ e con spirito d’ autocontrollo per non offendere la sensibilita’ religiosa degli altri toccandone la suscettibilita’.
Il Capo della Casa Bianca ha voluto aggiungere infine che le proteste violente che causano distruzione e morte non sono ne’ ammissibili ne’ giustificabili ed ha lanciato un appello a tutti i governi del mondo affinche’ pongano subito fine alla violenza in modo da proteggere le proprieta’ e la vita dei diplomatici che servono il loro paese all’estero. Nel suo intervento iniziato dopo il ringraziamento del presidente americano, Re Abdullah di Giordania ha dichiarato d’essere perfettamente d’accordo con Bush e gli Stati Uniti ai quali ha fatto un grande complimento, per un capo di stato islamico, quando ha dichiarato che l’America si e’ sempre prodigata ed ha fatto di tutto per migliorare le condizioni di vita nell’area mediorientale. Re Abdullah ha proseguito affermando che forse nel mondo piu’ che ricercare la tolleranza e’ il caso di perseguire “l’accettazione” di chi e’ diverso per religione in modo da potere realizzare una coesistenza pacifica tra i seguaci dell’Islam, del Giudaismo e della religione Cristiana. In ogni caso una cosa rimane certa. Nessuno avrebbe potuto fare ad Osama Bin Laden un regalo migliore di quello dei Vichinghi della Danimarca. Da tempo l’autore dell’attacco dell’undici settembre cercava d’istigare i milioni di maomettani sparsi in tutto il mondo alla guerra santa. Gli sprovveduti autori delle vignette con la loro mal intesa liberta’ di stampa gli hanno fornito il pretesto su un piatto d’argento ed ora si rischia di creare le condizioni per una nuova crociata. Tanto che si trovi in un buco sottoterra come Saddam o in una comoda casa d’amici in Pakistan Osama certamente ringrazia. Adesso hanno fatto di lui il guerriero d’Allah e chi avrebbe voluto isolarlo, lasciandolo senza amici e sostenitori e facendo attorno a lui la terra bruciata per poterlo uccidere o catture avra’ un compito ancora piu’ duro davanti a se’ e non sara’ semplice farlo.
                                                         
RO PUCCI/Italia Estera 
 



 
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