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30 gen 2006Azzurri nel Mondo: Giuliano (Svizzera) e Rivolta ai ferri corti

ZURIGO – Enrico Giuliano é il presidente di Azzurri d'Italia in Svizzera e nel corso di una riunione con gli iscritti svoltasi nella sede dell'associazione a Lugano il 25 gennaio scorso - secondo quanto riportato da Rinasciata on line -  denunciò il prevalere di “logiche romano-centriche, lontane dai nostri bisogni e dalla nostra realtà”. “Ogni associazione, a parte significative minoranze, si è assoggettata agli ordini centrali, privi di ogni logica, se non di quella del potere del seggiolino. Purtroppo anche Azzurri del Mondo Italia, non pare sia riuscita a guardare oltre” aveva sottolineato Enrico Giuliano dichiarando risentito che  “la nostra Associazione presente ed attiva in Svizzera, sta subendo la logica dell’ onorevole Dario Rivolta” - Rivolta che é il Vice presidente vicario di “Azzurri nel Mondo”,  che avrebbe preso delle decisioni in merito alle candidature  per Forza Italia senza  “ascoltare le nostre istanze, le nostre proposte, le nostre idee e le deliberazioni prese all’unanimità dal nostro Congresso”.
La replica della Segreteria generale di Azzurri nel Mondo non si è fatta attendere. In una nota, pubblicata il 27 gennaio da “Rinascita”  si legge: “gli organi dirigenti di Azzurri nel Mondo deplorano le assurde affermazioni di Enrico Giuliano e confermano la totale stima nella figura del Vicepresidente Vicario On. Dario Rivolta e l’assoluta condivisione delle scelte finora effettuate”. La dirigenza degli Azzurri nel Mondo, prosegue il comunicato “prende contemporaneamente atto che il dr. Enrico Giuliano con quei toni e quelle affermazioni è divenuto incompatibile nel suo ruolo in Azzurri nel Mondo”. Dario Rivolta  fa anche sapere che oltre ad aver convocato un Ufficio di Presidenza per discuteere esclusivamente sull’argomento, “ha dato mandato ai suoi legali per querelare il dr. Enrico Giuliano per diffamazione ed ingiurie. La cifra in denaro che Enrico Giuliano dovrà pagare come indennizzo - si legge nel comunicato - sarà destinata, per volontà dell’On. Rivolta, come contributo all’attività di Azzurri nel Mondo Svizzera”. Ma la polemica dai toni così accesi non si é ancora chiusa. C'é da registrare ora la risposta di Enrico Giuliano, sempre attraverso Rinasciata, una lettera aperta a Dario Rivolta e, per conoscenza, al presidente Silvio Berlusconi.  Questo il testo:
“Egregio Onorevole Rivolta, le Sue dichiarazioni sulla mia presunta incompatibilità di ruolo, suo malgrado, non fanno che confermare e questa volta senza ombra di dubbio, quanto da me espresso. Il principio in discussione, sul quale non riusciamo ad intenderci, è quello della democrazia e della rappresentanza. Le mie affermazioni che tanto La scandalizzano, sono l’espressione di un’associazione libera e democratica, che con molta modestia e tanta lealtà rappresento.
Lo scorso 14 dicembre abbiamo celebrato un congresso che ha votato, per altro all’unanimità, una rosa di nomi da sottoporre a Forza Italia, per Suo tramite, tra cui individuare i candidati per la Svizzera, da inserire nella lista di Forza Italia, per il collegio Europa. Lei non ha nemmeno preso in considerazione le nostre deliberazioni, le nostre proposte ed ha scelto un nome, estraneo alla nostra rosa e che non gode della stima della nostra associazione e della collettività italiana in Svizzera e che non è rappresentativo dei nostri simpatizzanti.
Cosa La scandalizza? Che io abbia detto che la Sua logica non è democratica? Che non rispetta le deliberazioni di un’ assise democratica? Che non ascolta le nostre istanze? E dov’è lo scandalo? Non è forse esattamente la verità dei fatti? Il fatto è che lo scontro tra noi due parte da lontano. Lo scorso anno proposi di celebrare un congresso internazionale di Azzurri nel Mondo. Un congresso vero, celebrato sulla base di un tesseramento, con delegati eletti dalle associazioni di tutti i Paesi sulla base del criterio di rappresentanza, un congresso in cui dibattere proposte e votare mozioni, scegliere una linea politica ed eleggere democraticamente il gruppo dirigente, gli organismi, il presidente, il vice presidente vicario ed ogni competenza. Poco dopo, la commissione di garanzia mi sconsigliò di insistere con l’eresia e di “evitare fughe in avanti”, come testualmente Lei si espresse.
Eppure, cosa c’è di così strano, nel voler governare democraticamente un’Associazione? Io lo faccio da tre anni. Mi pare così strano da dirsi, ma credo di essere l’unico presidente di tutte le Associazioni Azzurri nel Mondo, ad essere stato eletto e rieletto ogni anno, democraticamente, nel corso di assemblee convocate, come prevede lo statuto, una volta all’anno. Non mi risulta che Azzurri nel Mondo Italia, abbia mai celebrato un’assemblea, un congresso generale, malgrado lo statuto lo preveda, non mi risulta che abbia mai approvato un bilancio, eletto i propri organismi ed il proprio gruppo dirigente. Il nostro gruppo dirigente, è stato eletto democraticamente, alla fine di un dibattito, il gruppo dirigente di Azzurri nel Mondo Italia, compreso il comitato di presidenza che si appresta ad essere convocato per discutere il mio caso, è nominato per decreto da Lei stesso, Onorevole Rivolta. Adesso si potrà anche discutere su quale sia la metodologia più corretta e performante.
Io non conosco nella storia d’Italia, eccezion fatta per il disciolto Partito Nazionale Fascista, un partito o un’Associazione che non sia regolato dallo strumento del voto e dal principio della rappresentanza democratica. Per questo Lei dichiara che il mio ruolo sarebbe incompatibile con Azzurri nel Mondo? L’esatto opposto: io ho il dovere statutario di rappresentare le deliberazioni dell’Assemblea che mi ha eletto, di rappresentarne le opinioni espresse dall’Associazione e di realizzare quanto deliberato dal Congresso. Questo è esattamente quello che ho fatto: impegnandomi con l’aiuto degli strumenti democratici a far valere la deliberazione di quanto sono stato chiamato elettivamente a rappresentare.
Egregio Onorevole, - prosegue la lettera aperta di Giuliano - Lei avrebbe dovuto congratularsi con chi si batte per l’affermazione delle idee proprie e di coloro che rappresenta. Penso a Voltaire: “Combatto il mio avversario, ma lotterò fino alla morte, affinché lui possa esprimere la propria opinione”. Ma chi non è mai stato eletto e rifiuta la logica delle democrazia elettiva in un’associazione o partito che sia, capisco che faccia fatica a comprendere il senso di responsabilità, che è proprio di chi invece è soggetto della logica della democrazia di rappresentanza. Per tre anni, ho convocato un Congresso e La ho invitata ad intervenire, per parlare di programmi, di idee, di bisogni, di risposte da dare ai nostri connazionali in Svizzera. Quest’anno abbiamo anche e soprattutto parlato di elezioni, di campagna elettorale, di organizzazione della propaganda e di ottimizzare le nostre risorse in funzione di questo. Ma come per gli scorsi anni, Lei non è venuto, né ci ha mandato un messaggio, né ci ha avvisati che non sarebbe arrivato. Anche questa, un’occasione mancata.
Io credo che la politica sia dibattito e proposizioni, anche scontro, se dialettico e costruttivo, è l’arte dell’aggregazione e della rappresentanza. La politica non si fa con la carta bollata. Se non si condivide un’idea, una posizione, la si controbatte con fermezza e con coraggio. Ha dato mandato ai suoi legali di querelarmi? Potrei ironizzare sui termini che Lei crede d’offesa, lo farò in tribunale, dove Lei ha scelto che ci dovremo incontrare e dove comunque presenterò le ragioni di quella che in giurisprudenza si chiama “eccezione del vero” e magari presenterò quelle che sono piuttosto le vere affermazioni diffamatorie, che io non ho mai perseguito legalmente, perché la politica, chi ha idee e contenuti - repetita iuvant - non la fa con la carta bollata. Anticipa che mi chiederà di sostenere i costi delle attività di Azzurri nel Mondo in Svizzera. E dov’è la novità? Fino ad oggi chi lo ha fatto?
Per me, per noi, il problema rimane un altro: Forza Italia cinque anni fa ha raccolto circa il 33% dei consensi, un italiano su tre si affidava ai suoi rappresentanti, oggi i sondaggi l’attestano sotto il 20. E’ come se un partito delle dimensioni di Alleanza Nazionale, sparisse nel nulla. Le flessioni fisiologiche in politica, sono nell’ambito dello zero virgola, dell’uno per cento. Perdere quasi un terzo del proprio elettorato, se la dimensione è quella del 13% dei cittadini italiani, è una ecatombe. Noi ci siamo interrogati sulla ragione. Ne abbiamo parlato in riunioni, in tavole rotonde, abbiamo invitato sondaggisti ed esperti di marketing politico. La conclusione sembra essere sempre la stessa. Non è calato di un ipsilon il consenso verso il Presidente Berlusconi, anzi è aumentato, non è diminuita la fiducia nei confronti suoi e del suo governo. Il problema è il partito, questa logica dell’epurazione di chi vuole portare una riflessione non omologata, di chi crede nella possibilità di migliorare e crescere, di chi sente il bisogno di partecipare alla discussione sulla cosa pubblica ed invece viene definito “incompatibile”, le scelte verticistiche che mortificano la base, la mancanza del dibattito interno, la logica della carta bollata, è questo che allontana i simpatizzanti e gli elettori da Forza Italia. Se la pensassi come Lei Onorevole Rivolta, - conclude Giuliano - direi che è Lei, l’ incompatibile, ma sarebbe la più grossa sciocchezza che potessi dire, io sono invece fermamente assertore del principio di Voltaire e credo che un partito popolare debba essere una magnifica espressione di pluralismi, capace di dare cittadinanza a chi la pensa come me ed a chi la pensa in maniera esattamente opposta, devono legarci gli ideali, i riferimenti culturali ed etici, la ricerca della giustizia e del giusto, la fiducia nello stesso leader e nel suo pensiero politico, la voglia di affrontare ogni difficoltà per il bene dei più bisognosi e meritevoli, senza mai far mancare il rispetto delle regole democratiche e la libertà di espressione. Con immutata stima, tanto Le dovevo.”



 
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