HOUSTON, TEX- (Italia Estera) - E' stato definito dai repubblicani subito razzista il termine “piantagione” usato dalla senatrice Hillary Rodham Clinton, moglie dell’ex presidente Bill Clinton, per indicare il modo in cui Bush ed i suoi collaboratori hanno trattato il Congresso degli Stati Uniti.
Ma la signora Clinton non si e’ limitata solo a questo. Nel suo discorso tenuto al congresso dei pastori battisti dell’area metropolitana di New York nel giorno in cui l’America ricorda il Dottor Martin Luther King Jr. e’ giunta al punto d’affermare che, alla fine, l’amministrazione Bush sara’ ricordata come una delle peggiori della storia del Paese.
In effetti, la senatrice Clinton ha detto: “Se guardate a com’e’ stata trattata la Casa dei Rappresentanti v’accorgerete che e’ stata trattata come una piantagione , e voi sapete cio’ di cui parlo.” Un’uscita che lascia piuttosto perplessi se si considera che era fatta davanti ad una folla di pastori afroamericani nel giorno in cui si celebra la festivita’ dedicata a Dottor Martin Luther King, l’apostolo della redenzione della minoranza afroamericana.
La reazione repubblicana non s’e’ fatta attendere molto . Il rappresentante repubblicano Peter King di New York ha subito contestato che “E’ sempre uno sbaglio giocare la carta del razzismo per ottenere vantaggi politici usando una parola pesante come piantagione…, ed ha terminato aggiungendo, E’ particolarmente sbagliato farlo nel giorno di Martin Luther King”.
Questa risposta repubblicana sdegnata alle esternazioni della Clinton e’ stata subito ridimensionata dalla puntualizzazione di un giornale di buona memoria, il Washington Post, che ha fatto riemerge riportandolo a galla il fatto che il termine “piantagione” era stato usato anche dall’autorevole speaker repubblicano Newt Gingrich circa dodici anni addietro, condannando proprio la conduzione dello stesso Congresso che era allora in mano democratica. Gingrich allora ebbe a dire “…essi pensano che e’ il loro compito d’amministrare la piantagione. E’ scioccante per loro che sono deciso a condurre alla rivolta gli schiavi.”
Avrebbe dunque fatto bene a documentarsi un altro congressman repubblicano, Dennis Hastert, ed a non lanciarsi subito all’attacco affermando “Non ho mai amministrato una piantagione prima. Non sono neanche certo di che tipo d’associazione lei (Hillary Clinton) sta cercando di fare. Se sta cercando d’essere razzista, penso sia uno sbaglio.”
Una cosa e’ chiara, come qualcuno faceva notare, i repubblicani avrebbero attaccato la Senatrice Clinton anche se se ne fosse andata a lavorare per due settimane in un ospizio per barboni come volontaria. Se c’e’ uno sbaglio che Hillary puo’ aver fatto, questo consiste nella sterzata troppo rapida che ha effettuato a sinistra lasciando una piu’ utile posizione centrista che l’avrebbe avvantaggiata di piu’ col suo elettorato.
La maggioranza degli Americani anche democratici non amano molto i “liberal” troppo sbilanciati dell’estrema sinistra e quindi la sua iniziativa potrebbe avere anche ricadute negative le quali forse Hillary puo’ non aver bene considerato.
C’e’ pero’ da tener presente che col primo gennaio di quest’anno sono cominciate in pratica le elezioni e c’e’ quindi da aspettarsi,in analogia con quanto avviene nella box, rinnovate nuove esternazioni ed una certa aggressivita’ aggiuntiva visto che il partito democratico e’ lo sfidante ed e’ costretto a restare all’attacco per convincere i suoi giudici di detenere l’iniziativa e di poter sconfiggere senza problemi il partito repubblicano che, essendo al comando, e’ in effetti il piu’ avvantaggiato.
RO PUCCI /Italia Estera