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01 mar 2006Berlusconi al Congresso degli Stati Uniti: ''L'Occidente è e deve restare uno solo''

L'intervento del premier alla Camera dei rappresentanti: ''Occorre una grande alleanza di tutte le democrazie contro il terrorismo''
Servizio di Attilio Pisani
WASHINGTON, 1 mar. – (Italia Estera) - ''Entra il presidente del Consiglio italiano''. Sono le 17.05 quando , viene annunciato  l’ingresso del premier Silvio Berlusconi nella camera dei rappresentanti Usa accompagnato da un lungo applauso dei presenti. Introdotto dal presidente della Camera Dennis Hastert e dal presidente del Senato, che è il vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney, il presidente del Consiglio parla per i primi 5 minuti in inglese, per esprimere a più riprese la sua gratitudine e quella del popolo italiano per quello che gli Stati Uniti hanno fatto per liberare l'Europa dal nazismo prima e dal comunismo poi e per quello che stanno facendo adesso nella lotta al terrorismo.

Prima di lui solo altri tre presidenti italiani erano stati invitati a parlare al Congresso: Alcide De Gasperi, Giulio Andreotti e Bettino Craxi.
''Membri del Congresso - inizia Berlusconi - per me è un grande onore essere invitato a parlare in uno dei templi della democrazia''. Di qui la sottolineatura della ''profonda amicizia'' che lega l'Italia all'America''. ''Molti cittadini americani hanno origini italiane'', dice il premier incontrando l'approvazione del Congresso. ''Hanno lavorato generosamente - prosegue - contribuendo a far grande l'America. E sono orgoglioso che tanti italo-americani siano membri della più grande democrazia del mondo''.

''Sarò sempre grato all'America - sottolinea quindi il presidente del Consiglio - per aver liberato il mio Paese dal fascismo e dal nazismo''. E ancora l'inquilino di Palazzo Chigi esprime gratitudine agli Usa ''per aver difeso l'Europa dalla minaccia sovietica durante la guerra fredda. Saremo sempre grati - spiega ancora il Cavaliere - per aver aiutato l'Italia a uscire dalla povertà dopo la Seconda Guerra mondiale, grazie alla generosità del piano Marshall''.

Berlusconi fa quindi notare ''l'alto prezzo di vite umane'' pagato dagli Usa ''per la lotta al terrorismo e per difendere la sicurezza in tutto il mondo''. ''La vostra bandiera - dice - è quella di un grande Paese, simbolo universale di libertà e democrazia''.
''L'11 settembre – sottolinea il presidente del Consiglio - ha segnato l'inizio di una guerra completamente diversa rispetto a quelle che hanno insanguinato l'umanità nei secoli precedenti. Non un conflitto tra Stati o tra civiltà - spiega - ma un attacco del fondamentalismo radicale che usa il terrorismo contro il dialogo tra le civiltà''.

E in questo attacco, tiene a mettere in chiaro Berlusconi, 'l'Islam moderato alleato delle democrazie è anch'esso nel mirino''. Dunque, ''le democrazie occidentali si trovano a fronteggiare l'attacco di organizzazioni fanatiche che colpiscono persone inermi''. ''I governi democratici - avverte Berlusconi - devono adempiere a un compito enorme: difendere la sicurezza dei loro cittadini e garantire la loro libertà dalla paura. Un nuovo diritto''. ''Questa - scandisce il premier - è la nuova frontiera della libertà''.

''Sono profondamente convinto - argomenta il Premier - che per difendere questa frontiera, oltre al generoso impegno del vostro grande Paese, sia necessaria una grande alleanza di tutte le democrazie, di tutti i continenti, per liberare il mondo dal terrorismo internazionale e dalle forze del male''. ''La battaglia - dice Berlusconi - è soprattutto a vantaggio di quanti vivono oggi sotto regimi illiberali. La storia ha dimostrato che l'aspirazione alla democrazia è universale'', ricorda Berlusconi invocando ''il vento della libertà'' di cui gli Usa sono esempio nel mondo.

Da qui il riferimento all'Italia. ''Gli Usa - precisa Berlusconi al Congresso - possono contare su un alleato fedele. Lo abbiamo dimostrato ovunque: sono 40.000 i soldati italiani destinati alle missioni di pace nei vari Paesi, in Afghanistan, Iraq, Bosnia-Erzegovina e in alcune aree del Medio Oriente. Ne siamo profondamente orgogliosi''.

Il premier non ha dubbi: ''Occorre difendere i diritti e le libertà dell'uomo. E' necessario che i legami tra le due sponde dell'Atlantico si mantengano forti. Persuaso di questa esigenza - spiega - mi sono impegnato in una decisa azione diplomatica e politica nei confronti dei miei colleghi'' perché dopo la vicenda irachena ''l'Ue non indebolisse i legami con gli Usa'' e ''l'identità europea non si definisse in contrapposizione all'America''. E infatti, fa notare Berlusconi, ''un contrapposizione tra Usa ed Europa non avrebbe alcuna giustificazione. L'Occidente è e deve restare uno solo. L'Europa ha bisogno dell'America e l'America ha bisogno dell'Europa'', ha scandito tra gli applausi il premier, bocciando l'idea di ''una 'fortezza Europa' chiusa al mondo''. ''Non ci sono due Occidenti - ha ribadito - Questo è vero sul piano economico, politico e militare''. Perciò, ha rimarcato il premier, ''è fondamentale sostenere e rinvigorire l'Alleanza atlantica che per più di mezzo secolo ha garantito la pace nella dignità''.

Facendo poi osservare che secondo le previsioni delle Nazioni Unite nei prossimi 25 anni ci saranno 2 miliardi di persone nei Paesi poveri, Berlusconi sostiene che ''non c'è altra soluzione che far uscire gli Stati dalla miseria diffondendo ovunque la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani e la libera economia di mercato''. ''Non c'è altra strada - taglia corto il presidente del Consiglio rivolgendosi al Congresso - se non impegnarsi insieme per diffondere la democrazia nel mondo''. Per questo, sottolinea Berlusconi, ''ho sostenuto Bush nella creazione di un fondo per la democrazia in seno alle Nazioni Unite''.

Quindi, il premier conclude il suo discorso – che è durato  25 minuti - raccontando in inglese di quando suo padre lo portò da ragazzo in un cimitero dove erano sepolti alcuni soldati americani morti durante la seconda guerra mondiale, verso i quali avrebbe dovuto essere sempre grato. ''E io lo sarò, non dimenticherò mai il loro sacrificio'', rimarca Berlusconi chiudendo tra gli applausi.
 
LA PRIMA VOLTA FU QUELLA DI  ALCIDE DE GASPERI
E' la quarta volta che un presidente del Consiglio italiano tiene un discorso al Congresso degli Stati Uniti. La prima volta, il 24 settembre del 1951, parlò Alcide De Gasperi. Nel suo discorso, salutato da prolungati applausi, chiede agli Stati Uniti il loro appoggio per lo sviluppo dell'Italia, uscita stremata dal secondo conflitto mondiale. De  Gasperi  enuncia le famose cinque condizioni importanti: una diminuzione della disoccupazione, un aumento dell'emigrazione italiana, la realizzazione contemporanea delle riforme sociali in Italia e dei programmi di riarmo, la revisione del Trattato di pace con l'Italia, e la sistemazione della questione di Trieste con la restituzione del Territorio libero all'Italia.
De Gasperi ricorda, tra l'altro, il tributo di sangue dei soldati americani nella Seconda guerra mondiale per la democrazia e la necessità anche di raggiungere un equilibrio delle forze per evitare altre guerre. "Voglio dire cioé che un riarmo, un ragionevole riarmo, afferma De Gasperi - non è in contrasto, ma anzi una condizione per la ricostruzione dell'Europa...".
Poi De Gasperi con grande dignità chiede aiuto agli alleati: "Noi vi chiediamo di assisterci. Noi siamo una nazione che lavora duro e che ha soprattutto necessità di lavoro. Lavoro in patria mediante ordinazioni per rifornimenti civili e militari, lavoro all'estero attraverso l'impiego temporaneo o permanente della manodopera eccedente". "Ma come uomini liberi ad uomini liberi - prosegue De Gasperi - noi vogliamo dirvi che vi siamo grati perché, chiedendo la revisione del nostro ingiusto Trattato di pace, avete riconosciuto che un'alleanza effettiva e valida non può esistere senza l'uguaglianza dei diritti e il pieno riconoscimento dell'indipendenza, della sovranità e della dignità della nazione".
Attilio Pisani/Italia Estera
Le foto sono fermo immagini del Tg2
 
 



 
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