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21 feb 2006Italia Donna: Tremaglia apre alla Farnesina il primo Convegno Internazionale

ROMA – 21 feb. - (Italia Estera) - Con l’Inno di Mameli e la lettura da parte del Ministro Mirko Tremaglia del messaggio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (Vedi Italia Estera) si è aperto alla Farnesina il convegno  “Italia Donna”. E’ il primo Convegno internazionale sulle donne italiane all’estero voluto dal ministero degli Italiani nel mondo.
Mirko Tremaglia  ha tracciato un bilancio del suo quinquennio di governo, partendo dall’8 agosto, cioè da Marcinelle e dalla Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Poi ha voluto ricordare ancora una volta le cifre che sintetizzano la presenza dell’Italia nel mondo, i convegni realizzati, la vittoria nell’ottenimento della legge sul voto e le prossime elezioni politiche, le prime con la partecipazione dei cittadini italiani all’estero. Elezioni – ha detto – “che sono il trionfo di questo governo e di questo ministero”. Poi Tremaglia ha parlato delle donne in emigrazione. Le donne "sono state essenziali nell'emigrazione italiana "perché in quegli anni difficili della speranza e della valigia di cartone hanno resistito ad ogni difficoltà e fatto forza ai loro uomini". "Sicuramente - ha proseguito - la storia dell'immigrazione andrebbe riscritta al femminile perché l'Italia non dimentichi quell'altra, fuori dai confini, che è stata costruita difesa, esaltata anche dal ruolo fondamentale delle donne. In tutte le regioni italiane si dovrebbe dedicare un monumento, una strada o una piazza alla donna italiana nel mondo".
Tremaglia aveva accanto il  Vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Gianfranco Fini e Susanna Agnelli (che è stata negli anni passati l’unica donna a ricoprire il ruolo di ministro degli esteri)
Nel suo intervento Fini ha spiegato che "Sono pochi gli uomini a cui è consentito di parlare con il cuore, come fa il ministro Tremaglia che ha passato la vita a dare voce alle comunità italiane all'estero”."Chi ha la mia responsabilità e ruolo politico può utilizzare raramente l'aggettivo storico usato oggi da Tremaglia per parlare dei risultati ottenuti da questo Governo in tema di voto per gli italiani all'estero.
Fini  è  convinto che in epoca di globalizzazione, "la tutela delle identità è il migliore antidoto non solo all'omologazione, ma anche allo scontro tra civiltà, al fanatismo e alla violenza".  Fini ha parlato del "rischio incendiario" insito nello scontro tra culture e civiltà. Ecco perché - a suo parere - la coscienza della "ritrovata identità nazionale" è "indispensabile" per affrontare "questi tempi non semplici". Oggi occorre chiedersi, ha proseguito il titolare della Farnesina, chi ha paura dell'altro?, chi è mosso da pulsioni xenofobe?. E la risposta è: "Chi non sa che cosa sia. Ho paura dell'altro se non so cosa sono, se non ho coscienza delle mie radici". Dunque, per Fini, "la tutela dell'identità è davvero il grande antidoto all'omologazione, ma anche allo scontro, al fanatismo e alla violenza", perché "il fanatismo parte del presupposto che occorre annullare la diversità". Parlando poi degli italiani che vivono all' estero, secondo il capo della diplomazia italiana, "oggi si è attuata un'autentica riconciliazione politica: la comunità nazionale si ritrova, di nuovo pronta ad accogliere coloro che sono rimasti italiani vivendo al di fuori dei nostri confini".
Per le elezioni di aprile - ha sottolineato Fini - alle quali gli italiani residenti all'estero parteciperanno con voto attivo e per la prima volta i loro rappresentanti italiani all'estero entreranno a far parte del nostro Parlamento. Questo significa che la lunga pagina del dopoguerra si è oramai conclusa: la storia, dopo un periodo di lentezza, si è finalmente rimessa a correre. Oggi si è attuata un'autentica riconciliazione politica: la comunità nazionale si ritrova, di nuovo pronta ad accogliere coloro che sono rimasti italiani vivendo al di fuori dei nostri confini. Il fatto che ci saranno nel Parlamento rappresentanti dei connazionali all'estero porterà all'effettiva rappresentazione delle comunità italiane che vivono oltre i confini e che oggi sono una garanzia di qualità. Infatti, l'immagine dell'italiano come anello debole di una situazione sociale non esiste più all'estero". Gli italiani all'estero si sono emancipati, hanno raggiunto livelli importanti nelle diverse aree della società in cui vivono. E questo anche grazie alle donne, che hanno rivestito ruoli importanti, sia all'interno della famiglia che nella società di adozione.
.  Concludendo Fini ha auspicato che la prossima legislatura veda una maggiore presenza di donne in Parlamento e che anche nella circoscrizione Estero le donne elette risultino presenti in modo adeguato.
Susanna Agnelli, presidente di Telethon e prima donna in Italia ad aver rivestito l'incarico di ministro degli Esteri, ha detto che vorrebbe "che tutte le donne qui presenti si candidassero. Mi auguro che la rappresentanza femminile nel Parlamento possa presto aumentare attraverso un impegno sempre più forte delle donne e attraverso una professionalità che venga loro riconosciuta, a prescindere da qualsiasi quota". Aveva esordito dicendo che Tremaglia è uno dei pochissimi ministri che si è prefisso una meta e l’ha raggiunta, e che soltanto alla sua passione e alla sua costanza si deve questo risultato storico. Aggiungendo di essere convinta che “la presenza di parlamentari che vengono dall’estero migliorerà il Parlamento italiano”.
Tra gli intervenuti  al Convegno  il presidente della Commissione Affari Esteri della Camera, Gustavo Selva; la responsabile dell'Unità di Crisi della Farnesina, Elisabetta Belloni; il segretario generale del ministero, Paolo Pucci di Benisichi.
Alla 'due-giorni' di lavoro partecipano le donne italiane protagoniste nel mondo: le donne che, con le loro capacità professionali, il loro coraggio e la loro passione, sono riuscite a imporsi all'estero. Donne che hanno avuto successo nei campi più disparati, dalla politica al sociale, dalla medicina all'imprenditoria: tra le altre, Suor Grazia Micaelli, che da anni lavora a El Alto, in Bolivia, dove la povertà raggiunge livelli estremi; l'imprenditrice Laura Frati Gucci, vicepresidente mondiale della Fcem (Femmes Chefs d'Enterprises Mondiales); Barbara Ensoli, impegnata in prima linea nei programmi di ricerca sul vaccino contro l'Hiv/Aids; Concetta Maria Forchetti, neurologa e direttore medico dell'Alexian Brother Neuroscience Institute di Hoffman Estates e del Radiant Research di Chicago.
Essere italiane emigrate all'estero
Diverse per età, formazione e destinazione, ciò che le accomuna è l'essere italiane emigrate all'estero che hanno raggiunto i più alti livelli nella ricerca scientifica. Ma anche la convinzione, largamente condivisa, che le quote rosa non siano la soluzione alla scarsa rappresentanza delle donne nelle posizioni di potere in ambito accademico e scientifico. E' ciò che è emerso nella mattinata di oggi a 'Italia donna', primo convegno internazionale sulle donne italiane nel mondo, organizzato alla Farnesina dal ministro per gli italiani nel mondo, Mirko Tremaglia.
Le protagoniste della due giorni dedicata alle donne italiane all'estero arrivano da nord e Sudamerica, Sudafrica ed Europa per scambiarsi le proprie esperienze. Le prime ad intervenire sono state proprio le ricercatrici, precedute, tra gli altri, dall'intervento del presidente di Telethon Susanna Agnelli, che si è detta, fermamente contraria alle quote rosa, "che minimizza le donne", ha precisato l'Agnelli. Grande assente Rita Levi Montalcini che si è rammaricata, con un telegramma, di non poter essere presente per motivi di salute. "La presenza femminile italiana in tutti i contesti della vita sociale nel mondo apporta al nostro paese in grande onore - ha fatto sapere Levi Montalcini - le testimonianze femminili dimostrano la loro significativa opera in ogni settore lavorativo. In questo inizio del terzo millennio, è quanto mai auspicabile che le donne possano unirsi compatte per affrontare i problemi che si presentano, al di là delle differenti ideologia e di appartenenza a ceti sociali, allo scopo di promuovere un futuro sostenibile per le generazioni a venire. Molti sono stati gli interventi delle protagoniste dell'italianità nella ricerca all'estero. Luisa Mantovani è oncologa e dopo la specializzazione in ematologia a Roma, è emigrata in Germania est subito dopo la caduta del muro. Lì ha dovuto ripetere la specializzazione ed ora dirige il reparto di oncologia interna dell'ospedale St Georg di Lipsia. Luisa Divano ha lasciato Genova per il Belgio dove oggi è a capo del reparto di risonanza magnetica dell'ospedale Ambroise Paré di Mons. Anche lei sottolinea che le quote rosa "sono discriminanti" per le donne. Dello stesso parere anche Concetta Forchetti, neurologa di origine abruzzese oggi direttore medico all'Alexian brothers neuroscience istitute a Chigago: "é la meritocrazia che deve regnare sovrana, come negli Stati Uniti" afferma la neurologa. Tra i medici oggi anche Barbara Ensoli, l'unica ad essere rientrata in Italia. O almeno ad esserci rimasta: anche Raffaella Ocone, che travolge la platea con il suo piglio partenopeo, era tornata in Italia, ma ha dato le dimissioni diventando, dopo un lungo peregrinare all'estero, il primo ingegnere donna professore ordinario nel Regno Unito, in Scozia. Non importa da quale paese e senza agganci e sponsor, ma solo grazie alla loro bravura, sono le donne di cui l'Italia può andare fiera nel mondo.



 
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