BUENOS AIRES – (Italia Estera) - Dalle colonne de "L’Eco d’Italia" di Buenos Aires Luigi Pallaro, vice segretario generale del CGIE per l’America Latina, candidato per il Senato alle elezioni del 2006 nella lista “Associazioni Italiane in Sud America”, invia un messaggio per le feste di fine anno a tutti gli Italiani ed a tutte le famiglie italo-argentine.
“Vorrei che questo fosse un messaggio di prosperità e di ottimismo, soprattutto se guardiamo ai cambiamenti avvenuti nella nostra Argentina in quest’ultimo anno.
E se guardiamo al futuro, nell’aprile 2006 ci saranno le storiche elezioni in cui potremo eleggere i nostri rappresentanti al Parlamento italiano.
Ma quale sarà il ruolo di un senatore o un deputato che deve rappresentare i cittadini italiani residenti all’estero? Sono convinto che il suo dovere sia contribuire a che il Parlamento italiano operi finalmente una svolta nelle sue relazioni con gli italiani nel mondo.
Il dovere degli eletti sarà raccogliere i frutti di quell’intenso dramma che è stata l’emigrazione per tutti noi, ed allo stesso tempo lavorare affinché tutti possiamo avere un futuro migliore..
L’Italia deve essere consapevole che ormai gli emigrati con la valigia di cartone non esistono quasi più. Ci sono cittadini italiani, di serie A, residenti all’estero con le loro famiglie integrate nei Paesi d’accoglienza, che come tali vogliono essere trattati.
Ci sono le nuove generazioni di cittadini italiani residenti all’estero di cui nessuno parla. Molti di loro hanno due patrie, e il nostro obiettivo è che siano cittadini della terra dove sono nati e che siano amici dell’Italia. Ma ho dei dubbi che i politici italiani abbiamo capito questo messaggio: devono sapere che molti dei nostri figli e nipoti fanno politica nei paesi dove sono nati. Noi glielo faremo capire.
E sulle prossime elezioni voglio dire ancora che il voto dei cittadini italiani residenti all’estero deve essere interpretato bene dalla società italiana e dai politici italiani.
Ho l’impressione che dall’esperienza avuta durante le ultime elezioni dei Comites, in cui qualcuno ha aggredito verbalmente esponenti di altre liste, molti non abbiano ancora imparato la lezione. Adesso è il momento di lavorare, non di fare polemica. Io ed i miei colleghi che si presenteranno con me nella lista ASSOCIAZIONI ITALIANE IN SUD AMERICA non cerchiamo la polemica, semplicemente perchè non abbiamo tempo da perdere, impegnati come siamo ad ottenere cose per i nostri concittadini. Chi cerca la polemica, evidentemente, non ha altri argomenti da proporre e non ha idee e progetti per il futuro. Noi ne abbiamo, anzi, posso dire che stiamo già studiando tre proposte da portare in Italia sul tema assistenza sociale, lavoro ed cultura.
Noi siamo partiti dall’Italia e abbiamo fatto una scelta. Io mi sono stabilito in Argentina, altri in altri paesi, abbiamo costruito le nostre famiglie, allevato in nostri figli, abbiamo lavorato tanto, abbiamo portato avanti progetti, e adesso potremo votare.
A Roma, abbiamo fatto la Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE: durante queste riunioni si è parlato di internazionalizzazione dei rapporti commerciali, produttivi e culturali. Ecco i campi in cui dovranno operare i parlamentari eletti all’estero.
Questo mondo va verso la globalizzazione e l’Italia ha nelle sue mani una globalizzazione naturale. È importante che se ne accorga. Noi, con il nostro movimento Associazioni Italiane in Sud America cercheremo di contribuire. In definitiva, l’associazionismo è quella rete che i cittadini italiani residenti all’estero hanno creato fin dalla fine del Settecento. Ed è per questo che, a differenza di quanto dichiarato da qualcuno ultimamente, la nostra lista non si può definire né di centro destra né di centro sinistra. La discriminante per farne parte non è ideologica, bensì l’essere espressione delle associazioni che non hanno mai selezionato i propri soci sulla base di opinioni politiche, ma solo pensando all’impegno per i propri connazionali.
E poi gli italiani devono sapere che in Sud America ci sono 100.000 bambini e giovani italiani che studiano italiano, che ci sono quasi duemila associazioni italiane e che ci sono ospedali italiani e tante altre istituzioni create dagli italiani stessi. Vorrei che questo messaggio arrivasse anche ai giovani italiani interessati ad avere scambi con i giovani in tutte le Americhe.
Lavoro da oltre 40 anni con gli italiani residenti all’estero. E facendo questo volontariato mi sono anche realizzato come persona all’interno della comunità dei cittadini italiani residenti in Argentina. Quindi, se fare il senatore in Italia significa completare l’opera, posso dire che sono pronto e contento. Vorrei esprimere il mio sogno chiedendo che non si parli più di emigrazione, ma che ci siano cittadini di serie A in un rapporto privilegiato con l’Italia dal punto di vista culturale, economico, professionale eccetera.
I nuovi Parlamentari saranno protagonisti di una nuova realtà nell’ambito dei cittadini italiani residenti all’estero.
Adesso voglio dir due parole di ricordo affettuoso per Gaetano Cario che ho conosciuto tantissimi anni fa quando era appena un giovanissimo giornalista che voleva partecipare alle nostre riunioni e che alle volte non lo lasciavano entrare. Io cercavo di far di tutto perché fosse ammesso a partecipare. L’ho incoraggiato e gli chiesto di non farsi legare al “costumbrismo” e cioè di essere promotore d’informazione e di fare, a volte, anche della provocazione.
Ho un grato ricordo di lui e della sua famiglia. Per la comunità italiana è stata una grande perdita. Faccio gli auguri ai giovani figli perché continuino sulla strada tracciata dal nostro caro Gaetano cercando di non perdersi nel cammino.
Buon Natale e felice 2006. Che passiate Feste serene con le vostre famiglie.