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05 feb 2006An, Fini chiude la conferenza programmatica: ''Per vincere serve più destra''

 ''Sono lontani i tempi in cui si poteva pensare di fare un centro e di tagliare le ali. Abbiamo dimostrato di avere un ruolo strategico ormai insopprimibile''
ROMA,5 feb. -  (Italia Estera) - Alla conferenza programmatica di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini, vicepremier e ministro degli Esteri,nel suo discorso conclusivo ha espresso la convinzione che per vincere la sinistra ''serve un nuovo centrodestra con più valori, più idee, più uomini e donne della destra politica, di An, questa è la speranza da lanciare. La sinistra si batte se il centrodestra cresce''. Ed aggiunge: ''Abbiamo dimostrato di poter ricoprire un ruolo strategico, bbiamo spazzato via l'equivoco sulla necessità di definirsi centristi per avere un ruolo guida nella politica nazionale . An è una forza di destra e noi in questi anni abbiamo dimostrato che anche la destra può avere un ruolo centrale nell'affrontare i problemi, fare proposte, tessere alleanze''.

''Sono lontani  - ha detto il leader di Alleanza Nazionale -. e non torneranno più i tempi in cui si poteva pensare di fare un centro e di tagliare le ali. Abbiamo dimostrato di avere un ruolo strategico ormai insopprimibile. Abbiamo dimostrato che si vince la sinistra solo se c'è la destra con i suoi ideali e i suoi principi''.
Fini ha rivendicato il lavoro svolto dall'esecutivo: ''Se non fosse stato per il nostro governo l'Italia oggi sarebbe alla bancarotta'' ha affermato, sottolineando i risultati raggiunti ''in tempi di vacche magre'' e il merito ''di avere fatto sì che l'Italia superasse una tempesta senza precedenti''. ''Dobbiamo dire sinceramente che non siamo il Paese di Bengodi, che non abbiamo risolto tutti i problemi - ha ammesso - non abbiamo usato la bacchetta magica, ma la sinistra mente quando dice che l'Italia è allo sfascio''. Poi un ringraziamento agli alleati ''Berlusconi, Casini e Bossi per aver creduto, giorno dopo giorno, nella possibilità di costruire un governo e una vera alternativa alla sinistra''.

Quanto a Berlusconi, il presidente di An ci ha tenuto a sottolineare che l'impegno in prima persona su cui è basata la campagna elettorale significa che ogni militante e ogni iscritto ''si sentirà impegnato in prima persona per far vincere An e il centrodestra'' e non che ''il presidente di An vuole sfidare il presidente del Consiglio''.

In merito alle riforme, ha spiegato di non temere ''il referendum chiesto dai nostri avversari perché quella riforma costituzionale non è solo una bandiera della Lega. C'è, è vero, la devolution, ma c'è anche la riaffermazione di quell'interesse nazionale che deve essere la bandiera di tutti coloro che sanno, in tempi grami come questi, che bisogna difendere gli interessi di tutta la nazione dalla sua punta meridionale fino all'estremo nord''.
Poi l'attacco alla sinistra. ''Non commettiamo errori strategici, oggi Berlusconi è il bersaglio perché ha avuto la capacità di creare un'alleanza di governo. A coloro che si illudono che la sinistra italiana potrebbe riservare a noi un giudizio diverso voglio ricordare che abbiamo conosciuto prima di altri cosa vuol dire la faziosità, l'avversione ideologica, cosa vuol dire la discriminazione, cosa vuol dire la negazione dei più elementari diritti ed è anche questa la ragione per la quale chi ha un certo passato politico la solidarietà la dà senza bisogno di ostentarla ogni giorno''.

Da qui l'affondo al leader dell'Unione: ''Prodi rappresenta il passato che non vuol passare, il tentativo della restaurazione, rappresenta una torre di Babele partitocratica, rappresenta quel compromesso pesante della logica consociativa che avremmo chiamato patto comunista e che oggi possiamo definire politica consociativa dell'Unione delle due vecchie anime che avevano paralizzato la politica italiana per decenni e che oggi si sono ritrovate sotto la sua guida''.

Anche dal vicepremier, come da Berlusconi, è arrivato un atto di accusa nei confronti dei pm. ''In Italia c'è una crisi grave, c'è una sfiducia che non si può ignorare su come è amministrata la giustizia - dice -. La sinistra sia per una volta trasparente e ammetta che la crisi di sfiducia dei cittadini deriva dal fatto innegabile che una parte della magistratura è venuta meno al dovere dell'imparzialità. Non abbiamo fatto leggi ad personam, sono state invece fatte inchieste ad personam''.

Fini si è poi nuovamente espresso sulle coppie di fatto avvertendo che se ''non si può in alcun modo equiparare un'unione a quello che è il matrimonio'', al tempo stesso ''non si può dar vita a comportamenti discriminatori di quelli che sono i diritti individuali''.

E una parola l'ha riservata pure alla legge sulla droga e dopo l’abbraccio ed il plauso di Don Gelmini ha detto:''La nostra non è una battaglia contro i tossicodipendenti è una battaglia contro le droghe contro il desiderio, sempre più diffuso nella nostra società, di pensare di estraniarsi, di voltare le spalle alle difficoltà e alle sfide''.

Il ministro degli Esteri di seguito è tornato sulla pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto: ''Se commettiamo l'errore di offendere l'altrui identità, non possiamo poi lamentarci se per il fanatismo tipico di tutti gli integralismi altri cercheranno di distruggere la nostra identità. E questo non lo dico come ministro degli Esteri ma come leader di una destra attenta ai valori''.

''Sappiamo che la libertà di stampa e di satira è un valore al quale la nostra cultura non vuole rinunciare, ma sappiamo altrettanto bene - ha sottolineato - che è difficile distinguere il confine, troppo personale, tra la satira, che per sua natura è sempre corrosiva, e la blasfemia, che offende chi crede, quale che sia il Dio''.

Infine un ringraziamento al ''presidente Ciampi, che è stato un grandissimo capo dello Stato e ha riallacciato i fili della memoria girando il Paese e parlando ai cittadini''.

A conclusione del suo intervento alla conferenza programmatica del partito, Fini è poi tornato sul ruolo di An e si è detto ottimista sulla possibilità di battere le sinistre e tornare al governo per ''continuare la stagione di cambiamento e, se ne saremo capaci, se saremo mobilitati e uniti come siamo stati qui e oggi, questa campagna ci porterà a giocare in prima persona non per quel che riguarda il presidente del partito ma per quel che riguarda il partito, Alleanza nazionale al centro dell'azione del centrodestra, il nuovo centrodestra come garanzia per sconfiggere la sinistra''.

''La sfida che abbiamo lanciato non è impari, non è un salto nel buio. Hanno avuto ragione gli amici che hanno detto che in Italia c'è molta più destra di quel 12-14% di An, sta a noi far capire cos'è la destra, la destra della dignità della persona umana, della dignità della nazione, del lavoro al centro dell'economia. Sta a noi - ha concluso - mobilitare le nostre energie e credere nella possibilità di vincere la campagna elettorale''.



 
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